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BIRTHDAY GIRL. So, what?

Da Nina
Un breve aggiornamento, per ricordarmi che oggi è un giorno speciale: il mio giorno. Nonostante tutto.Per farmi forzaecoraggio, iniettandomi un'overdose di ottimismo e fiducia, fino a svenire.Perchè Yes, I can. Si, je la posso fa pure io.
Chi mi conosce già sa che questo giorno, per me, si porta dietro tanti ricordi, dolci e dolorosi. E' una data ambivalente: motivo di festeggiamenti, ma anche di nostalgia e assenze.Perché questo mi suscita da 7 anni ormai: senso di pienezza per il panorama che ho davanti e vuoto incolmabile, per quel sorriso che oggi non si spalancherà per me. Per quell'unica telefonata che non riceverò. Per la voce, la sua, che oggi non sentirò. Saranno i suoi auguri a mancarmi più di tutto, la sua assenza che percepirò di più. Perché quando nasce un figlio nasce anche una madre, ora lo so nelle viscere. Perciò oggi è nata anche lei.
Avevo perfino deciso di festeggiare timidamente, con la mia famiglia nuova nuova di zecca, ma manco il tempo di pensarlo che subito mi arriva, settimana scorsa, l'inaspettata e improvvisa notizia. Me la porge Lui con un fil di voce, quasi a scusarsi:
- Amore io non ci sarò il giorno del tuo compleanno, vado in Canada -- Cazzo stai a dì? - è stata la mia regale risposta, sgorgata dal fondo del cuore.
No perché io pensavo davvero stesse scherzando, naturale no? E invece corca, era serio eccome. Me ne sono dovuta fare una ragione poco dopo e in tutta fretta, quando mi sono accorta che continuava a parlare e spiegare anche se io non percepivo quasi più nulla, mi rimbombava nella testa un'unica frase:- Vado in Canada, torno venerdì -E a questa affermazione perentoria (della serie o ce stai o ce stai, non si può modificare la realtà delle cose), faceva eco nella mia testa un'infantile ritornello:- E mo come faccio io da sola con Simone? -Quindi non solo non si festeggia una ceppa oggi, ma sono addirittura qui che elaboro la sua partenza. A breve dovrebbe chiamarmi per il primo scalo a Francoforte.Che dire? Che tutte le persone che abbiamo incontrato questa settimana, all'annuncio della trasferta lavorativa hanno esclamato, TUTTE senza un'esitazione nella voce e senza la minima considerazione della mia persona:- Che ficooooooo! In Canada! Da paura! Quanto stai? Quando parti? Dove vai? -E io lì che mi sentivo la donna invisibile (o la piccola fiammiferaia, dipende dai momenti).No perché voglio dire la realtà è che io mi sobbarco tutto l'onere pratico-organizzativo-distruttivo-logistico della gestione del Pivello, ormai da un mesetto soprannominato:ATTILA: il flagello di dio
(ovvero: dove passa lui non cresce più l'erba)
Serve che io aggiunga altro?Ma si sà, son donna forte e scaltra, mica mi fermano ste quisquiglie. In fondo male che va, dopo che mi ha smontato tutta casa, mi butto sul suo tappetone e mi faccio seppellire dai giocattoli che ha scelto dai cassetti e dalle credenze: barattoli di vetro, posate affilate, piatti e tegami di varie misure e materiali. Mi faccio usare come zerbino proprio, in attesa che la cena si prepari magicamente da sé. E poi lo guarderò sputarmi tutta la pappa in faccia, sclerare perché vuole fare solo ma ancora non ci riesce, si stanca e si stufa subito. Lo sentirò urlare perché vorrebbe avere il braccio allungabile, tipo 'Carletto il Principe dei Mostri' e le dita a ventosa come i polipi e raggiungere così ogni oggetto nel raggio di 20 metri. E quando la frustrazione è alle stelle - la sua - e ultimamente questo accade nel tempo massimo di 2 secondi netti, si mette a  fare un verso che dire che è fastidioso è come dire che pulire i cessi delle stazioni è sgradevole.Ma si che mi frega a me, poi arriverà il momento delle ninne e finalmente potrò sprofondare sul divano, agonizzante e con la bava alla bocca e darmi il giusto tempo per ricompormi e rialzarmi per rimettermi subito a 90 gradi, piegata a raccogliere il delirio che c'è in terra, seguendo le tracce che ha disseminato lungo il suo cammino, come Pollicino. Tracce che inevitabilmente portano o nella doccia o dentro il water. Chissà perché poi. E infine pregare che non si svegli troppe volte. Sapendo che sto sprecando la mia fede.
Stanotte ho dormito 4 ore spuzzunite. Simone si è svegliato alle 4 (era il secondo risveglio, che vi credete) e ci ha messo 40 minuti per riaddormentarsi. Ovvero io l'ho cullato e confortato nel suo pianto straziante per 40 minuti buoni. Poi sono tornata al letto, ho chiusi gli occhi e mi si è acceso il cervello. Si è messo in moto contro la mia volontà e come ogni meccanismo perverso una volta azionato non c'è verso di fermarlo. Almeno non alle 5 della mattina. E così si sono fatte le 6,40 e ho sentito Lui alzarsi, prepararsi, venirmi accanto per baciarmi. Ero talmente intontita che non ho avuto nemmeno il privilegio di comprendere cosa stava accadendo e salutarlo in maniera dignitosa. Se provo a immaginare la mia faccia mi vengono in mente parole associabili al pulire il cesso di cui sopra. Ricordo solo frasi confuse, perse nella nebbia della mia testa: - Mi mancherai - Auguri - Quando arrivo chiamo - Se hai bisogno non farti problemi -Ma forse è meglio così, almeno sentimentale come sono non mi sono messa a piangere. Perché io senza di Lui mi sento un po' meno io, un po' più sola, fragile, persa. Nina Lumacona. E poi finalmente crollo e mi addormento. Questo lo ricordo bene. Mollo le difese e... Uaaaaaaaaaaa. Parte l'allarme, il suo pianto assordante che è l'equivalente di:- Mamma! Mammaaaaa! Cazzo stai a fa? Mica penserai di riposare? -Chi? Io? No! sia mai amore mio, sono qui per te, solo per te. Sono schizzata in piedi e sono corsa da lui, baci, abbracci, buongiorno cuore mio. Colazione, tutto imbrattato di latte (ora vuole i biscotti inzuppati, cosa diavolo è un biberon? Ciucciatelo te mà) e poi cercare di vestirmi io, mentre lui si tuffa dal divano, afferra oggetti sparsi che non sapevo neanche di avere e non mi chiedo neanche più dove li abbia trovati. Mi chiedo giusto come fa a distinguere tra innocui, dannosi, pericolosi, molto pericolosi, letali e scegliere sempre questi ultimi. Ma vabbè so bambini che ce voi fa, fanno i bambini!E poi via di corsa con calma in macchina, che lui ora vuole camminare e non gliene frega niente del percorso stabilito per arrivare al garage. No lui ama le deviazioni, l'avventura e punta sempre le scale del palazzo per tentare i suoi tuffi carpiati, che se ti distrai un attimo ciao propri: Figlio mio dove sei?E alla fine ce la fai, che ormai sei specializzata nel lancio del Pivellino nel seggiolino auto. Cinture inserite. Manovra. Siamo in strada. Occhiali da sole. Musica on. Ed è lì che realizzo. In quel preciso istante.
Oggi è il mio compleanno.Lui è partito e torna venerdì.Ho dormito 4 ore Cazzo sono riuscita a non caricarmi la colonna del garage. Sono una grande. Proud of meMa ndo vado io? Al lavoro? Seeee. Ci vorrebbe la controfigura.
Accosto prendo il telefonoe  chiamo. Oggi non vengo, mi spiace, problemi familiari blablabla.Poi porto Simon all'asilo, lui è tuttofelicefelice (ve l'ho detto che lì non piange mai, non si lagna mai e nemmeno coi nonni, con i zii, con il giornalaio e col barista? No solo con mammasua fa ste cose carine) e io proseguo. Trovo un posto, parcheggio la macchina e vado a fare colazione al mio bar preferito. E poi vado a farmi un regalo. Una di quelle cose che da tanto, troppo, non facevo. Entro nella mia libreria e mi metto a girare tra odori e colori, senza una meta. Per gustarmi la pace che vive tra le pagine dei libri, le storie sommerse, taciute, svelate. Godo di questo spazio solo mio, assaporo ogni sensazione fino a che il fastidio diventa intollerabile e non posso più ignorarlo: un'orda di bambini delle elementari è lì a scegliere libri con la maestra. Bella cosa, per carità, ma proprio oggi, proprio ora, proprio qui? Vabbè ma allora ditelo!
Ma oggi 10 novembre 2014 io sono una montagna, nulla mi scuote. Nina Zen socchiude gli occhi e prosegue il suo giro. Raccimola il suo bottino, paga e torna a casa soddisfatta. Ora si, posso dire che davvero è il mio compleanno oggi.Che a volte basta poco, la gioia delle piccole cose.
E niente tutto questo per avere una scusa per festeggiare anche con voi, che ci siete state, con me, fino a questo compleanno. Il mio QUINTO con voi, da non crederci! Come vola il tempo (l'inciampo nella retorica concedetelo a una povera scema che la notte invece di dormire... pensa). E mo me la canto e me la sòno (voce del verbo suonare!): 
Tanti auguri a meeeeeee!
(e si, son 37)
*
Postilla: se qualcuna di voi è in pena per me e le mie sorti e teme per la mia incolumità, a voi voglio dire: Grazie della considerazione. Che dopo una settimana di invisibilità son cose che riempiono il cuore di gratitudine. E poi aggiungerei anche che sono stanca, si, ma non sono fessa, perciò ho mobilitato un paio di persone (nello specifico mia cognata, mia suocera e la vicina. Lo so fanno tre, non vi sfugge niente), perché va bene tutto, ma io da sola col Flagello non ci dormo. Oh. Che visto che mi dovrò alzare più e più volte, dopo pomeriggi densi di noiduesoli, va da sé che sarò sfatta di stanchezza e non so bene come il mio corpo reagirà. E poi voglio stare serena che se mi succede qualcosa (tiè tiè tiè) c'è qualcuno lì con me.E ora tutti in coro: Tanti auguri aaaaaa
BIRTHDAY GIRL. So, what?

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