Michele Santoro in modo molto eloquente titola la puntata di Annozero: “fuori dalle balle”, riferendosi alle eleganti parole pronunciate da Bossi e si chiede chi è che dovrebbe andare “fuori dalle balle”. Le risposte potrebbero essere molteplici: per Bossi gli immigrati nordafricani; l’esclusione dell’Italia dalla videoconferenza tra quattro nazioni che ha coinvolto Germania, Usa, Francia e Gran Bretagna sembrerebbe suggerire che la risposta sia Berlusconi. Oppure i moralisti che chiedono le dimissioni di Saverio Romano per il suo presunto coinvolgimento con la mafia?
Lampedusa, processo breve e le risse in Parlamento degli ultimi giorni, sono i principali temi affrontati da Antonio Di Pietro, Fabrizio Cicchitto, esponente del Popolo delle libertà, Maurizio Belpietro, direttore di Libero e Fabrizio Gatti giornalista dell’Espresso. Antonio Di Pietro sulla vicenda che ha visto protagonista il ministro della Giustizia Alfano:”Buttare in faccia alle opposizioni la scheda significa non aver riguardo per la democrazia, La Russa ha insultato il Presidente della camera con un’espressione volgare e se si arriva al punto di screditare il Parlamento, è un’altra conferma che non si ha rispetto per la democrazia. “Sul processo breve: “La Libia brucia, le centrali nucleari esplodono e in aula ci occupiamo dei processi di Berlusconi“
La replica di Fabrizio Cicchitto: “Il processo breve è necessario. Ogni anno paghiamo multe all’Europa per la lentezza della nostra giustizia. Il punto è un altro. Contro Berlusconi c’è un accanimento giudiziario. C’è un sistema di politicizzazione che dura dal 1994, dobbiamo fare i conti con una magistratura legata alla politica. Il processo breve ha una visione generale, può capitare che Berlusconi, avendo avuto più di venti processi a carico, rientri in chi beneficia di certe leggi”.
I battibecchi tra Fabrizio Cicchitto e Antonio Di Pietro proseguono con Di Pietro che rimanda:” L’Europa ci chiede di fare presto i processi non di non farli più! Il processo ha una funzione, stabilire se uno è colpevole o no, non farlo più è una sconfitta della giustizia, nel caso specifico del processo breve è rimasto solo il nome per farla fare franca al signor Silvio, questa norma serve solo a garantire una impunità”. Si sono punzecchiati in un duello verbale anche Marco Travaglio e Maurizio Belpietro sul processo Mills, procedimento che vede imputato Berlusconi per corruzione:”Anche senza la prescrizione breve, il processo Mills non arriverebbe mai a sentenza definitiva. Berlusconi non ha nulla da temere. Anche perchè non esiste un documento che provi il passaggio di denaro tra Fininvest e Mills”. Ma Travaglio incalza e lo smentisce:”E’ così ininfluente sapere se il nostro Presidente del Consiglio è un corruttore prima che arrivi la prescrizione? Forse avete paura della risposta. Belpietro sa benissimo che il processo si basa sulla lettera-confessione di Mills al suo commercialista. Ed è per questo che la Cassazione ha riconosciuto l’avvocato inglese colpevole ma prescritto. Le chiacchiere stanno a zero”.Si arriva alla questione Lampedusa – Cicchitto:”Dobbiamo affrontare questo nodo senza demagogia. C’è la faccia dei tunisini, ma anche quella degli italiani che soffrono. Bisogna distinguere fra rifugiati e clandestini. Berlusconi è andato lì e ci ha messo la faccia”. Di Pietro:” Il ministro La Russa ha rubato al scena a Berlusconi che è andato a salvare l’isola. Il governo ha lasciato marcire la situazione. E’ stato creato ad arte un lager, per spingere la gente ad odiare i clandestini. Berlusconi deve venire in Parlamento e spiegare cos’ha davvero intenzione di fare. Non andare a Lampedusa a comprare case”.
Ci sono 3500 persone che vivono e dormono in strada o dentro tende fatte di stracci e plastica, senza servizi igienici, non vogliono restare in un Italia che non offre garanzie, sono intenzionati a raggiungere la Francia, la Germania. Dobbiamo misurarci con umanità nei confronti di queste persone, perché sono sempre i più poveri che subiscono le difficoltà delle situazioni , visto che chi può permetterselo si compra una villa, forse con l’intento di metterla a disposizione dei bisognosi! Non si possono illudere gli italiani che la soluzione dell’emergenza sia imminente , non sappiamo come andrà a finire ma, sicuro è che si rende necessario l’impegno di tutti nella condivisione di questo dramma.
Fabrizio Gatti, che ha realizzato un’inchiesta sull’Espresso vivendo direttamente sulla sua pelle l’esperienza da profugo, ha spiegato nel dettaglio i perché dell’impreparazione dell’Italia all’arrivo di migliaia di tunisini. Una situazione “aggravata dall’introduzione del reato di clandestinità”.
La telenovela umana dei disperati prosegue…