NOTIZIE (Torino). Ancora una volta, la sessantatreesima, il vecchio cuore granata ha battuto forte oggi pomeriggio a Superga nella celebrazione del ricordo del Grande Torino perito sul contrafforte della Basilica il 4 maggio del 1949. “‘Ho visto Superga colorarsi di tantissimi piccoli cuori granata: è il popolo del Toro che cresce silenzioso e orgoglioso. L’orgoglio degli Eroi”. E’ il messaggio che il capitano del Torino, Rolando Bianchi, ha affidato a Twitter dopo essere stato protagonista dell’anniversario di coloro che solo il Fato seppe vincere.
Sono arrivati in cinquemila alla Basilica di Superga: tanti tifosi, i parenti delle vittime e il Toro di oggi, ma non il presidente, Urbano Cairo, bloccato dall’influenza. Prima la Messa officiata dal cappellano granata, don Aldo Rabino, poi la lettura da parte del capitano Rolando Bianchi dei 31 nomi dei giocatori, dei dirigenti, dei giornalisti e dell’equipaggio coinvolti nel disastro aereo del 1949.
”I dirigenti e i giocatori, anche quando lasciano un segno, comunque passano; la gente del Toro, resta”, ha detto nell’omelia don Rabino, “Custodire la memoria significa tenerla viva, come si fa oggi. La famiglia granata e’ qui riunita, con i parenti, con la squadra. Senza la squadra non sarebbe stata la stessa cosa, sarebbe stato come giocare una partita a porte chiuse”. ”Oggi tifare Toro e’ una fatica, resta la sofferenza e la coerenza di un popolo. Solo se restiamo uniti, infatti, il sogno che è il Toro andrà avanti: noi siamo al mondo per fare la differenza”.