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Bersaglio Mobile e il countdown elettorale

Creato il 22 febbraio 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

300px-Bersaglio_MobileDopo Bersani, Berlusconi e Monti arrivano a Bersaglio Mobile su La7, anche gli altri tre ovvero: Beppe Grillo, Antonio Ingroia e Michele Boldrin in sostituzione di Oscar Giannino coinvolto dal fuoco amico delle accuse del prof. Zingales che lo hanno costretto ad ammettere che parte del suo curriculum vitae era artefatto, con le conseguenti dimissioni e la rinuncia agli ultimi appuntamenti politici.

Enrico Mentana riesce dove tutte le altre televisioni italiane hanno fallito: manda in onda, in prima serata, un’intervista a Beppe Grillo, non 

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rilasciata direttamente ai microfoni de La7, (si sa che il comico genovese non concede interviste alle televisioni italiane ritenute artefici di  un’informazione distorta), ma accordata all’emittente europea  CNBC e che riassume il Grillopensiero. “Via ai rimborsi elettorali ai partiti, referendum propositivi senza quorum, per dare uno strumento ai cittadini di dire qualcosa, bilanci partecipati, e infine è il cittadino a decidere se fare grandi opere, noi vogliamo queste cose. – Io non sono candidato, né mai ho pensato di andare in Parlamento non è nella mia natura. Questa gente che ha spolpato l’Italia, non ha nel Dna che una persona normale, un comico, possa fare qualcosa senza averne un ritorno economico”…

Una campagna elettorale tutta giocata sui comizi e direttamente a contatto con la gente, è stato questo lo tsunamitour del M5S, con il finale a Roma. 80 comizi in 80 città in 40 giorni. Piazze sempre piene da Torino a Palermo: la gran parte delle città italiane hanno visto solo Grillo in piazza. Tantissime persone  hanno voluto  ascoltare chi ha dato voce alla protesta italiana. “Siamo arrivati al limite, la rabbia si è trasformata in disperazione, in paura però ora si è accesa una speranza, la speranza di mandarli tutti a casa, questo è un movimento che non si ferma più finché non se ne

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andranno – hanno dilapidato in 20anni questo paese ora è la volta dei cittadini, dobbiamo rifare questo paese dalle basi e per  farlo, bisogna che vadano via tutti, in pace – io sono il portavoce e un garante, non deleghiamo più  nessuno, entriamo direttamente dentro al Parlamento e faremo diventare l’onestà di moda”. È chiaro che Mentana avrebbe preferito un confronto in studio come è altrettanto  chiara la volontà di concedere la possibilità di non tagliar fuori del tutto il rappresentante di un Movimento che sta facendo parlare di sè come la forza politica che potrebbe trovare dalle urne del 24 e 25 febbraio la risposta più imprevedibile. Chi fa il nostro mestire – afferma Mentana – sa che deve mostrare e poi ciascuno sceglie soprattutto in campagna elettorale”.

Esautito lo spazio, pari ripartito, dedicato a Grillo è il momento di Antonio Ingroia, candidato premier di Rivoluzione Civile, “un esordiente nella politica”

STATO - MAFIA:INCARICO ONU A INGROIA, CSM SI SPACCA
che si prefigge la “missione” di continuare la lotta alla Mafia in Parlamento. “Per recidere il legame tra mafia e politica e colpire il cuore finanziario della mafia gli strumenti che la magistratura ha oggi sono insufficienti: bisogna andare in Parlamento a preparare e predisporre nuovi strumenti”. Colui che per la prima volta si trova a fronteggiare un’area differente dalla sua formazione e dove va di moda “l’attacco, l’insulto, alzare i toni, e molto mediatica” ma fatta anche di “contatto con tanti italiani che ancora oggi, nonostante tutto, sono assetati di partecipazione per far sentire la loro voce”, il candidato vuole provarci “nell’interesse dei cittadini e degli elettori” a cambiare questa Italia “dal volto sofferente in mano a un  potere dal volto feroce. – Anche se si sono fatti molti passi in avanti, sullo snodo fondamentale è neccessario fare un salto di qualità”. – Continuerà quindi la stessa battaglia con altri mezzi? chiede Mentana “Si, lo rivendico come mia missione specifica” -  “Noi siamo l’alternativa”. L’unificatore delle speranze di tutti quei partiti di sinistra che sono rimasti al margine e che  in questa lista vedono una risposta assieme all società civile, credono in questo progetto e “Rivoluzione Civile continuerà nel suo percorso anche dopo le elzioni perchè per riconquistare credibilità bisogna risolvere la questione morale è da li che bisogna ripartire” conclude,  l’ex procuratore aggiunto di Palermo.

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Infine arriva il turno dell’esponente del movimento “Fare per fermare il declino”, il professor Michele Boldrin, che  parla del passo indietro di Oscar Giannino ma, soprattutto delle misure economiche necessarie per garantire al Paese una ripresa effettiva, smarcandosi significativamente dalle dichiarazioni sia di Bersani sia di Berlusconi.” È successo questo bailame, che non mi aspettavo, è stato brutto e mi dispiace per Oscar, nella vita ognuno fa delle scelte e poi i nodi vengono al pettine. Ha fatto i conti con la propria coscienza, con una rapidità e un ‘onestà assolutamente mai presenti nel mondo politico italiano, ha riconosciuto gli errori, ha dato le dimisioni e ora si va vanti perchè in Fare c’è il popolo italiano che lavora e che si rende conto che la crisi è solo un momento di accelarazione di un declino socio-economico. – Questo paese purtroppo attraversa da quasi 30anni un declino lento che va fermato. – La produttività non cresce, servizi sociali peggiorano, l’occupazione è minima, gli investimenti esteri non arrivano, la ricerca scientifica assente ecc.ecc. Questa è la situazione, dal mio punto di vista, che dobbiamo cercare di risolvere. Bisogna armarsi di santa pazienza e di grande razionalità. La situazione che viviamo è il prodotto di anni di politica sbagliata, bisogna invertirla eliminando gli effetti un poco alla volta. Fare delle riforme profonde per far funzionare lo Stato che è il vero male con la sua burocrazia.  – Cambiare le regole. – Le tasse sono tremendamente alte e concentrate su chi lavora e produce, lo stato sociale è assistenzialista e illudersi che riducendo l’evasione si risolvano i problemi è falso, bisogna ridurre Irap e tasse sul reddito e poi le spese riducendo subito gli stipendi dell’alta burocraziua pubblica e rendendoli uguali a quelli europei”.

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In conclusione, tra promesse mancate passate e rinnovate di recente e l’aria di novità che sta percorrendo l’Italia, sta a noi scegliere tra le varie rappresentanze e cambiare prospettive. Sperando che questa volta la frase di  George Orwell “il linguaggio politico è concepito in modo che le menzogne suonino sincere” non si attui ancora una volta.


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