Con Big Hero 6, la Disney si ispira per la prima volta a un fumetto Marvel. Una sfida che richiede coraggio e originalità, se solo si considera il precedente Frozen.Eppure, parliamo di questo 54° lungometraggio firmato Disney, come del "capolavoro dopo il capolavoro".Qualcosa che nessuno o forse pochi, si sarebbero aspettati. E la risposta è semplice, come lo è perdersi nei colori accoglienti di una città surreale, che fonde i tratti d'Oriente e Occidente, San Fransokyo.Ci si perde poi nel dolore e nel tentativo di superarlo. Come accadde per Bambi o Il Re Leone (il più grande trauma cinematografico della mia vita!). L'amore fraterno e la forza di una famiglia semplice, e poi un operatore sanitario personale... Disegnato con il solo e unico intento di commuovere chiunque, e vi sfido, uno ad uno, se doveste affermare il contrario. Baymax è la voglia di un abbraccio, la dolcezza che si sposta e si sente talvolta ingombrante, eppure arriva dove vuole. Ti guarda, ti "scannerizza" e ti cura.Un Bot-Totoro, bianco e morbido, di cui tutti avremmo bisogno.Ma Baymax non è soltanto l'amico pronto a salvarti, non che questa attitudine sia di poco conto, tutt'altro. Però non possiamo fare a meno di ricordare che, il meglio di noi che facciamo in vita, anche dopo di noi, continuerà ad esserci. Il nostro bene, nel caso ci fossimo riusciti davvero, continuerà a sopravvivere, a trovare una dimora sicura, una strada nuova da prendere.
Un gruppo di nerd scatenati, supereroi poco credibili ma... chissenefrega!Perché alla fine vince il bene, vince quella cosa cicciottosa e morbida, pronta a ricordarti che devi stare bene. Un altro film destinato a diventare un classico delle nuove generazioni. Mio figlio Luca ad esempio lo ha trovato straordinario, lui che ama i supereroi e i protagonisti che hanno più o meno la sua stessa età. Ora lo adora, e lo vediamo almeno una volta al giorno.Tant'è... "Luca smettila di fare lo scemo!""Mamma... non rientra nel mio database personale".
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