



3 dicembre 1984, Bhopal, India: dallo stabilimento della multinazionale Union Carbide, produttrice di pesticidi, fuoriescono 40 tonnellate di isocianato di metile che uccidono oltre duemila persone (secondo le stime fatte al momento). In realtà il numero dei morti pare nettamente maggiore, dieci volte quello indicato all’inizio. Le conseguenze del disastro si fanno sentire ancora oggi, a distanza di 27 anni, l’inquinamento della zona deriva dalla presenza dell’impianto non ancora bonificato. I procedimenti penali nei confronti della Unione Carbide India Limited, di Warren Anderson, amministratore delegato all’epoca, e di altri collaboratori hanno portato a una sentenza nel giugno 2010: un tribunale di Bhopal ha sentenziato la colpevolezza per omicidio colposo per grave negligenza di Keshub Mahindra, presidente nel 1984 e sette ex-dirigenti indiani della UCIL, di cui uno già morto. La condanna comminata è di due anni di carcere e 100.000 rupie (circa 2000 dollari) di multa…