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Black Mirror: The National Anthem (qualcosa di personale)

Creato il 04 aprile 2013 da Einzige
Black Mirror: The National Anthem (qualcosa di personale)
Un generico PM inglese di nome Callow viene svegliato nottetempo dal suo staff per essere sottoposto alla visione del video di un anonimo rapitore x che ha appunto rapito la beneamata principessina del popolo a.k.a. Susannah. Nel video si specifica che, nel caso in cui il PM non si - letteralmente - fotta un maiale (ma diciamo scrofa, orsù) in diretta mondovisiva, la bella Susannah verrà uccisa.
Questa è la trama.Non ci sono altre richieste: né soldi, né ricchezza, né popolarità, né mille Ruby pronte a Palazzo Madama. Solo, che il povero cristo Callow (ché non riesco proprio a non essere solidale con lui) si scopi 'sta povera scrofa (sì, anche lei, alla fine che colpa ha?).
IL TESTO CHE SEGUE È PIENO DI SPOILER
Ora.L'idea di base è talmente, tragicomicamente paradossale, che poteva uscire: 1) una tremenda cacata, oppure 2) un semi-capolavoro. Perché? Perché nel mezzo di questo quaranta minuti scarsi c'è tutto.Un po' come nel bellissimo ed esplosivo e mindblowing "Unthinkable" ci si chiede, a un livello estremamente semplificato, quanto oltre si possa andare in nome di un ideale che, eufemisticamente e in maniera riduttiva e anche un po' maliziosa, definiamo come POSITIVO.Qui la cosa è scarnissima: per salvare la vita di una donna, un uomo può compiere un atto di zoofilia?Adesso, non è necessario rispondersi, ché s'entrerebbe in un ginepraio spinosissimo, ma è altresì necessario meditare sulla questione che è, in fondo, se, in nome del bene, si può far del male (oltretutto, in questo caso specifico, anche auto-inflitto): è un'idea su cui giochicchiano tutti quei fannulloni dell'F2 tipo gli sceneggiatori dei millemila "Saw", ma qui si prende un po' più sul serio. Non foss'altro perché, parallelamente a questa che è l'issue centrale, partono una serie di altri rivoli slash sub-plot che intrippano il fruitore come se fosse entrato in una lavatrice.Il povero Callow è un eroe.A prescindere.Il rapitore ha delegato il potere di vita e di morte su un soggetto terzo nelle mani - ironicamente - di un politico (!), scaricando una tonnellata grezza di responsabilità sulla sua testa: ora che si è tolto tutto il complicato e spersonalizzante medium burocratico, il politico si trova ad affrontare quello che è, almeno idealmente, il suo compito in un momento di scelta ultra-critico. Il costo di questa responsabilità è, of course, mettere a repentaglio la caduca solidità del suo matrimonio (ricordiamo che sono inglesi, ndr): si tratta, tecnicamente e nel senso più integralista, di "tradimento" - in quanto ne viene fatto, dell'uccello di Callow, oltre che uso improprio, anche uso adulterino.In secondo luogo, siccome sempre di marketing politico si tratta, bisogna considerare gli effetti indesiderati di un eventuale rifiuto ad accondiscendere alla richieste del rapitore (della serie "noi non trattiamo coi terroristi") che, qui, toccano un livello di raffinatezza etica inusuale per un prodotto televisivo: il pinco pallino medio comprenderebbe la situazione e, nell'eventualità, non giudicherebbe negativamente il PM per l'atto umiliante cui si presterebbe, anzi lo approverebbe.Ma, probabilmente, il punto più importante - che è poi il perno dell'episodio - è la manipolazione televisiva.
Black Mirror: The National Anthem (qualcosa di personale)
SECONDO AVVERTIMENTO: DA QUI LO SPOILER È UN CONTINUO
Poiché, il fantomatico rapitore (un genio, ndr) ha fottuto il PM, ha fottuto lo staff, ha fottuto i media e, soprattutto, ha fottuto la gente.Con tutti incollati davanti al televisore, le strade vuote, milioni di occhi puntati su uno schermo, la realtà diventa un fluido malleabile e, sostanzialmente, sotto il suo totale controllo.Risultato: lo spettacolo sta intrattenendo il pubblico e la realtà si svuota.O, per dirla in altri termini, tutti presi a guardare quel che accade chissà dove non si accorgono di quel che accade alle loro spalle.Potere manipolatorio della tivù, dirà qualcuno; potere manipolatorio della tecnologia, aggiungerei io, ma questo è uno di quei macro-argomenti sui quali torneremo.Nel frattempo ci rimangono solo considerazioni sulla spregiudicatezza che ha assunto il ruolo dello show nella nostra scala di valori: non a caso, a fine puntata, si parla di primo vero capolavoro artistico del XXI secolo. Poiché è questo quel che il rapitore ha fatto: ha - passatemi il gioco di parole - rapito lo sguardo del mondo, concentrandolo su un solo misero punto. E ha ingannato tutti. Il PM, i media, il mondo.Dopotutto, è questa l'avanguardia artistica o, se volete, il significato recondito dell'arte a cui il fruitore si presta con ostinata gioia: essere ingannati, in modo sofisticato, in modo elegante, esteticamente a puntino, ma sempre essere ingannati.Per questo siamo concentrati sulla società dello spettacolo, e non sulla realtà. Per questo abbiamo ora fuso la società dello spettacolo con la realtà, e, se dovessero chiedere a un mucchio di gente dov'è che vivono, buona parte (o almeno quelli intellettualmente più onesti) risponderebbe su facebook, o su twitter. La nuova piazza del paese è la vetrina virtuale, il monitor di questo pc.Inutile menarla ancora, il cyberspazio è reale e non rendersene conto è criminale. Il paradigma della neutralità della tecnologia è stato smentito dal suo stesso creatore, Jaspers, il quale affermando il concetto diceva pure che è intrinseco il contrario. La tecnologia non è neutra: cambia l'uomo, non è l'uomo che comanda,
IL DOMINIO È DELLA TECNOLOGIA
ma non è detta l'ultima parola...

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