Bisogna anche saper perdere

di Giacomo Pagone

Peter Buckley! Chi era costui? Il famoso interrogativo del manzoniano Don Abbondio, che si domandava chi fosse Carneade, è appropriato per un nome, quello di Buckley appunto, che così, su due piedi, non dice nulla. E invece il buon Peter detiene, a suo modo, un guinness: è il pugile più sconfitto al mondo.

Peter Buckley, classe 1969, ha perso la bellezza di 256 incontri su 300, un record poco invidiabile, ma che, sicuramente, ha contribuito a portare alla ribalta il nome di questo goffo pugile britannico, attirando su di lui la curiosità e, perché no, la solidarietà di molta gente.

Il 31 ottobre 2008 Peter ha deciso di appendere i guantoni al chiodo, facendo notizia anche in questa occasione: contrariamente alle più rosee previsioni, infatti, Buckley è riuscito a battere il suo avversario. Dopo l’incontro, disputato a Birmingham, sua città natale, il pugile più incapace di tutti i tempi è stato premiato con una speciale “cintura” (equivalente ad un trofeo nella boxe), in onore della sua poco gloriosa carriera.

Peter Buckley è, quindi, entrato di diritto nella “hall of fame” del pugilato come simbolo della testardaggine e della speranza, dimostrando a tifosi e non, quanto sia importante seguire i propri sogni, nonostante le sconfitte, le umiliazioni e i pugni degli avversari. E poco male se a fine match, una volta tolti i guantoni, ha contato più ferite che successi, perché Peter la sua vittoria l’ha ottenuta: è riuscito, comunque, pur entrando dalla porta di servizio, a diventare parte della storia della “nobile arte”.

Parafrasando la famosa frase del barone Pierre de Cubertin, l’uomo che riportò in auge i Giochi Olimpici, possiamo dire che l’importante non è vincere, ma saper perdere, e di questo Buckley ne sa qualcosa.