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Blitz di Greenpeace alla centrale nucleare di Tricastin

Creato il 16 luglio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Cina, Francia, centrale nucleare, Greenpeace, Tricastin, Hollande, EDF, nucleare, Hong Kong

Attribution: Avda.

Tra venerdì e sabato le proteste in Cina per fermare il progetto di costruzione di un impianto nucleare nella provincia di Guangdong, a 100 chilometri da Hong Kong, e adesso la Francia con un blitz di alcuni attivisti di Greepeace per ostacolare il funzionamento della centrale nucleare di Tricastin. Fra gli attivisti fermati dalla gendarmeria francese vi sarebbero anche alcuni italiani. A rivendicare la protesta, uno striscione che accuserebbe della situazione presente niente meno che lo stesso presidente francese Francois Hollande. Queste le parole dello striscione appeso durante il blitz: “Francois Hollande: presidente della catastrofe?” o “Pronti a pagare il prezzo?”. Quanto mai il tema dell’impatto ecologico si sta facendo bollente. Prima la Cina, ora la Francia, la polemica (pacifica e/o violenta) si sta pian piano allargando a macchia d’olio, forse a testimonianza di una sempre maggiore sensibilizzazione della popolazione civile.
Gli attivisti sarebbero entrati nel perimetro del complesso nucleare nella notte appena trascorsa. Le forze di sicurezza del luogo, tuttavia, allarmate dall’intrusione, hanno ostacolato l’azione degli attivisti di Greenpeace. Nonostante la cittadina interessata sia in territorio francese, e per l’esattezza Tricastin, il gruppo è eterogeneo nella sua formazione. Vi avrebbero partecipato, da quanto pare, sia italiani, che spagnoli e romeni, oltre ai francesi che per certo erano nel maggior numero.
Sia un portavoce dell’EDF, ovvero l’Ente Nazione per l’Energia, che un portavoce del Ministero dell’Interno hanno spiegato che nulla è stato manomesso dagli attivisti, e che la sicurezza dell’impianto nucleare non è stata affatto messa in dubbio. Il contingente di protezione constava di una cinquantina di agenti, fra i quali poco più di una ventina addestrati nella difesa di obiettivi sensibili come i complessi nucleari.
L’intenzione degli attivisti non era per nulla quella di mettere a repentaglio la salute e la sicurezza della popolazione civile abitante nelle zone limitrofe. La loro azione era semplicemente quella di una protesta pacifica contro gli impianti tecnologicamente lontani dal concetto di basso impatto ambientale. Salendo infatti dalle infrastrutture intorno ai reattori, hanno raggiunto la parte più alta del complesso, e da lì hanno fatto pendere un paio di striscioni, di impronta chiaramente ecologista, del tipo: “Tricastin: incidente nucleare”, e appunto quello già citato in precedenza: “Francois Hollande: presidente della catastrofe?, Pronti a pagarne il prezzo?”. Dopo quest’ultima azione sembrerebbe davvero obsoleto parlare ancora, dopo tanto, di nucleare come tecnologia energetica per il domani. Se il futuro è realmente l’innovazione, che si spalanchino definitivamente le porte al progresso.


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