Nella quarta isola più grande del mondo , esistono animali strani e rari, tutti protagonisti di una biodiversità senza eguali. Siamo nel Madagascar. Quasi il 90% di oltre 1000 specie di vertebrati , centomila di invertebrati e tredicimila piante sono endemiche, cioè si trovano solo su quest’isola.
Per proteggere questo Eden , è in marcia nella foresta un esercito di guerriere silenziose. Armate di registratori , macchine fotografiche , schede , provette , rilevatori meteo e videocamere , le ricercatrici dell’Università di Torino hanno una missione : studiare la straordinaria vita naturale malgascia e proteggerla con il coinvolgimento e il sostegno delle popolazioni locali.
MadActionè il nome dell’iniziativa sostenuta dall’Università italiana e dal centro Tutela specie minacciate – Parco natura viva di Bussolengo (Verona) , con la U onlus , associazione di solidarietà e cooperazione allo sviluppo per la tutela della biodiversità , dell’ambiente e del sociale. L’obiettivo è di conservare quasi mille ettari di foresta pluviale ancora intatti , in un Paese che attraversa una crisi sociale e politica.
Il Madagascar è un territorio grande due volte l’Italia . Rimasto separato del resto del mondo per oltre 80 milioni di anni , si è trasformato in una specie di zattera biologica. Fauna e flora si sono evolute indisturbate fino all’arrivo dell’essere umano. Da allora sono scomparsi animali fantasy come l’Aepyornis , che era il volatile più grande della Terra. ma sono rimasti animali altrettanto affascinanti come la farfalla notturna cometa , 20 cm di lunghezza , una delle falene più grandi del mondo. Poi ci sono camaleonti alti come un piccolo cane.
Ora più del passato bisogna salvare quel che resta del Madagascar “Ma isolare sotto una campana di vetro la foresta orientale di Maromizaha significherebbe sequestrare il territorio al suo contesto sociale” spiega Cristina Giacoma, docente di zoologia e capo progetto in Madagascar “Per questo l’iniziativa coinvolge sia gli abitanti dei villaggi circostanti in attività sul campo e nelle scuole , sia gli studenti di tre Università malgasce , che lavorano con i nostri ricercatori”
I residenti hanno ultimato una nuova stazione di ricerca , che funzionerà da campo base per scienziati e ricercatori a livello nazionale. L’obiettivo è mettere a punto un piano di conservazione flessibile ed efficace per la foresta pluviale.
L’isola del Madagascar affascina dal canto dell’indri nella foresta. Si tratta del più grande tra i lemuri , le proscimmie che rappresentano forse la principale peculiarità della fauna malgascia. Con circa sessanta specie tra diurne e notturne popolano tutta l’isola. ne esistono di varie dimensioni : dai trenta grammi del lemure topo pigmeo fino ai dieci chili dell’indri indri.
“Tecniche innovative ci hanno permesso di fare grandi progressi nel capire le vocalizzazioni e il comportamento dell’Indri” racconta Viviana Sorrentino “per chilometri il canto risuona nella foresta in un affascinante coro composto da nove suoni principali , schiocchi , roar e soffi: sono gli appelli territoriali , d’amore e di difesa. Nel tempo abbiamo imparato a distinguere i canti di coesione da quelli di minaccia e di allarme da terra o dal cielo. E soprattutto a riconoscere i maschi dalle femmine , a individuare gli animali che stonano e quelli che stanno imparando a cantare , attorno ai due anni di età”.
Protagonista di molte leggende col nome malgascio di babakoto ( padre del ragazzo) , l’indri è considerato sacro ,un tabù. Come misteriosa incarnazione degli antenati , è vietato toccarlo e tanto più catturarlo o ucciderlo. Eppure lo Zoological Society of London ha inserito l’Indri Indri tra le cento specie di mammiferi a maggior rischio d’estinzione. I suoi nemici risultano il fossa, il più grande predatore del Madagascar , e alcuni rapaci. Ma il vero rischio è la deforestazione.
Dopo i disordini del 2009, il governo è provvisorio e la sua vita economica e civile è in profonda crisi. Il prezzo del riso è triplicato , le foreste bruciano per dare spazio a piccoli campi poco fertili e la carne di lemure è servita come prelibatezza in molti ristoranti. Nel 2010, l’anno della biodiversità per l’Onu, proteggere la ricchezza di specie è l’ultima chance di sopravvivenza per questo animale , come per tutta la vita naturale dell’isola.
madyur