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Bioarchitettura e autocostruzione, ecco come costruire in balle di paglia

Creato il 19 novembre 2014 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT
Fornitura dei “blocchi” in paglia per il tamponamento delle pareti (© ing. G. Nardini e arch. M. Ricci).

La bioarchitettura e l’uso di balle di paglia nella costruzione di nuovi edifici o nel campo del recupero introduce soluzioni tecniche che sono sinonimo di elevata prestazione energetica e di comfort. Nell’attuale situazione ambientale e di mercato si possono intravvedere interessanti scenari di sviluppo, pensando soprattutto che la materia di base è reperibile a chilometro zero ed ha elevata durabilità, adattabilità, capacità di favorire i criteri antisismici e riciclabilità.

Vivere in un edificio di paglia oggi è una scelta ben precisa del committente che riflette la volontà di condividere una filosofia di vita sostenibile, raggiungendo un elevato comfort psico-fisico anche attraverso l’utilizzo di tecniche costruttive che impiegano materiali totalmente naturali e reperibili nell’immediate vicinanze del cantiere, a volte forniti dall’agricoltore delle campagne vicine o dal terreno delle proprie colture.

 

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Viste virtuali di un complesso di case a schiera in corso di realizzazione a Fano (PU). Progetto: Arch. Michele Ricci e Ing. Giovanna Nardini. Dall’alto in basso: fronti Sud e Ovest, con lo spazio filtro della loggia e la pensilina a parziale ombreggiamento del solarium, cui sono integrati pannelli fotovoltaici; prospetto Nord-Est, in cui si colloca l’ingresso alle residenze; vista generale con l’organizzazione del sistema degli spazi verdi e di tutti gli elementi per il controllo dell’irraggiamento solare (© ing. G. Nardini e arch. M. Ricci).

 

Inoltre, è possibile sviluppare un processo di autocostruzione della propria casa poiché si tratta per lo più di tecnologie “a secco” e con dimensioni contenute dei componenti che consentono di norma una facile movimentazione manuale. A ciò si aggiunge la non tossicità dei materiali di origine naturale, che non rilasciano dunque sostanze nocive durante tutte le diverse fasi di lavorazione.

 

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Fornitura dei “blocchi” in paglia per il tamponamento delle pareti (© ing. G. Nardini e arch. M. Ricci).

 

Le balle di paglia possono essere impiegate in genere come tamponamento di un sistema costruttivo in legno, per edifici a due piani, oppure anche come elemento strutturale in edifici a un piano. Nel primo caso abbiamo principalmente tre tipi di tecniche. Nell’involucro GREB la struttura lignea ha una configurazione scatolare composta da montanti lignei, all’interno dei quali la balla in paglia è posta longitudinalmente, secondo corsi orizzontali.

La lavorazione prevede, dopo il montaggio di una cassaforma, l’applicazione di uno strato di argilla su entrambe le facce, che sarà completato con un intonaco di calce o in terra cruda, il primo generalmente applicato all’esterno e il secondo all’interno. Oppure si utilizza il sistema IN FILL, dove le balle sono alloggiate fra i montanti di una struttura platform frame, o ancora il sistema con cappotto naturale integrato all’uso di X-LAM strutturale. In questi casi il “blocco” di paglia ha uno spessore di circa 35-45 cm.

 

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Composizione della muratura GREB. La stratificazione finale è formata in questo caso (immagine a sinistra) da malta di argilla, balla in paglia e ancora malta in argilla che sarà finita con un intonaco a base di calce. Di corso in corso la struttura dei montanti lignei è collegata con fascette metalliche. A destra, applicazione della finitura di malta, dopo la predisposizione delle casserature (© ing. G. Nardini e arch. M. Ricci).

 

La scelta di utilizzare soluzioni tecniche d’involucro con l’impiego di balle di paglia e finitura in argilla permette il raggiungimento di elevati valori di trasmittanza termica e buoni valori di sfasamento termico estivo. Pertanto l’applicazione è particolarmente adatta in clima mediterraneo. In Italia tali scelte vengono incentivate, dal momento che la normativa ne consente l’uso.

 

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La soluzione tecnica adottata (IN FILL), unisce una struttura in platform frame a balle di paglia posate per filari verticali interposti alla struttura stessa e legate fra loro con fili di nylon. Le prestazioni energetiche delle pareti sono le seguenti: muri U = 0,128 W/m2K, pavimento U = 0,143 W/m2K, tetto U = 0,141 W/m2K, finestre U = 0,850 W/m2K, lucernai U = 0,938 W/m2K. Nel certificato di prestazione energetica della regione Piemonte, con un EPi pari a 13,66 kWh/m2a la costruzione è classificata in classe energetica A+ (© arch. M. Macrì e arch. S. Mancuso).

 

Nel caso di balle di paglia strutturali si fa riferimento alla tecnologia LOAD BEARING, in cui lo spessore della muratura è di circa di 90-100 cm e dove vengono utilizzate delle jumboballen di dimensioni attorno a 80x220x80 cm. Si tratta però di una tecnologia non ancora adeguatamente trattata dalla normativa vigente.

La flessibilità d’impiego delle balle di paglia con sistema portante in legno si pone come valida soluzione anche per ristrutturazioni, ampliamenti e sopraelevazioni, visto che si basa su un sistema costruttivo “leggero” e in cui i materiali hanno elevata durabilità, adattabilità, capacità di favorire i criteri antisismici e la riciclabilità dopo la dismissione. Elevato il comfort indoor, garantito sia sotto il profilo termo igrometrico, sia psicofisico, determinato dalla salubrità degli spazi che con questo materiale naturale si è in grado di garantire.

 

articolo di Valentina Radi* e Pietromaria Davoli**
* Architetto, Dottore di Ricerca in Tecnologia dell’Architettura, afferisce alla sezione Architettura del Centro Architettura>Energia dell’Università degli Studi di Ferrara.
** Professore straordinario e Ph.D. di Tecnologia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara. Direttore del Centro Ricerche Architettura>Energia.

L’intero articolo sarà pubblicato sul n.12/2014 di L’Ufficio Tecnico.


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