Si constata che quello che succede in provincia di Cremona, fra tanti psicodrammi, manfrine e banali bugie, accade ugualmente in provincia di Grosseto, ma non solo. Capita a Brescia, dove la discarica d’amianto ha generosamente elargito subito preziosi fori da un sacco pieno di cemento amianto, e in tante altre amene località: la democrazia con le sue regole si va esaurendo. C’è chi vuole conseguire il profitto e grazie alle leggi in vigore può arrivare all’obiettivo solo con qualche piccola forzatura o nemmeno quella. I comitati spontanei, così preziosi per la vitalità di un sistema decisionale a più livelli e con possibilità di dar voci a contropoteri, controlli e momenti di di partecipazione, vengono messi in difficoltà. Il caso di Capalbio preoccupa. Non ci sono confini al biogas e nemmeno allo strazio dell’ambiente e della salute. Si raccolgono firme ma proprio gli organi elettivi si disinteressano della volontà degli elettori.
La protesta è stata bollata dal blog Blitzquotidiano poiché condotta da noti Vip, come il senatore Pd Furio Colombo e Nicola Caracciolo. Blitzquotidiano nota che la società Sacra ha anche acquistato altri ettari di terreno per spostare l’impianto. Furio Colombo propone di realizzarlo in un’edificio dismesso. Capalbio (Maremma) è un piccolo gioiello, più che le vacanze di questi signori interessa però una questione di principio: non ha senso mettere impianti di biogas ovunque, quando la pericolosità di questi impianti è ancora discussa. I problemi dell’agricoltura non si risolvono disseminando ovunque impianti del genere. Inoltre Capalbio è minacciata anche dalla nuova autostrada tirrenica in programma.
Ecco che cosa scrive il blog di Italia Nostra Firenze.
Ci opponiamo all’impianto Biogas di Capalbio perchè devastante per la salute e l’ambiente, oltre che illegittimo, per i seguenti motivi. Se li condividi, partecipa anche tu alla petizione. Firma e fai firmare!!!
Perché è importante:
Il Comune di Capalbio lo scorso 2 ottobre ha approvato il piano aziendale proposto da Sacra srl per la realizzazione di un impianto biogas da 999kw a meno di 500 metri dalla riserva naturale del Lago di Burano, una laguna salmastra costiera – nota in tutto il mondo per il paesaggio mozzafiato – collocata all’estremità meridionale della Maremma grossetana classificata come zona umida di importanza internazionale secondo la convenzione di Ramsar e riconosciuta zona di protezione speciale (ZPS), sito di interesse regionale e comunitario (SIR-SIC).
Le 3000 firme raccolte contro il progetto dai comitati locali e i numerosi studi che attestano l’illegittimità della scelta localizzativa, non sono servite a nulla; il Comune le ha totalmente ignorate.
Ora la parola spetta alla Provincia che in tempi brevissimi dovrà indire una conferenza dei servizi per ricevere, tra gli altri, i pareri di Asl, Arpat e Soprintendenza.
Se anche questi saranno positivi, la Provincia rilascerà l’autorizzazione unica e nulla sarà più possibile fare per fermare l’impianto, se non ricorrere ai giudici amministrativi.
C’E’ GRANDE URGENZA! LA PROVINCIA DI GROSSETO HA GIA’ DICHIARATO SUI GIORNALI DI VOLER RILASCIARE AL PIU’ PRESTO POSSIBILE L’AUTORIZZAZIONE!
PERCHE’ CI OPPONIAMO:1. La localizzazione prescelta contrasta con le linee guida ministeriali del settembre 2010, che indicano quali luoghi idonei ad accogliere gli impianti le “aree già degradate da attività antropiche, siti industriali, cave, discariche” e non idonei (tra l’altro) “le zone particolarmente sensibili e/o vulnerabili alle trasformazioni territoriali o del paesaggio” poste all’interno di coni visuali la cui immagine è storicizzata e identifica i luoghi anche in termini di notorietà internazionale e attrattiva turistica e agricole DOP. LA zona prescelta per la localizzazione dell’impianto di Capalbio (distante solo 500 metri dal Lago di Burano) non solo non è degradata, ma è pressoché incontaminata e costituisce uno degli scorci panoramici più belli del mondo.
2. E’ assolutamente insostenibile per la viabilità locale il traffico di mezzi pesanti necessario per il trasporto delle oltre 33.000 tonnellate di materiali in entrata e in uscita dall’impianto;
3. La localizzazione prescelta viola tutte le prescrizioni sulla localizzazione degli impianti per la produzione di energia rinnovabile contenute negli strumenti urbanistici comunali;
4. E’ assolutamente insostenibile l’incidenza che l’impianto avrà sull’Habitat del Lago di Burano (sito di interesse regionale, comunitario, zona di protezione speciale, area Ramsar e prima riserva nazionale d’Italia);
5. L’impianto è collocato a meno di 150 metri dalle prime abitazioni. Come denunciato ormai da numerosi scienziati, vi è il fondato rischio che impianti come questo possano determinare gravi danni alla salute di uomo e animali.
6 Per approvvigionare l’impianto, la società proponente coltiverà appositamente (in zona già fiaccata dalla siccità ed in cui è forte l’intrusione salina) centinaia di ettari di colture dedicate, tra cui mais, bisognoso di enormi quantitativi di acqua.