Con questa ricetta carica di ricordi e di affetto, le Ladies partecipano al primo contest Alce Nero Mielizia…
Da sempre dopo il mare, in agosto, si partiva per la casetta in montagna, in Valtellina, per godere di un po’ di aria fresca e fare lunghe passeggiate con il nonno. Niente scuola, i libri che rimanevano sempre (o quasi…) nella cartella fino all’ultimo giorno con il pensiero della scuola ancora lontana (lo faceva anche a voi? e anche tutti i venerdì???), le more raccolte e mangiate subito e poi portate a casa per preparare crostate e marmellate a volontà, in una parola: la spensieratezza. Accanto alla nostra casa in sasso viveva Raffaella, una cara amica, che sin da allora aspettava con gioia la bella stagione per poter accompagnare i pastori sulle alture con le mucche o le capre.
Insieme a mio marito quest’anno ci siamo tornati. Raffaella vive sempre là. Ha finalmente realizzato il suo sogno: un’attività bio tutta sua. Andiamo a trovarla (ma lo sapete che molti dei caprini che si trovano in giro sono in realtà fatti con latte vaccino?).
All’arrivo si sentono i campanelli delle caprette che pascolano libere sulla montagna verso il fiume. Non ti senti un pò Heidi? Mi viene da sorridere. Lei ci viene incontro, anche lei sorridendo, sì, l’aria di montagna lo diranno tutti ma è proprio vero che fa bene
Ci colpisce la pulizia e l’ordine, un po’ in contrasto forse con l’idea che avevamo di una stalla per le capre. Un piccolo salottino con un frigo che mostra gli yogurt e i formaggi che prepara personalmente. Le cantine dove vengono conservati i formaggi freschi e quelli stagionati, la sala con i macchinari per la conservazione e pastorizzazione del latte e in fine, la sala mungitura… che, devo dire, ha davvero un certo fascino.
Il pavimento è talmente lindo da lasciarci a bocca aperta. Non sembra assolutamente che lì transitino le capre per il “prelievo” del latte… è quasi un ambulatorio.
Ormai la curiosità è la caratteristica principale della nostra visita. Lei ci invita a vedere la mungitura; che avviene due volte al giorno, alle cinque del mattino e alle cinque del pomeriggio. Accettiamo l’invito scegliendo l’orario del te’ come quello più consono alla nostra vacanza (chi ce la fa ad alzarsi alle cinque del mattino, per di più in vacanza?!).
Le capre sono la seconda sorpresa della giornata. Sono 71. Chiediamo a Raffaella come faccia a farle tornare alla stalla dal pascolo. Ci risponde che fa un fischio e va loro incontro, loro si mettono in fila e rispondono al comando (sarei felicissima se anche il mio bulldog, la Sole, obbedisse in questo modo…). Entrano composte e tranquille nella stalla e si mettono in fila verso la passerella: c’è un cancelletto, sei per volta.
Si affrettano verso la mangiatoia dove, premendo un tasto vengono fatti scendere dei croccantini, dei quali evidentemente le capre sono ghiotte. (A che gusto saranno?? mi domando). 5 minuti ed il gioco è fatto. Fuori le prime sei da un altro cancelletto, sono già pronte le successive per l’ingresso e così via fino ad esaurimento. L’unica pigra è Mora, si chiama così, una simpatica capra con una pelliccia chiara, chiazzata solo da un bel color caffè sulla schiena. Raffaella le va incontro, è la più anziana, la prende per il collare, la incita dolcemente ed anche lei fa la sua passerella e il suo ingresso.
Raffaella ripulisce accuratamente la sala e torna da noi, con del caprino fresco. La ringraziamo e non vediamo l’ora di assaggiarlo!!! E intanto la mente elabora… Acquisisce ed elabora…
Tornati a casa, ecco le Ladies Marmalade come sempre all’opera con nuovi spunti ed idee. Chiamo la mia socia al telefono, le racconto tutto, lei mi dice del contest di Alce Nero… ed ecco la nostra ricetta, preparata con l’olio extravergine di Alce Nero e il caprino bio di Raffaella, perfetta come antipasto, anche in versione mini finger o come secondo leggero (le nostre dosi sono per 4 persone):
- 2 branzini medi o uno grande
- ½ bicchiere di vino bianco
- 3 grosse patate
- 50 gr. caprino fresco
- olio Alce Nero
- 2 cucchiai di parmigiano
- latte q.b.
- una noce di burro
- sale q.b.
Mettete in forno i branzini puliti e lavati in cartocci di carta stagnola con il vino, l’olio Alce Nero e cuocete per 35 minuti a 200°. Nel frattempo bollite le patate, sbucciatele e schiacciatele grossolanamente con una forchetta. Aggiungere del latte e la noce di burro. Appena i branzini saranno cotti, sfilettateli, metteteli in un contenitore con i bordi alti e frullateli con il caprino (grazie Raffa) e un pizzico di sale. Imburrate leggermente degli stampini tondi monoporzione e versarvi le patate fino a metà della capienza e poi la mousse di branzino, che avrete ben ispezionato affinché tutte le lische siano state rimosse (nella mousse è facilissimo vederle perché sporgono come delle spine). Passate in forno già caldo a 180° per circa quindici minuti. Impiattate capovolgendo lo stampino e picchiettando sul fondo. Guarnite con della valeriana e un tocco di colore, delle striscioline di barbabietola cruda… Buon fashion gusto!
E per concludere, cara Raffaella, salutiamo le caprette, i nostri complimenti e grazie per averci fatto ricordare un periodo e dei luoghi bellissimi, ideali per staccare dallo stress delle città, dal tran tran quotidiano e ricordarci cose semplici e genuine, fatte con passione.
Emi & Cecilia – Ladies Marmalade
Anche se questa ricetta partecipa ad un contest non poteva mancare il nostro perfetto con: abbiamo scelto delle comode flip flop con fiocco, diciamo un “campestre chic”: