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Blue Jasmine

Da Guchippai
Blue Jasmine
puntuale come la cartella delle tasse, arriva il film annuale di Woody Allen e la sottoscritta va annualmente a vederlo. purtroppo le tocca pure di pagare le tasse. c'è da dire che almeno andare a vedere annualmente un film di Woody Allen per fortuna è un piacere, al contrario del dover pagare le tasse. dunque, la Jasmine del titolo è l'esempio emblematico di quello che ci può succedere quando mentiamo troppo a noi stessi. dirò subito che non c'è un lieto fine: questa è una caduta senza risalita e penso che, più che una morale, sia da ricercare un monito, che è quello appunto di non mentire a se stessi. Jasmine è una che è precipitata dalle stelle alle stalle, per giunta per colpa sua. il problema però non è solo questo, quanto il fatto che per stare tra le stelle Jasmine ha messo in pratica fino in fondo l'insegnamento delle tre scimmiette, non volendo nè vedere nè sentire nè parlare dei tradimenti e degli smaneggi del marito. nel momento in cui viene messa di fronte alla realtà, sbrocca e si scava da sola la fossa. una vicenda più amara che dolce quindi, anche se il tocco ironico di Allen fa spesso capolino. egli racconta, non giudica, ed è proprio per questo che ho apprezzato questo film, perchè cedere a facili moralismi o, ancora peggio, regalare un happy ending, sarebbe stato un grosso errore. Cate Blanchett nel ruolo della protagonista è state semplicemente sublime.

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