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Berlusconi non ha mai meritato di essere preso in considerazione: vent’anni di follia hanno devastato il Paese. Le nuove generazioni dovrebbero essere risarcite per i danni che hanno subito

Creato il 28 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Da subito, non appena il triste personaggio ha annunciato la “discesa in campo”, molti hanno capito che si trattava di

Silvio Berlusconi - Caricature

Silvio Berlusconi – Caricature (Photo credit: DonkeyHotey)

un imbroglio. La sentenza del tribunale di Milano, che interdice Silvio Berlusconi dai pubblici uffici, sottolineando anche la sua tendenza spontanea a violare la legge, dimostra che semplicemente molti italiani avevano ragione. Avevano visto giusto, perché non c’era alcun bisogno di difendersi dallo spettro del comunismo e dell’allora Pds, partito assai moderato, tant’è vero che sostenne con Ppi e Lega il governo Dini dopo il ribaltone di Bossi, e poi si lasciò guidare dal democristiano Romano Prodi, poi diventato presidente della commissione europea. E’ curioso che molti politici di sinistra abbiano riconosciuto in Berlusconi un uomo politico, un avversario col quale riscrivere insieme la Costituzione (?!?), e col quale poi fare riforme insieme “per il bene del Paese”. In realtà Berlusconi era semplicemente ineleggibile: una legge adeguata al suo immenso e multiforme conflitto di interessi doveva impedirgli non solo di governare, ma anche di entrare in Parlamento. Si è persino teorizzato sul berlusconismo e sull’antiberlusconismo. Discorsi che sono stati fondati sul niente. La verità era chiara, semplice. Berlusconi non aveva un progetto politico e non ce l’ha, non era e non è mai stato un uomo politico.

Nel frattempo l’Italia sembra essersi dimenticata degli impegni presi vent’anni fa con l’Europa e il Trattato di Maastricht. Occorreva pensare a fare i conti con quei parametri, rendersi conto di quel che stava succedendo in altri continenti e imparare ad amministrare diversamente, senza più puntare sulla spesa pubblica, ma sull’innovazione, la ricerca, la cultura, rapporti economici più adatti a premiare la produttività: c’erano tanti modi di affrontare i problemi che erano attuali vent’anni fa, da destra e da sinistra.

Non si è mai capito perché il centrosinistra non ha mai fatto la legge sul conflitto d’interessi. Berlusconi ha ottenuto voti dalle solite corporazioni che avevano interesse ad evadere le tasse. L’imprenditore piduista lo dichiarava apertamente: “Per un imprenditore evadere le tasse, con questa pressione, è un dovere morale”. Il Paese è stato spaccato, lo Stato è stato attaccato e indebolito, scuola e sanità sono state devastate dalla follia di una classe dirigente assurda. Misteriosamente il centrosinistra ha anche cercato, dopo tanti anni di provata incapacità a governare da parte del personaggio ora interdetto dai pubblici uffici, di fare “riforme insieme”. Cose umanamente incomprensibili. Non c’è stato alcun buon senso in questi anni, dal 1994 in poi, da parte di nessuno. E’ stato un fallimento totale: un Paese intero ha navigato nella nebbia. Un periodo penoso che ha fatto solo del male alle giovani generazioni, che ne pagano le conseguenze e meriterebbero di essere risarcite da una classe dirigente, quando emergerà. Se emergerà.


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