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Blocco 52 ospite in palude. L'alligatore intervista i Lou Palanca
Creato il 27 luglio 2013 da Cirano2Nel web si fanno incontri straordinari, nel web ho conosciuto questo nuovo autore italiano, con un cognome simile a quello di un calciatore celebre nel Catanzaro di alcuni decenni fa. E non è certo un caso. Ha scritto un romanzo particolare, ambientato in buona parte nella sua Calabria, Blocco 52 – Una storia scomparsa, una città perduta, dato alle stampe per l’editore Rubettino. Blocco 52 racconta la vicenda di un dirigente del PCI, morto assassinato negli anni Sessanta, quelli del boom, quelli di un’Italia che da paese agricolo si trasformava in una scoordinata realtà industriale.Luigi Silipo, era in quel periodo presidente dell’Alleanza dei Contadini, e sembrava avere una diversa idea di sviluppo. Forse per questo è stato ucciso. Difficile dirlo. Il libro mette sul piatto varie ipotesi, da questioni sentimentali a dure e dirette lotte sindacali, ma non è un libro d’indagine, piuttosto sembra il libro di passioni e lotte, non solo politiche, anche amorose; un libro di vita direi, che sembra un bel film da giovane cinema impegnato. Blocco 52avanza piacevolmente attraverso brevi ma incalzanti capitoli dedicati ai vari protagonisti dell’intreccio, dal 1965 ai giorni nostri, mischiando le sue pagine con quelle polverose dei registri dei tribunali e quelle asettiche e più fresche del web. In entrambe, su Lugi Silipo e la sua triste fine, si trova pochissimo. Ecco perché, dopo aver letto questo romanzo, mi è venuta voglia di parlarne poi con l’autore, uniti tramite mail dal profondo nord al profondo sud. Lou Palanca mi ha rivelato molte cose, sul protagonista della vicenda e non solo. State a sentire …
“Blocco 52 - Una storia scomparsa, una città perduta”. Come è nata l’idea di scrivere un romanzo su di una storia così nascosta? … In Italia i misteri sono tanti, ma sono almeno conosciuti, questo era perduto … lo dice il titolo, te ne accorgi leggendo il libro. Da dove salta fuori?
Salta fuori per caso, dal racconto di qualcuno che ne serbava una piccola traccia di memoria. L’idea di scrivere è nata proprio perché una storia che per una città come Catanzaro sarebbe dovuta essere clamorosa (il primo omicidio dopo più di un quarto di secolo, tante piste, nessun colpevole) viene completamente rimossa. Inizialmente pensavamo di scrivere una sorta di inchiesta, ma in poco tempo comprendiamo che le corde del romanzo, nel quale mescolare vero e verosimile, sono molto più consone a raccontare quella storia.
Raccontate di un assassino di un dirigente politico del PCI calabrese, dimenticato. La domanda che sorge: è vero, o completamente inventato? Se cerchi in Internet non trovi nulla, o poco … come del resto si legge ad un certo punto nel libro. E gli altri personaggi? Veri? Inventati? …
La vicenda dell’assassinio di Luigi Silipo è pura storia, dopo essere stata per qualche tempo cronaca viva. Silipo, quando il primo aprile del 1965 viene ucciso, ha 49 anni, è il presidente regionale della Alleanza dei Contadini, ma negli anni Cinquanta era stato membro del comitato centrale del Pci, il più esclusivo “club” della sinistra italiana dell’epoca, uscita dalla clandestinità della cospirazione antifascista e ispirata al modello organizzativo leninista. Degli altri personaggi sono veri, altri inventati, qualcuno ispirato a persone esistenti, altri solo raffiguranti tipi umani di cui volevamo parlare. Vivono in epoche diverse, parlano linguaggi differenti.
C’è un assassinio, raccontato all’inizio e alla fine, e in tutto il romanzo si sente che dovrà succedere. Ma non è un giallo. L’assassinio rimane misterioso, ci sono solo varie ipotesi, legate alle passioni di Luigi Silipo, non solo politiche. L’impressione è che dell’assasino non vi importi. Insomma, meglio il viaggio che la meta …
Nelle presentazioni del libro amiamo dire: abbiamo cominciato a scrivere per indagare le ragioni della morte di Silipo e siamo finiti a ricercare le ragioni della sua vita. In primo luogo la storia dei suoi ideali che lui, figlio di una famiglia borghese, aveva abbracciato declassandosi. Ma abbiamo voluto provare a descrivere anche la storia che si muoveva intorno, a livello globale e locale, nella città che a metà degli anni ’60 incominciava a conoscere grandi trasformazioni urbanistiche ed a diventare qualche anno dopo capoluogo di Regione. La meta è stata senz’altro il viaggio stesso del raccontare.
Come sono state le reazioni di critica e pubblico? … e della politica? Avete fatto anche delle presentazioni un po’ in giro. Dove e come si sono svolte? Ne farete altre?
Le reazioni alla lettura del libro sono state molto positive, talvolta in misura tale da risultare quasi imbarazzanti. E’ sorprendente notare come i lettori ci vedano di tutto, da Pasolini a Eco, dai film di Petri a quelli di Kurosawa!! Mediamente, comunque, è risultato un libro gradevole e interessante. La politica ufficiale non ha avuto molto da dire, mentre coloro che hanno vissuto quegli anni ci hanno detto che abbiamo colto nel segno degli anni che abbiamo descritto. Abbiamo già fatto una ventina di presentazioni, dapprima in Calabria, dallo Stretto al Pollino, ora siamo sbarcati sia in continente sia in Sicilia. Tra l’altro abbiamo fatto due presentazioni in contemporanea a Roma e siamo stati al Salone Internazionale del Libro di Torino. Abbiamo già diverse altre richieste, da nord a sud e questa estate sicuramente saremo presenti con una forma di reading sulle coste calabresi.
L’editore del libro è Rubettino. Come vi siete incontrati? Come avete lavorato insieme?
L’incontro con Rubbettino è avvenuto grazie a Filippo Veltri ed Enzo Ciconte, che hanno avuto modo di leggere la nostra opera in anteprima. Abbiamo lavorato molto bene: Florindo e i suoi sono persone molto disponibili, un bel gruppo, una realtà calabrese della quale andare orgogliosi.
Ho trovato “Blocco 52” un romanzo molto adatto al cinema. Una storia d’Italia dove si intrecciano bene amore e odio, personale e politico, grandi avvenimenti storici e piccole miserie. Ve lo immaginate un film tratto dal vostro libro? Da quale regista? Italiano? Straniero? …
Come accennavamo prima anche altre persone hanno rilevato questa adattabilità del libro ad un racconto cinematografico, per cui abbiamo cominciato a pensare che la nostra opera possa trovare una rappresentazione di quel tipo. Il regista più adatto a trasporla sarebbe probabilmente un italiano, magari uno della nuova leva, come Crialese, bravi tecnicamente, ma intensi dal punto di vista narrativo. Luigi Silipo lo potrebbe interpretare bene Turturro, sia per le fattezze somatiche, sia per la sua abilità nel parlare l’idioma catanzarese.
Lou Palanca è un nome collettivo, sveliamolo, non a caso ho posto le domande al plurale. Come mai Lou Palanca? Come è nato, e come si è “diviso” i compiti? Avete avuto qualche punto di riferimento? Questo è il suo primo romanzo. Ne scriverà altri?
Lou Palanca si ispira un po’ alla storia dei Wu Ming, il collettivo di scrittura ad oggi più famoso, che inizialmente portò il nome di Luther Blisset, un calciatore come Massimo Palanca, grande ala sinistra del Catanzaro degli anni ’70 e ’80, un mito del calcio che non c’è più.Ai Wu Ming e al loro manifesto del New Italian Epic siamo debitori non solo di un approccio letterario, ma anche politico, la letteratura, i conflitti, la lotta. I compiti sono stati divisi sulla base dei personaggi da narrare, ma non sono mancate incursioni degli uni sul terreno di scrittura degli altri, qualcuno non ha scritto, ma ha revisionato la scrittura. L’esperienza ci è piaciuta, per cui abbiamo già in cantiere storie che meritano per noi di essere raccontate.
Per saperne di più http://www.tumblr.com/tagged/blocco%2052
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