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Bìsnes

Da Word3press

Sull’onda dell’entusiasmo (del tutto ingiustificato) di Elisewin7
(entusiasmo che si spengerà quando aprirà la busta con l’oggetto finito),
è tornata in me la voglia di aprire un mio fottuto negozietto virtuale da infognare con le mie dannate creazioni.

Il problema è che, però, la concorrenza estera è spietaterrima.
Per cui penso: ok, su etsy non apro niente, perché tanto è inutile: il target è prevalentemente USA.
Allora vado su Dawanda e vedo che ci sono diversi crafter italici.
E’ però desolante vedere che solo pochissimi hanno venduto qualche cosa.
Se non comprano la roba degli altri, perché mai dovrebbero comprare la mia?

Beh, ma uno prova, no? Soprattutto se non c’è da pagare per mettere in vendita gli oggetti (cosa che dovrò verificare).

L’altro problema è il nome.
Tutti quanti hanno dei nomi fighi per il proprio negozietto. Hanno addirittura le etichettine di stoffa col proprio brand cucite all’interno dei manufatti.
Io non saprei proprio cosa inventare.

Non mi riesce atteggiarmi a donna sciccosa che ha un’alta opinione dei propri prodotti.
Sono più una specie di gattaccino randagio pulcioso che non ha voglia di farsi accarezzare.
Sarei più propensa, quindi, a chiamare il mio shop Robaccia di Lu o qualcosa del genere.
Solo che non avrebbe molto appeal…

Avete suggerimenti, miei odiosi lettori?



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