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Bocche cucite (e non è un modo di dire)

Creato il 03 dicembre 2010 da Andreaintonti
Le immagini che seguono sono decisamente forti. Perché ci raccontano ancora una volta quel che non vogliamo sentirci raccontare. Raccontano quello che non vogliamo vedere e che, per sentirci superiori abbiamo iniziato a definire, di volta in volta, "extracomunitari" o "clandestini" senza renderci conto - o rendendocene perfettamente conto, dipende dai punti di vista - di quanto questo imbarbarimento faccia male a loro, ai migranti rinchiusi nei Centri di Identificazione ed Espulsione per una legge idiota che solo questo stato poteva ideare, e faccia male a noi, che ogni giorno diventiamo sempre più miserevolmente xenofobi, ignoranti e vuoti.
Loro - i migranti - ogni giorno tentano il suicidio ingoiando tutto quello che possono, dai pezzi di vetro alle pile. Ma quel che hanno fatto in quattro al C.I.E. di Torino e poi altri cinque in quello di Gradisca d'Isonzo  è un passo ulteriore verso il baratro a cui la "civile" Italia si sta avvicinando:
Bocche cucite (e non è un modo di dire)Bocche cucite (e non è un modo di dire)Sono immagini che ci pongono di fronte alla "solita" domanda: tra esseri umani diventati "clandestini" con un tratto di penna ed i cittadini che continuano a credere nel berlusconismo come fonte di tutti i mali chi è il più criminale?
Se noi ci siamo autodefiniti dalla parte del "bene" allora chi tutela il male quando il bene si prepara ad ammazzare (o a cucire le bocche, come in questo caso...)?

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