Dice Bersani: “C’è poco da dire, senza il PD, non c’è alternativa a Berlusconi e al berlusconismo”.
E’ vero, se si vuole mandare finalmente a casa lo strazio di uomo che ci sta rompendo le palle da oltre vent’anni e, insieme a lui, la sua politica populista, demagogica e maschilista, con tutta la congrega dei “magna-magna” di cui si è circondato, ci vuole un’aggregazione solida, attorno all’unico partito di opposizione che, volendo o nolendo, ha il 24-25% di consenso della popolazione.
Ma chi aggregare? Questo è un vero problema.
Si parla di “andare verso il centro”, ora “terzo polo”, verso un’area più che affollta per ora sembra solo molto ambita, ma fatta da persone che lasciano a desiderare in quanto ad affidabilità e a “scelte politiche”.
Alcune scelte fatte da questi centristi le abbiamo viste e per nulla condivise. Ne evidenziamo due, a titolo d’esempio:
La guerra in Iraq
Il testamento biologico
La guerra in Iraq. E’ accaduto che in Parlamento il 19 marzo 2003, si è votato e deciso di seguire Bush nella guerra, contro un paese che non ci aveva fatto nulla di male e che è stata basata su motivazioni false: dai prodotti chimici e biologici, in grado di ammazzare mezzo mondo – si ricorderà la storia dell’antrace – alla bomba atomica costruita nelle viscere della montagna. Nulla di vero.
Tra il papa Giovanni Paolo II, che supplica fino all’estremo delle sue forze la pace alzando le sue braccia al cielo e il Presidente del Consiglio Berlusconi che chiede il voto per essere catalogato amico di Bush, che scatena la guerra, ebbene tra queste due scelte, i cattolici, i cattolicissimi e bianchissimi dell’UDC hanno scelto Berlusconi.
E’ un avvenimento tristissimo, quasi incredibile. Giovanni Paolo II ha gridato “mai più la guerra”, è sceso sulle dichiarazioni esplicite, un anatema. “Chi decide che sono esauriti tutti i mezzi pacifici che il diritto internazionale mette a disposizione, si assume una grave responsabilità di fronte a Dio, alla sua coscienza, alla storia”.
Per capire, Giovanni Paolo II non aveva in mente né la Guerra del Golfo, né l’11 settembre e la voglia di rivalsa degli USA e neppure le atrocità di Saddam Hussein, aveva ben fisso in mente che la guerra non avrebbe risolto i mali di questo inizio del millennio, ma li avrebbe aggravati, facendo crescere l’odio, moltiplicare i rancori e i desideri di vendetta umane e religiose.
Tra i primi a votare la decisione di andare in guerra in Iraq ci sono quelli dell’UDC, quei cattolici convinti, che, col loro voto, hanno consentito la nostra partecipazione ad una guerra infinita ed hanno calpestato la nostra Costituzione, mentre avrebbero benissimo potuto opporsi, anche se allora facevano parte della maggioranza di governo. Non votare era meglio. Hanno votato per senso di responsabilità?
Il Testamento biologico: Un argomento angoscioso, che coinvolge tutti e soprattutto la nostra vita, quando non saremo in grado di dire il nostro parere, sulle scelte mediche che verranno fatte per noi e su di noi.
In Commissione Sanità del Senato, sono stati bocciati tutti gli emendamenti dell’opposizione, la maggioranza, con forme dittatoriali, ha approvato l’ennesima limitazione delle libertà personali.
Se questo obbrobrio diventerà legge, nutrizione forzata e idratazione saranno da considerarsi definitivamente sostegni vitali, senza alcuna possibilità d’appello. Sebbene nel resto del mondo sia possibile rifiutare questi trattamenti, il cittadino italiano, che sfortunatamente si ritrovasse in una situazione di coma, sarà costretto a essere nutrito e idratato anche contro la propria volontà, per tutto il tempo che gli resta. Questo vale anche nel caso di stato vegetativo permanente.
Con una mossa autoritaria la maggioranza legifera, anche stavolta con l’appoggio dell’UDC, benchè non sia al governo, su una materia che riguarda la persona umana nella sua complessità, arrogando a sé una presunta superiorità morale ancora da dimostrare. La volontà del singolo cittadino viene, totalmente ignorata e sbeffeggiata.
La legge non è ancora completata, per ora è passata solo in commissione, ma dobbiamo prepararci al peggio, perché sarà anche il prezzo che l’Italia dovrà pagare al vaticano, perché Berlusconi possa essere perdonato delle bestemmie che dice.
Sono solo due esempi di comportamento politico dell’UDC, che illuminano molto bene il pensiero di un centro, che non convince e col quale sarebbe bene non condividere nulla.
C’è tutta una parte di cittadini che non va a votare (specie i giovani), che sarebbe opportuno coinvolgere e non sta né in centro né a destra, ma che ha voglia di giustizia e di una vita sociale più degna per tutti, il mondo del lavoro, la Fiom, la Cgil, ideali molto lontani anche dalla politica egoista della lega, del centro e della destra.
Credo che la politica seria, quella che risolve i problemi della gente, stia nelle mani di un partito popolare, come il PD. Ma proprio perché è l’unico partito che può battere Berlusconi, tutta la stampa, tutti i media, lo escludono e lo nascondono facendo passare l’idea che il PD non faccia nulla, anzi il bombardamento mediatico e dei benpensanti opinionisti, contro il Pd è tale che fanno passare l’idea che sia un partito fatto di molle.
Non scegliere il centro, o come si chiama adesso terzo polo, vorrebbe dire forse perdere qualche Fioroni o Gentiloni, ma vorrebbe dire conquistare una massa di persone che non trova il suo ideale nè in Casini, nè in Rutelli e la Binetti, nè tantomeno in Fini.
Ma se si sceglie questo “terzo polo” che sembra una macedonia malriuscita, vorrebbe dire «perdere definitivamente» tanti voti di chi, come me, non si fida di quella parte di campo politico. Vorrebbe dire scegliere la sconfitta. E per Bersani significherebbe perdere anche la leadership.
Il PD dovrà scegliere, è chiaro, e dovrà cambiare sistema di comunicazione. Deve decidere una buona volta con chi stare e con chi portare avanti un’eventuale campagna elettorale. Il tentennamento attuale, un po’ di qua e un po’ di là non giova a nessuno e fa perdere sempre di più consensi.
E’ ora di smetterla di fare il ragioniere a tavolino, si mescoli con l’Italia che vuole cambiare, con chi protesta, con chi è precario, con chi non ha lavoro. Non abbia paura di andare alle primarie e non abbia paura di Vendola. Il DNA del PD sta a sinistra, non coi fascisti.