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Body art

Creato il 27 ottobre 2013 da Andreapomella

Sono le quattro e mezza del pomeriggio, siamo io, Fernando e Gianni, parliamo di Scurati. Ci troviamo in un cortile nella periferia di Torino, fa molto caldo. A un certo punto, dietro di noi, si spalanca una porta, ne esce una ragazza nuda, ha dei segni di pennarello sul corpo. Io, Fernando e Gianni guardiamo la ragazza, siamo tutti e tre d’accordo sul fatto che faccia molto caldo, che nonostante sia la fine di ottobre la temperatura è sensibilmente elevata, perciò facciamo in modo di pensare che non ci sia niente di strano che una ragazza se ne esca nuda alle quattro e mezza del pomeriggio da una porta che dà su un cortile nella periferia di Torino, e continuiamo placidamente a parlare di Scurati. Ora, il punto è che parlare di Scurati mentre una ragazza nuda con i segni di pennarello sul corpo fa su e giù come se stesse aspettando qualcuno è mortificante. È mortificante per la ragazza; non lo è, in una certa misura, per Scurati. Perciò restiamo zitti per qualche secondo. Gianni dice: “È la ragazza della performance”, cioè la ragazza è una body artist, o qualcosa del genere, l’abbiamo vista poco prima partecipare a una performance artistica, adesso immaginiamo che la performance artistica sia terminata e che la ragazza stia cercando il modo per recuperare i vestiti. Per non farla sentire in imbarazzo continuiamo a parlare di Scurati senza guardarla, ma ci accorgiamo che l’argomento Scurati è fatalmente esaurito. Allora penso che dovrei andare da lei e offrirle la mia giacca in attesa che qualcuno venga a portarle i vestiti, ma mentre lo penso arriva di corsa un ragazzo che le porta i vestiti. Così io, Fernando e Gianni ci guardiamo di nuovo, uno dei tre fa agli altri due: “Allora, dicevamo di Scurati?”


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