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Biglietto di sola andata per Venezia 71

Creato il 05 agosto 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

La Mostra del Cinema di Venezia ha già acceso i riflettori sul profilo del Lido. In queste settimane l’isola è risvegliata dal fragore dei martelli pneumatici, dal via vai delle escavatrici, dalle voci degli operai. È in pieno svolgimento la ristrutturazione della “fossa dei leoni”: la Sala Darsena, dove la stampa del mondo intero applaude i film in anteprima. Dal 27 agosto al 6 settembre accoglierà il pubblico con un volto completamente rinnovato. Fiore all’occhiello del progetto è il nuovo tunnel di collegamento con la Sala Grande del Palazzo del Cinema che consentirà le anteprime simultanee di fronte a una platea complessiva di 2500 persone. Ogni anno si profila una nuova storia e noi siamo testimoni di questo film emozionante che si perpetua nel tempo. Inquadrato nel vasto scenario della Biennale, il Festival del Cinema di Venezia raccoglie grandi proiezioni, celebri ospiti ed esclusive feste, pronte a riunirsi per l’edizione numero 71. Se come me volete entrare in punta di piedi in questa magica atmosfera e curiosare nel backstage, vi sveliamo qualche curiosità. Giusto per ingannare il tempo, in attesa di vivere l’evento che trasformerà la città incantata nell’incanto cinematografico.

La storia.
Il Festival del Cinema di Venezia, dopo gli Oscar, la cui prima edizione risale al ’29, è il più antico festival cinematografico del Mondo. La prima edizione, non competitiva, si svolse tra il 6 e il 21 Agosto 1932 sulla terrazza dell’Hotel Excelsior al Lido ed ospitò registi del calibro di Frank Capra, King Vidor e René Clair.

Dall’anno successivo si iniziò a far su serio e venne istituita la Coppa Mussolini al Miglior Film. Era il 1934. Il Leone d’Oro, simbolo della città di Venezia è stato introdotto nell’edizione del 1949 e a vincerlo fu Henri-Georges Clouzot col film «Manon».

In ogni Festival che si rispetti c’è una considerevole questione da evocare: le contestazioni che irrompono per i premi vinti o per quelli non vinti. Fa parte del gioco, della critica, dell’essere umano. La polemica è insita in ogni concorso. Ma le più famose, in questo Festival, sono quelle legate al nome di Luchino Visconti. Nel 1954, a «Senso», fu preferito il «Giulietta e Romeo» di Renato Castellani, mentre nel 1960 il favorito «Rocco e i suoi fratelli» venne battuto in finale da «Il Passaggio del Reno» di André Cayatte. Riuscì a vincere l’atteso premio solo nel 1964 per «Vaghe stelle dell’Orsa».

Luchino Visconti detiene un altro guinness: «La Terra Trema», del 1948, è uno dei film più fischiati di sempre, ritenuto troppo crudo.

Edizione 71. Pochi ma buoni.
L’imperativo è lo snellimento della kermesse: non ci saranno più di 70-80 film. Rispetto ai 140 titoli delle edizioni precedenti.

Il primo film.

Birdman

Sarà Birdman di Alejandro G. Iñárritu ad inaugurare la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in prima visione mondiale. Sul grande schermo, assieme a Michael Keaton, ci saranno anche Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan, Emma Stone e Naomi Watts. Una black comedy che racconta la storia di un attore ormai sul viale del tramonto (Michael Keaton), famoso solo per aver interpretato un mitico supereroe (ironia della sorte: Michael Keaton è stato Batman nel 1989 e nel 1992 per Tim Burton). Nel momento del racconto è alle prese con le difficoltà e gli imprevisti della messa in scena di uno spettacolo a Broadway che dovrebbe rilanciare la sua carriera, ma nei giorni che precedono la sera della prima, si trova a fare i conti con un ego irriducibile e gli sforzi per salvare la sua famiglia, la carriera e se stesso.

Il regista di “Amores perros”, “21 grammi”, “Babel”, “Biutiful” è anche lo sceneggiatore di “Birdman“, assieme a Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris Jr. e Armando Bo. Iñárritu ha fatto parte della giuria del Festival di Venezia nel 2007, ma è Cannes la kermesse che lo consacra agli occhi della critica e continua a premiarlo, nonostante le numerose nomination dell’Academy. Nel 2000 vinse il premio della Semaine de la Critique con “Amores Perros” e “Babel” gli valse il premio come miglior regista alla 59 edizione del Festival di Cannes. Nel 2010, presentando “Biutiful” a Cannes, Javier Bardem vinse il premio per la miglior interpretazione maschile.

Happy end.
Come Presidente della Giuria Orizzonti è stata scelta la più importante regista di Hong Kong, Ann Hui. La sua nuova opera “The Golden Era” sarà il film di chiusura della Mostra di Venezia. È la ricostruzione della vita di Xiao Hong, una delle scrittrici più radicali e controverse della letteratura cinese del primo Novecento. Considerata una delle maggiori rappresentanti della Nouvelle vague di Hong Kong degli anni ’70 e ’80, Ann Hui è la prima regista donna a ottenere l’Asian Film Award (l’Oscar asiatico) alla carriera.

Una novità.
Il Presidente della Giuria Internazionale sarà il compositore francese di musiche, nonché appassionato cinefilo, Alexandre Desplat. È la prima volta che un compositore presiede la Giuria del Concorso della Mostra del Cinema di Venezia.

Quote Rosa.
Sarà la regista italiana Alice Rohrwacher, classe ’82, a presiedere la Giuria Internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” della Mostra, diretta, ancora una volta, da Alberto Barbera e presieduta da Paolo Baratta. Alice Rohrwacher è oggi sulla cresta dell’onda grazie al successo ottenuto all’ultimo Festival di Cannes dove ha vinto il Gran Premio della Giuria con la sua opera seconda, Le meraviglie, protagonista la sorella Alba, attrice di ormai riconosciuta fama.

L’iconografia.

Venezia 71 - Locandina
A rappresentare il Festival di Cannes di ieri c’era lo sguardo di Marcello Mastroianni dietro gli occhiali da sole, tratto dal film “8½” di Fellini. Il poster dell’edizione 2014 si ispira invece ad Antoine Doinel, il personaggio protagonista de “I 400 colpi” di François Truffaut, e in particolare all’immagine conclusiva di quello che viene considerato uno dei finali più belli della storia del cinema. Il personaggio principale del capolavoro d’esordio di Truffaut è un bambino che vive con la giovane madre e il patrigno. Ha poca voglia di studiare, si diverte ad andare al cinema, a marinare la scuola, compiere piccoli furti, si sente oppresso da una famiglia che lo trascura. Sul finale del film, il giovane sta correndo verso il mare e nell’ultima inquadratura guarda verso la macchina da presa. Proprio questo fermo immagine è rappresentato sul manifesto della Mostra del cinema anche se con un elemento in più. Il ragazzo è contornato da pesci volanti, un tocco di fantasia che mitiga la dimensione interrogativa del suo sguardo, prima del tuffo nel mare della vita.

La madrina.
“Antò fa caldo”. Ve lo ricordate? Partita dalla pubblicità con questo tormentone dalla fine degli anni ’90, Luisa Ranieri, sarà la madrina delle serate di apertura e di chiusura della Mostra numero 71. Sposata con Luca Zingaretti, l’attrice napoletana ha iniziato una solida carriera nel mondo della fiction e poi per il cinema, diretta da Michelangelo Antonioni (“Eros”), Pupi Avati, Vincenzo Salemme e Ferzan Özpetek (nel recente “Allacciate le cinture”). Conosciuta al grande pubblico grazie al suo esordio nel 2001 con Leonardo Pieraccioni nel film “Il principe e il pirata”, poi un escalation di successi e di film, lavorando anche per produzioni americane e francesi: Letters to Juliet (2011) di Gary Winick, Le marquis (2011) di Dominique Ferrugia (2011) e Bienvenue à bord (Benvenuto a bordo, 2011) di Éric Lavaine. Alla Mostra veneziana lei aveva già partecipato due volte, con Eros firmato da Antonioni e con L’amore buio, nel 2010 con Capuano.

Red Carpet.

Eva Riccobono

La Mostra del Cinema di Venezia è da sempre un evento glamour. Versace, Dolce & Gabbana, Valentino, Alberta Ferretti, Chanel: sono questi gli altisonanti nomi che stanno facendo a gara per vestire le star che calcheranno il red carpet. Tanta attesa anche per il look di Luisa Ranieri, una vera e propria madrina con il pedigree, già protagonista del Festival del cinema di Roma nel 2011 con uno splendido abito total black, firmato Atelier Versace. E’ molto probabile che la Ranieri faccia il bis a Venezia 71 e riproponga un abito da sogno dello stesso stilista. Squadra che vince non si cambia. La madrina dell’anno scorso, l’eterea Eva Riccobono, si era fatta immortalare fasciata in uno splendido abito firmato Armani privée. Un tributo al made in Italy.

Lo stile di Alice Rohrwacher è minimal ma di grande classe. Ci sorprenderebbe vederla sul red carpet con un abito vaporoso o con ricche decorazioni. Sarà molto più facile che la si sorprenda a sfoggiare un accattivante abito o completo firmato Miu Miu, come già è accaduto in occasione del Festival di Cannes. Vedremo se la regista oserà con una gonna o se resterà fedele al tailleur pantalone, sempre di gran classe. Grande attesa per il musicista Presidente della Giuria di Venezia 71 ed in particolar modo per i suoi completi con papillon che ha già utilizzato in occasione degli Oscar e che rendono l’atmosfera ancora più sfacciatamente glamour.

di Valeria Ventrella per Oggialcinema.net


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