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Boccoli e Ricordi

Da Marlenetrn
Boccoli e Ricordi
Non sono i boccoli più belli del mondo?
Solo mia madre riesce a legarle i capelli in maniera differente dalla coda di cavallo. Se ci provo io, sono urla disumane. Voi non potete capire quanto la cosa mi rode. Io ci provo, ma niente, il massimo che mi concede e una coda tutta storta e sbilenga mentre cerca di scappare via.
Lei poi, mia madre, ne va anche particolarmente orgogliosa di questo e non perde attimo per farmelo notare.
Io le lascio la nana e lei le sistema i capelli, la fotografa e condivide pure le foto su FB, non contenta mi tagga pure. L’altra sera ero a teatro e le lascio la rana, dopo un po’ ricevo una raffica di notifiche, vado a vedere e mi ritrovo a sfogliare, rosicando, il photoshotting delle acconciature che si diverte a fare su mia figlia.
E’ normale?
Sorvolando sulla questione: avete ricevuto dolcetti o carbone, per questa befana?
Per la rana è stato un tripudio di cioccolata, come se ne mancasse in casa e di carbone nemmeno l’ombra, nemmeno un pezzettino o una briciolina, niente, che a me piace tanto ma sono rimasta a bocca asciutta. In compenso cioccolato a latte come se piovesse che però a me fa veramente schifo e quindi dovrò trovare modi alternativi per consumarlo se non voglio che a due anni mia figlia si trasformi in una botte dai denti cariati.
Quando ero piccola ricordo che nella calza mia nonna ci metteva la frutta, o i biscotti che faceva lei. Preparava le calze il giorno prima e poi mio padre provvedeva ad appenderle ai nostri armadi.
Davanti casa, mia nonna, aveva un giardino, un po’selvaggio, perché ci piantava di tutto. Piante aromatiche, alberi da frutto, fiori, di tutto proprio. Ricordava un po’ il giardino dei misteri. La cosa più bella di questo giardino però, erano due tralci di vite, piantati da mio nonno. Queste viti nel tempo sono cresciute talmente tanto che i bracci, tenuti ben tesi e curati arrivavano fino alla casa creando una sorta di copertura tra la casa e il giardino. Potevi starci sotto senza bagnarti se pioveva, oppure facevano ombra nelle estati torride. Altro che tettoie o cemento, uno spettacolo, quella vite. A settembre poi, era piena di grappoli di uva che pendevano ed erano bellissimi.
Ricordo che delle volte le maestre portavano i bambini delle elementari a vedere come era fatta una vite, come crescevano i grappoli e che ogni chicco si chiamava acino. Mia nonna abita proprio accanto alle scuole e una vite tra le case non è una cosa che si trova tutti i giorni o in ogni paese.
Anno dopo anno testavo la mia crescita con i grappoli d’uva, prima li guardavo con il naso all’insù, poi li sfioravo con le dita, in fine ci battevo con la testa contro. Ci veniva un vino con quei grappoli, che faceva invidia, ne veniva pochissimo perché l’uva non era tanta ma quello era il vino delle occasioni speciali.
Ora mia nonna ha deciso di ristrutturare casa, ma è partita dal giardino e ha tirato via la vigna. Che tristezza. La casa non è più la stessa, è vuota senza quella vite. Al suo posto ci verrà una copertura in legno. Ma non sarà lo stesso. Potendo mi sarei opposta con tutta me stessa, per salvare quella vite, che oltre tutto era anche un ricordo di mio nonno. Ora è rimasto solo il fico, compagno di arrampicate selvagge e nascondigli segreti, mio padre ci aveva anche costruito un altalena tra i suoi rami. Noi siamo cresciuti e l’altalena l’hanno tolta, ma spero di poterla rimontare per la rana, sempre che mia nonna non decida di far fare al fico la stessa fine della vigna.
Lo so che di tutto questo non ve ne può fregare un fico secco, ma sono così amareggiata. Certe volte si punta a rinnovare, distruggendo tutto piuttosto che valorizzando quello che c’è, perdendo storie e memorie magari anche legate a persone che non ci sono più, che per qualcuno potevano avere un forte valore affettivo.
Meno male esistono i ricordi e quelli nessuno può buttarli via o cederli come legna secca.
Chissà magari la befana ci ha ricavato una scopa nuova dal legno della mia vigna.

Song:
Rino Gaetano- A mano a mano


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