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Blackhat, il nuovo film di Michael Mann in 5 curiosità

Creato il 13 marzo 2015 da Oggialcinemanet @oggialcinema
HE’S THE MANN – BLACKHAT, il nuovo film di Michael Mann in 5 curiositàCome nella famosa pubblicità, basta la parola: Michael Mann. Uno dei grandi maestri del cinema contemporaneo torna alla regia con Blackhat, nelle nostre sale dal 12 marzo. L’idea di partenza della storia è che nessuno meglio di un criminale possa catturare un altro criminale. Nicholas Hathaway, in base a questo principio, viene contattato dalle polizie di Stati Uniti e Cina per provare a fermare un’organizzazione di hacker che sta attaccando attraverso la rete i capisaldi della finanza e dell’economia. Michael Mann torna nelle nostre sale a cinque anni di distanza dal suo ultimo film, Nemico pubblico, e sceglie Chris Hemsworth come protagonista. Accanto a lui ci sono Wei Tang e Viola Davis. Dalle rapine alle banche nelle depressione degli anni Trenta, ai delitti cibernetici di oggi, il passo è allo stesso tempo lungo e breve. 1) Cappello nero. Il termine Blackhat (letteralmente: cappello nero) è un termine che serve a contraddistinguere i “cattivi”: viene dai film western, dove normalmente i villain usavano i cappelli neri. Quando si parla di hacker, un blackhat è colui che fa pirateria cibernetica per fini personali o per arrecare danni agli altri. Inizialmente, il film doveva semplicemente chiamarsi “Cyber”. 2) Digitale. Blackhat è il primo film di Michael Mann ad essere girato completamente in digitale, materia in cui l’autore di Miami Vice è considerato un maestro assoluto. Infatti Collateral, Miami Vice e Nemico pubblico erano stati girati in gran parte in digitale ma contenevano alcune sequenze girate in pellicola 35 mm. Blackhat è anche il primo film di Mann a usare delle lenti anamorfiche dai tempi di Heat – La sfida. 3) Realtà e finzione. La trama del film è stata ispirata da un caso vero, quello di Stuxnet, un worm creato per attaccare i sistemi di controllo industriali. Creato nel 2010, Stuxnet ha distrutto almeno un quinto dei sistemi di controllo nucleari dell’Iran. E sulle sue origini si sa molto poco…4) Musica nera… di rabbia. Il compositore della colonna sonora Harry Gregson-Williams ha espresso il suo disappunto verso Michael Mann perché il regista avrebbe usato solo una minima parte delle composizioni create per il film. Gran parte del suo lavoro è stato rimpiazzato da composizioni di Atticus Ross (il sodale di Trent Reznor al lavoro con Fincher per le musiche di The Social Network, Millennium e Gone Girl) e Leopold Ross. 5) Una donazione… interessata. Blackhat è stato girato tra Chicago, Giakarta e Hong Kong. In particolare, Michael Mann ha donato circa 38 mila dollari al Community Chest di Hong Kong a nome della Hang Seng Bank, come ringraziamento per aver avuto il permesso di girare per cinque sere nell’area di ingresso della banca.di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net Blackhat, il nuovo film di Michael Mann in 5 curiosità ultima modifica: 2015-03-13T09:53:02+00:00 da Redazione OAC

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