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Bolle di ignoranza: Fruits of Passion (1981)

Creato il 26 aprile 2015 da Babol81
Torna la rubrica Bolle di Ignoranza, dove si parla essenzialmente di quei film che, per un motivo o per l’altro, non ho seguito come si deve, non ho avuto cuore di finire e non penso di recuperare per una seconda visione, soprattutto in questo caso particolare. In realtà questo post nasce per sfida, dal momento che chi ha avuto la sfortuna di incappare in questo “capolavoro” assieme a me ha esclamato “Ma mica lo recensirai sul blog, dai!!”. Ma come no?! State pronti al resoconto ignorante della mezza, scioccante visione di Fruits of Passion (Les fruits de la passion) diretto nel 1981 dal regista Shuji Terayama.

Bolle di ignoranza: Fruits of Passion (1981)

La locandina meno z0zza che ho trovato

Trama: per provare il suo amore ad un uomo ben più anziano di lei, una ragazza accetta di andare a lavorare in un bordello cinese mentre lui, per torturarla ulteriormente, si lega a un’altra donna…


Bolle di ignoranza: Fruits of Passion (1981)

Dietro c'è il ritratto di un goblin. Ma forse è sempre Klaus.

Il karma esiste. Qualche sera fa la TV era accesa e io, credendo di giocare un tiro mancino al mio compagno di visione (che d’ora in poi chiamerò Vittima) e costringerlo a beccarsi almeno una scena horror/splatter per non farlo dormire la notte, gli ho chiesto di cambiare canale e mettere su Cielo. Ovviamente, intendevo MTV o Italia 2, le due reti che solitamente al sabato deliziano lo spettatore con qualche supercazzola horror ma, come ho detto all’inizio, karma. Mi volto verso lo schermo col sorriso bastardo di chi già pregusta il godimento orrorifico e rimango di sale nel trovarmi davanti non già una testa mozzata, bensì una patata. E quando dico patata, non intendo un tubero. Ignoro lo “ah, peròòò!!!” di Vittima e mi avvicino rapida al telecomando per togliere l’immondo segno XXX nella parte alta dello schermo, mentre il piccolo membro del MOIGE che è in me urla furente “Sono le 21.30! I bambini! Perché non pensate ai bambiiiniii??”, quand’ecco che sullo schermo compare LUI. Klaus. Kinski. Con un’orrida parrucchetta giallo paglierino, un ventaglio e la faccia schifata di chi ha mangiato un chilo di letame. Il membro del MOIGE viene zittito dalla mia parte cinefila/trashofila, che subito fa scattare la ricerca su Imdb: Fruits of Passion, DRAMMATICO, di tale Shuji Terayama. E sì, quello è proprio Kinski. Quello che adesso si sta bombando, come se non ci fosse un domani ma sempre con la stessa faccia di chi ha mangiato un chilo di letame, una cavallona bionda (o si dice Wacca?) che sembra non averne mai preso uno in vita sua. Eeeew. (intanto Vittima, in barba alla mia cinefilia, è sempre più interessato all’opera, ma per altri motivi) Sicura di avere trovato IL film trash per eccellenza, rimango ancor più basita leggendo le recensioni dei vari utenti di Imdb che, forse per giustificare la tendinite seguita alla visione di siffatto capolavoro, ne magnificano la fotografia, la regia eclettica, persino la commozione suscitata in loro dalla storia di O. Storia di…? Dove ho già sentito questo titolo...? Mah. Bando alle ciance, gli utenti di Imdb potranno dire quel che vogliono ma questo è un soft core con velleità autoriali. E Kinski. Dai che ti ridai (come peraltro sta facendo Kinski. Eww) tutto questo bailamme di informazioni e disgustata fascinazione, per non parlare della natura giapponotta dell'opera, mi inchioda in poltrona per un’ora buona e io rimango lì, incapace di distogliere lo sguardo finché il disgustorama finale, condiviso da Vittima, non ha portato entrambi a spegnere la TV e giocare alla X-Box.

Bolle di ignoranza: Fruits of Passion (1981)

La poesia. L'arte. L'assenza di tuberi. 

Questo, ovviamente, era il preambolo. Segue ora il brevissimo resoconto dell’ “ora buona di disgustata fascinazione” e il mio enorme fangool agli utenti onanisti di Imdb. In pratica, c’è questa tizia francese perennemente nuda (salvo quando deve uscire di cas.. ehm, di bordello) che, con la morte nel cuore, la lacrima nell’occhio come Demetan, l’occhio spento e il viso di cemento, SCEGLIE di andare a lavorare in un bordello gestito da un travone, zeppo di prostitute cinesi una più caso umano dell'altra e, quel che è peggio, di vecchi, bavosissimi clienti gialli, solo per compiacere Klaus. Che passa tutto il tempo a fare il guardone, bombarsi donne (eew), sventolarsi col ventaglio e concertare inenarrabili “torture” psico-erotiche nei confronti di questa povera demente perennemente con la patata al vento (dico, ma un raffreddore mai?). Siccome pareva brutto far vedere solo (mostruosa) gente nuda che tromba, Fruits of Passion pensa bene di darsi un tono e aggiungere elementi di politica rivoluzionaria (!), la morte che si aggira per le strade (!!), visioni di infanzie spezzate racchiuse all’interno di un onnipresente rettangolo (!!!), immagini di uccelli morti nel fiume, a simboleggiare l’innocenza perduta (!!!!), insomma roba che avrebbe tratto in inganno solo il Von Trier di Nymphomaniac. E sì, non nego che i colori, la fotografia e alcune scelte “autoriali” in fase di scrittura e regia siano inusitatamente curate per questo genere di film ma, sinceramente, prima di arrivare anche solo lontanamente a PENSARE di considerarli elementi fondamentali per la pellicola devo dimenticare:
- Klaus Kinski e la sua parrucchetta gialla.
- La protagonista che viene “adoperata” da un vecchio rachitico sopra una giostra a forma di papero (sic) prima di cadere addormentata (o forse le si spegne il cervello, chissà. La cavallona bionda bombata da Kinski ha parlato di "incredibile godimento" ma, come direbbe l'onorevole Razzi, "io, questo, non creTo").
- Klaus Kinski e il suo ventaglio.
- La protagonista che piange, piange, piange di lungo, piange come un vitello e sospira per Klaus, profondendosi in un continuo, tediosissimo monologo interiore che si poteva tranquillamente riassumere in “Io lo amo, lui non mi vuole anche se farebbe schifo al porco, sono forse scema?” Risposta: sì.
- Klaus Kinski che bomba “cose”.
- L’apice del disgusto: il primo piano della protagonista che chupa con la morte nel cuore (e non solo) un vecchio cinese laido, macellaio e pure “puzzolente di sangue” mentre Kinski guarda l'orrenda imago compiaciuto o, meglio, col solito scazzo. E questo è stato il punto di non ritorno che ci ha portati a decidere che era meglio giocare alla X-Box.
Non ho guardato 'sta monnezza fino alla fine quindi no, non so se alla fine O ha coronato il suo terrificante sogno d'amore col vecchio Klaus. Se dovessi fare previsioni d'accatto, secondo me Fruits of Passion finisce con lui che viene ucciso dal ragazzino innamorato di O e lei che si suicida per la disperazione, ma anche no, cazzumene. E ribadisco, soprattutto: eeeeeeew!

Bolle di ignoranza: Fruits of Passion (1981)

Riassunto per immagini delle scene clou.



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