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BEYOND RE-ANIMATOR (2003) di Brian Yuzna

Creato il 25 agosto 2010 da Close2me

beyond re-animatorGirato dopo circa dieci anni dal sequel (Re-Animator 2) ed a quasi vent’anni dal titolo cult che diede inizio alla serie, il film del regista di origini filippine conferma appieno lo spirito e soprattutto l’originale visionarietà divenuti marchio di fabbrica dell’inconfondibile stile.
“In seguito ai ripetuti, disastrosi avvenimenti descritti nelle pellicole precedenti, il Dottor Adam West (Combs) è in carcere, dove sta scontando la pena alla quale è stato condannato. West che, malgrado i limiti imposti dalla detenzione, continua come può i suoi studi usando come cavie i topi che si aggirano nelle celle, riacquista la sua completa autonomia operativa quando l’infermeria della prigione viene affidata ad un nuovo medico. Questi conosce ed ammira il lavoro di West e si offre di aiutare le scienziato nelle sue ricerche, mettendogli a disposizione il suo laboratorio. Ancora una volta riprendono i folli esperimenti di rianimazione, all’inizio su un detenuto morto sul tavolo operatorio, ma che poi si estendono a numerosi altri soggetti, tra cui una avvenente giornalista in visita all’istituto carcerario, ed un sadico sorvegliante”
Che la si consideri una divertita rimpatriata tra amici (il bravo Jeffrey Combs protagonista, lo scalmanato genio di Screaming Mad George di nuovo agli effetti speciali) od una semplice trovata di marketing, per sfruttare nuovamente il marchio Re-Animator dopo il deludente Faust (2001), bisogna riconoscere che Yuzna è riuscito, attraverso una sceneggiatura memore dello humour nero della pellicola originale, a mantenere intatto quell’equilibrio eccentrico tra macabro e beffardo, tra messa in scena curata e sortite di fumettistica macelleria.
La produzione dell’iberica Filmax sembra credere al nostalgico ritorno splatter e permette al tutto di assumere la confezione tipica di un prodotto anni ’80: location carcerarie (economiche ma funzionali), villain crudeli di tutto rispetto (il direttore interpretato da Simón Andreu) e le immancabili, eccessive sequenze horror che limitano al massimo il digitale favorendo soluzioni con lattice, protesi e frattaglie.
Una conclusione ad una delle pochissime trilogie priva di evidenti cadute stilistiche/qualitative o, ancor peggio, di concessioni alle tendenze di mercato che inevitabilmente compromettono il genere. Yuzna però ha ancora molto da dire in materie e non si può escludere che dopo il passo falso di Rottweiler (2004), il discreto Beneath Still Waters (2005) e l’imminente Amphibious 3D non ci conceda un nuovo incontro col dottor West.


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