Berlusconi “evasore” anche da premier. E scende il gradimento degli italiani per il LettaLetta: continuano a preferire il Chupa Chups.
Creato il 24 maggio 2013 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
I giudici di Milano hanno depositato la sentenza con la quale Silvio Berlusconi è stato condannato a quattro anni di galera e cinque di interdizione dai pubblici uffici. L'uomo che disse: “Se il carico fiscale è eccessivo, è giusto evadere”, ha dimostrato con i fatti che non solo la pensava così, ma che metteva in atto quelle che potevano sembrare solo boutade. Ora, siccome noi siamo notoriamente lenti, tardi a comprendere, spesso con la testa fra le nuvole e per nulla “concreti”, ci chiediamo: ma se la pressione fiscale in Italia è troppo alta, a chi tocca il compito di farla scendere? alla magistratura? alla corte dei conti? al capo-condomino dell'Olgettina? al consiglio di presidenza della bocciofila Mater Dei di Città del Vaticano? agli iscritti all'albo degli odontoiatri? Se per cinque campagne elettorali Silvio ha detto che avrebbe abbassato le tasse, vuoi vedere che far scendere la pressione fiscale tocca al governo? E se al governo c'è stato lui per venti anni (o giù di lì) e le tasse non sono scese anzi, sono aumentate a dismisura, la colpa di chi è, del destino cinico e baro? C'è da diventare matti. Leggere i commenti di Silvio alle sentenze che lo condannano, è come scorrere il libro tibetano dei morti, quello composto da mantra onomatopeici esemplificati in corde vocali che vibrano. E lo stesso è accaduto per la sentenza sul processo Mediaset, con la differenza che la “pacificazione” implica toni bassi da parte del Capo, mentre i servi possono lasciarsi andare: la classica, consolidata, cinquantennale tattica democristiana di essere maggioranza e opposizione contemporaneamente. Nomi e cognomi, please: Renato Brunetta, Mara Carfagna, Fabrizio Cicchitto, Daniele Capezzone,Maurizio Gasparri e Maria Stella Gelmini (commentatori a latere Maurizio Belpietro e Alessandro Sallusti), hanno sparato ad alzo zero contro la magistratura politicizzata e sinistrizzata (come se in Italia ci fosse ancora una sinistra), non risparmiando invettive stile quelle che hanno portato il direttore e due giornalisti di Panorama a essere condannati a 8 mesi di carcere, mentre loro che sono deputati se la caveranno con un “pat pat” di Silvio sulla spalla. Non sono pervenuti, in questo caso, gli insulti dei pidiellini impegnati nella formazione base predisposta dal CT LettaLetta. In poche parole, dagli ex forzaitalioti governativi neanche un sussurro sulla sentenza, anche se dicono che tenere a freno Maurizio Lupi è stata una fatica immane. Nessun commento, ovviamente, neanche da parte dei pidini pacificatori e molto hippye (tutti pace a amore), se si esclude Rosy Bindi che ha provato a dire qualcosa, subito zittita da nonno Epifani. Silvio ha sospirato: “A questo punto non posso che sperare nella Cassazione”. Lo avevamo detto, l'elezione di Giorgio Santacroce a primo presidente della Corte, gli ha aperto scenari inimmaginabili fino a ieri, perché la Cassazione è importantissima, chiedere alla buonanima di Belzebù per averne conferma. E a proposito di compagine governativa. Partito con un 48 per cento di share (“Amici” docet), il governo a guida democristiana ha già perso 3 punti nelle preferenze degli italiani. Il fatto è che gli sketch che propone non fanno ridere nessuno. E se potevano essere giustificati nella prima puntata di rodaggio, a lungo andare la comicità sterile indispettisce. Ne sa qualcosa Silvio che, alla decima riproposta della barzelletta su Mohamed Esposito ai vertici europei, si era visto la platea dimezzata. E dire che Squinzi, proprio ieri, quasi con le lacrime agli occhi ha detto a LettaLetta: “Siamo sull'orlo del baratro, lo muovi quel culo. o no”?
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