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"Blood Story", USA 2011 (Anteprima)

Da Rossellamartielli

Oggi vi parlo di un film che non vedo l’ora di vedere: si tratta "Blood Story", remake Hollywodiano di "Lasciami entrare", film del 2008 diretto dallo svedese Tomas Alfredson.

"Lasciami entrare", Alfredson 2008

Ho letto un po’ di recensioni in giro, e pare si tratti davvero di un buon remake… Più spettacolare del primo – com’è ovvio, visto che parliamo della mega-industria di Hollywood – ma anche più nostalgico, più romantico, a tratti quasi una sorta di “teen-drama”; tra l’altro ho scoperto che era fuori concorso alla V edizione del Festival Internazionale del Film di Roma (2010).Si tratta quindi della seconda traduzione per il cinema del romanzo di Ajvide Lindqvis, "Lasciami entrare", edito da Marsilio

"Lasciami entrare", Marsilio 2006

Devo ammettere che non ho visto l’omonimo film di Alfredson (anche se ce l’ho in dvd, e intendo rimediare presto) perché il libro ai tempi (un paio di anni fa) mi deluse un po’… Non è male, diciamo che forse mi aspettavo di meglio, meno tratti noiosi, ecco!L’ambientazione di “Blood Story” non è più la gelida periferia di Stoccolma, bensì quella americana, ugualmente ricoperta di neve, e i giorni nostri vengono sostituiti dal passato, vivissimo nella memoria americana, di Reagan e dei favolosi, anni '80... Questi cambiamenti non mi piacciono molto, avrei preferito venisse mantenuta l'ambientazione originale del romanzo, ma non voglio dare giudizi prima di vederlo...

Vietato ai minori di 14 anni

Titolo originale: Let Me InNazione: USAAnno: 2010Data di uscita: 30 settembre 2011Genere: HORRORDurata: 115'Produzione: Hammer Film Productions, Efti, Overture FilmsDistribuzione: Filmauro (2011)Regia: Matt ReevesCast: Chloe Moretz (Abby), Kodi Smit-McPhee (Owen), Richard Jenkins, Elias Koteas, Cara BuonoSoggetto: John Ajvide Lindqvist (romanzo)Sceneggiatura: Matt ReevesMontaggio: Stan SalfasScenografia: Ford WheelerFotografia: Greig FraserMusiche: Michael GiacchinoCostumi: Melissa Bruning
TramaAbby (Chloe Moretz) è una misteriosa dodicenne che diventa vicina di casa di Owen (Kodi Smit-McPhee), un timido adolescente vittima a scuola di un crudele bullismo. Nella sua solitudine, Owen stringe un forte legame con la nuova vicina, ma non può fare a meno di notare che Abby è diversa da chiunque altro. Quando la sua fredda città del New Mexico è attanagliata da una serie di orrendi delitti, Owen deve guardare in faccia la realtà: quella ragazza dall'aspetto innocente è in realtà uno spietato vampiro. Dal regista di Cloverfield il miglior horror americano degli ultimi 20 anni.TrailerCritica"Piccole vampire crescono... e lasciano il segno. È 'Blood Story', remake Usa diretto da Matt Reeves ('Cloverfield') dello svedese 'Lasciami entrare' di Tomas Alfredson.Co-prodotto dalla Hammer dopo 30 anni d'assenza, passiamo dai sobborghi di Stoccolma al New Mexico senza spostare le lancette dagli anni '80 (Reagan in tv divide Bene americano e Male sovietico). (...) Focus sull'età di transizione e la stagnazione socio-economica, non si abdica dalla funzionalità antropologica del sangue versato: più didascalico e spettacolare (effetti speciali per i salti scimmieschi di Abby, e il papà Richard Jenkins), meno inventivo dietro la camera ma più stiloso di Alfredson, Reeves non delude, e affonda i canini. Altro che 'Twilight' e 'True Blood', i vampiri sono qui e ora." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 29 settembre 2011)


"Che cosa è il Male? Risposta da predicatore: la possibilità di far male a qualcuno. E cosa vuol dire diventare adulti? Accettare questa possibilità. Cioè capirla e dominarla. Scusate la predica ma 'Blood Story' parla di questo, come ogni bel film sull'adolescenza. (...) Diretto da Matt Reeves ('Cloverfield'), 'Blood Story' è il remake Usa di 'Lasciami entrare' di Tomas Alfredson. L'originale è superiore per forza, originalità, profondità. Reeves rimonta gli episodi (enfatizzando il destino del tutore di Abby), sfuma il contesto sociale (disoccupazione, alcolismo, divorzi), esaspera i lati horror, chiarisce in parte quanto nel film svedese era ancora più torbido e angoscioso. Ma lavora benissimo sugli spazi e sui suoi ottimi attori (Chloe Moretz, Kodi Smit-McPhee), cui regala primi piani magnifici e inventivi. Non si rimpiange troppo l'originale. Non succede spesso." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 30 settembre 2011)


"Prima regola: non confonderlo con un 'Twilight' a sessi rovesciati. Blood Story (brutto titolo che sostituisce l'originale 'Lasciami entrare') è sì la storia d'amore tra un umano e un vampiro: ma ne è la versione inquietante, anziché piaciona, più il racconto del sentimento che nasce tra due creature marginali e 'diverse' che una fantasy vampiresca in senso stretto. (...) Con l'effetto collaterale che chi lo conosce potrebbe avere un forte senso di déjà-vu, tanto Matt ('Cloverfield') Reeves si è mantenuto fedele al modello nella versione americana da lui diretta. Salvo qualche particolare: gli eventi spostati nel New Mexico, e introducendo il personaggio di un detective che incornicia la vicenda in un'indagine di polizia. Comunque, non è proprio il caso di lamentarsi." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 30 settembre 2011) 


"Remake hollywoodiano dello scandinavo 'Lasciami entrare', il film di Tomas Alfredson ispirato al bestseller di J.A. Lindqvist, 'Blood Story' trasferisce con pochi cambiamenti la vicenda nel profondo dell'America conservatrice reaganiana, a Los Alamos, New Mexico. (...) Prodotto dalla rinata Hammer e diretto dal Matt Reeves di 'Cloverfield', 'Blood Story' è più patinato dell' originale, ma non ne tradisce lo spirito. La musica, la fotografia plumbea, gli ambienti, l'intensità dei due giovanissimi interpreti Chloe Moretz (lanciata da 'Kick Ass', la vedremo nei prossimi Scorsese e Burton) e Kodi Smit-McPhee ('The Road'): tutto concorre a fare del film non tanto un horror, quanto una fiaba nera, metafora delle contraddittorie inquietudini infantili." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 30 settembre 2011)


"'Blood Story' è il titolo molto esplicito del rifacimento americano di un europeo davvero motto bello e dal titolo più colto e poetico 'Lasciami entrare'. Forse alcuni ricorderanno questo piccolo film dl vampiri adolescenti uscito qualche anno fa in Italia dopo il passaggio al festival di Torino. (...) L'originale era talmente bello che Hollywood ha pensato di replicarlo in un film ben attrezzato. Ora chi non ha visto l'originale si godrà una storia potente e ben recitata, chi ha visto l'originale farà le dovute differenze, come sempre. Qui si sente lo zampino Hammer dei co-produttori inglesi (Hammer è la storica casa di produzione di film horror) che hanno pensato bene di trasformare una storia adolescenziale di vampiri in un film para-horror." (Dario Zonta, 'L'Unità', 30 settembre 2011)

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