
“True love makes a person reckless, makes them take risks and make sacrifices. True love tests the boundaries of our person, makes us yearn to be better and fight for the ground we stand on. I will fight for this love. Lie for it. Steal for it. It’s worthy of that.”
“Black Lies” è capitato nelle mie cose da leggere perché ne aveva parlato in maniera molto entusiasta Natasha del blog “Natasha is a book junkie”, una delle mie blogger preferite. Australiana, simpaticissima, alla mano, incredibilmente competente spesso mi ritrovo d’accordo con le sue opinioni. In questo caso purtroppo non sono del suo stesso avviso. Il libro assolutamente diverso da tutto quello che potete immaginarvi è sconvolgente e non è assolutamente come sembra, ma mi ha lasciato insoddisfatta.
Brant: È diventato bilionario quando ha raggiunto il suo ventesimo compleanno. È legato a me da tre anni. Mi ha chiesto di sposarlo quattro volte. È stato rifiutato quattro volte.
Lee: Taglia l’erba quando non porta a letto le casalinghe. Bravo con le sue mani, la sua bocca e il suo membro. È stato inseguito da me senza sosta per due anni, che lo sapesse o meno.
Forza. Giudicatemi. Non avete nessuna idea di quello che comporta amare.
Se pensate di aver già sentito di questa storia, fidatevi – non è mai successo.
E in effetti non c’è nulla di ordinario, per lo meno non nella seconda parte del libro, nella prima sembra una storia orribile, una storia che mi sono rifiutata di continuare per più di un mese. È il segreto, quel maledetto segreto che non avevo indovinato, anzi pensavo tutt’altro che spinge a continuare la lettura e a non arrendersi. Un maledetto gioco di potere, che la Torre perpetra contro il lettore. L’azione inizia in medias res, quando Layana, la protagonista, che racconta la sua storia in prima persona, ha già scoperto tutto e conosce già le conseguenze delle sue scelte. Ma mentre la donna svincola nel racconto, accennando a questo grande segreto, il lettore arranca cercando di capire. Layana è una donna che sa quello che vuole, che ha lottato una vita per superare i pregiudizi e il volere della madre, e quando raggiunge finalmente la libertà può conquistare quello che vuole. In realtà è una donna che si lascia coinvolgere dalla ricchezza e dal benessere ed è fondamentalmente molto egoista. Bellissima, scaltra, non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno ed è seriamente intenzionata ad avere tutto, e subito, senza mezzi termini. Mette su un piano complesso solo per prendersi l’uomo che vuole, niente la lascia a terra, anche nei momenti più difficili sceglie l’uomo che ama sopra qualunque altra cosa. Ma allo stesso tempo ci si ritrova ad ammirarla nonostante i suoi colpi di testa e i suoi numerosi sbagli ed inettitudini. Ma sostanzialmente si tratta di un libro difficile da comprendere che lascia basiti e increduli e che secondo me raccoglie una storia troppo grande per essere sminuita così. Perché quando si viene finalmente a conoscenza del segreto, quando finalmente la donna ce lo svela, io mi sono detta che non poteva essere risolto tutto nelle ultime cinquanta pagine. Perché si prende una grave condizione in mano e la si modella in maniera tale da regalare una parvenza di finale felice, quando nella realtà è tutto tranne che una situazione facile e felice. Niente di ciò che à descritto è facilmente comprensibile e non sono riuscita ad apprezzarlo.
Brant è un uomo forte, determinato, che lavora come un mulo per un sogno ed è arrivato in alto, molto in alto, talmente in alto che lo stress diventa troppo. Lavorare con computer e stringhe infinite di codice da debuggare rischia di essere pericoloso e di farlo cadere in un baratro. Geloso, efficiente e passionale sa quello che vuole ed è pronto a tutto pur di ottenerlo. Brant non è un uomo semplice, è uno di quegli uomini che riempiono la pagina ed è difficile da accettare perché nasconde un passato terribile, che non può essere condonato in maniera tanto superficiale.
Dall’altra parte Lee è un uomo semplice, violento, sanguigno, che lavora con le mani per sistemare i giardini della città. Un uomo incline all’alcool e alla violenza, anche se non teme le conseguenze delle sue azioni, neanche negli atti più sconsiderati. Lee non accetta un no come risposta e si ritrovo avvinto alla vita di Layana senza neanche averlo preventivato. È tutto un crescendo, fino allo scioglimento finale.
E poi c’è Jillian, la zia di Brant, la sua assistente e la manager del suo impero informatico, una donna risoluta che vuole proteggere ciò che ama e ciò che ha costruito con tanti sacrifici nell’arco di una vita, senza guardare nessuno. Un personaggio dalla sfumature multiple e molto inquietanti, che non si sarebbero immaginate.
Lo stile della Torre è complesso, articolato su più livelli, ma i personaggi sono piatti, manca una vera caratterizzazione. La narrazione è serrata e non lascia spazio a riflessione e introspezione, ma si assiste impotenti di fronte allo spettacolo che i tre mettono in scena per noi. Anche le parti più intense, quelle erotiche, mancano di sentimento e di passione, atti che si consumano tra Layana e i due uomini in momenti carnali e a volte anche squallidi.





