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Boko Haram: chi sono e cosa vogliono

Creato il 07 marzo 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Una nuova strage si è perpetuata il 3 Marzo in Nigeria e porta ancora la firma dei Boko Haram

Secondo quanto riferito dal quotidiano “Vanguard”, 74 uomini e 20 bambini sarebbero stati massacrati e uccisi nel villaggio di Njaba, rei di essersi rifiutati di aderire al gruppo islamista. La notizia è stata riportata da tutti i principali quotidiani solo nella giornata di giovedì, in quanto Njaba (nordest della Nigeria, Stato di Borno) rappresenta regione di elevata problematicità e difficile raggiungibilità. Gli assalitori avrebbero separato le ragazze, concentrandosi su uomini e giovani ragazzi. Hanno sgozzato, massacrato e distrutto l’intero villaggio. Nessuna pietà, dunque, da parte dei miliziani. Ma questo è solo uno dei recenti episodi che hanno colpito il nordest della città. Ma chi sono i Boko Haram? E soprattutto, cosa vogliono?

Boko Haram. Chi sono?

Boko Haram è un’organizzazione terroristica jihadista presente in particolar modo nel nord della Nigeria. Attiva dal 2002 e fondata da Ustaz Mohammed Yusuf (morto nel 2009, dopo essere stato catturato dalle forze dell’ordine del Paese) si è resa protagonista nel corso degli anni di diversi attentati, principalmente contro cristiani e servitori dello Stato. Al suo posto, a capo dell’organizzazione vi è attualmente Abubakar Sherau, considerato responsabile della brutta vicenda del rapimento di circa 200 studentesse nigeriane nell’aprile 2014.

Boko Haram. Cosa vogliono?

Il loro obiettivo, più volte dichiarato, è quello di imporre nel proprio Paese la Sharia, la Legge di Dio facente capo al Corano, testo sacro dell’Islam. Il tentativo di imposizione passa da queste terribili stragi, fondate appunto sulla costrizione a tale adesione e  aumentate particolarmente a partire dall’anno 200: le vittime sono tredicimila. Altra caratteristica di rilievo è legata al reclutamento di giovani donne kamikaze, le quali hanno già dato vita ad episodi simili in altri villaggi del Nordest del Paese. Emblematico quanto accaduto il 15 Febbraio nella città di Damaturu, capitale dello Stato di Yobe. In quell’occasione, una giovane ragazza sedicenne si era fatta esplodere in una stazione di bus, provocando 16 morti e una trentina di feriti. E come dimenticare la distruzione totale della città di Baga (7 gennaio 2015), nell’estremo Nordest, considerata da fonti di Amnesty International l’attentato più terribile di sempre. Inizialmente, fu stimata una carneficina da 2000 vittime. Terribilmente in aumento sarebbe anche il numero dei bambini soldato. Il problema dunque, non concerne tanto l’obiettivo, quanto la strumentalizzazione dello stesso a fini tutt’altro che religiosi.

Boko Haram. La situazione attuale.

Risalgono a due giorni fa, le dichiarazioni di sfida del Presidente del Ciad, Idriss Deby Itno. In particolare sarebbe stata chiesta la resa del leader di Boko Haram. “Ha tutto l’interesse ad arrendersi, sappiamo dove si trova e se non si consegna subirà la stessa sorte dei suoi compagni”. Il Ciad è l’esercito più importante, oltre che più preparato, nella lotta al terrorismo islamico nigeriano. Le altre nazioni a fianco del Ciad fanno capo, oltre che alla Nigeria, (seppur con i suoi gravi problemi politici) a Niger e Camerun. Insieme costituiscono la cosiddetta “forza panafricana antijihadista”. La situazione resta ancora particolarmente critica. L’esercito nigeriano aveva dichiarato nei giorni scorsi l’uccisione di 70 miliziani islamici nelle vicinanze di Maiduguri , capitale dello Stato di Borno e territorio privilegiato di Boko Haram. Altri scontri sono avvenuti a Kerawa (Camerun) e a Diffa (Niger).

Il nodo terribile della vicenda è l’assenza di un controllo democraticamente valido. L’avanzata dell’organizzazione terroristica, infatti, non permette la possibilità di procedere ad elezioni presidenziali. Previste per il 14 febbraio, sono state rimandate dalla commissione elettorale il 28 marzo. Si tratta di una situazione a cui la Nigeria non è nuova (accadde già due volte nel 2011). Una distanza di sei settimane ma una decisione praticamente obbligata. La speranza è quella di riuscire militarmente a scacciare, o quanto meno limitare, l’espansione di Boko Haram per poter permettere le regolarità del voto. Ciò che sta avvenendo è sintomo di un pericoloso fenomeno terroristico (sulla scia di Iraq e Siria) che non può più essere trascurato dall’opinione pubblica. Le autorità internazionali sono chiamate ora ad un importante cambio di passo verso la sicurezza e l’autenticità democratica di quella zona del Paese.

Tags:boko haram,Camerun,Ciad,Niger,nigeria

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