Bomba alla gelatina sotto auto di agente immoibiliare

Creato il 02 dicembre 2011 da Maurizio Picinali @blogagenzie

ROMA Il presunto obiettivo dell' attentato, un agente immobiliare, ha creduto che l' involucro contenesse pezzi di ricambio per il meccanico vicino, l' ha spinto via con un piede, poi è salito in macchina - un' Audi A6 - ed è andato via brontolando con il macellaio all' angolo. Quest' ultimo ha pensato che il pacco fosse davvero per il meccanico e l' ha spostato di fronte all' officina. Ed è stato proprio il titolare ad accorgersi poco dopo che in realtà in quelle due scatole, incastrate una sopra l' altra, strette dal nastro adesivo, ci poteva essere una bomba, con fili elettrici e led rosso lampeggiante.
È la rocambolesca ricostruzione del ritrovamento di un pacco bomba, con innesco e detonatore, ieri in via Ajaccio, al quartiere Trieste. Sulle indagini c' è il massimo riserbo. Si sospetta che la sostanza gelatinosa contenuta nell' involucro, recuperata dagli artificieri dell' Arma prima di far brillare il contenitore, possa essere esplosivo da cava. «Il pacco - racconta il meccanico - era sotto un' auto di fronte al mio passo carrabile. Il proprietario abita in zona, lo conosco di vista. Sono arrivato alle 9.15 - aggiunge - e nel parcheggiare ho visto l' involucro. Tutti pensavano che fosse stato lasciato per me da un corriere, ma non era così: ho visto i fili elettrici e dentro si intravedeva un led rosso. Così ho chiamato i carabinieri». L' agente immobiliare abita poco lontano da via Ajaccio ed è stato ascoltato dagli investigatori. Non è chiaro cosa abbia riferito, come anche se l' ordigno, sistemato in modo da poter essere scoperto, potesse davvero esplodere. I carabinieri escludono comunque la pista di un atto di terrorismo e non confermano che l' obiettivo dell' attentato fosse proprio l' agente, oppure dovesse scoppiare al passaggio di qualcuno in via Ajaccio. A qualche centinaio di metri c' è la sede dell' università «Luiss», ma finora non ci sono elementi che possano collegare i due episodi. Gli investigatori hanno acquisire i filmati delle numerose telecamere posizionate in viale Gorizia, all' angolo con via Ajaccio, comprese quella di una banca. Forse hanno ripreso chi ha lasciato il pacco. Intanto i familiari delle vittime della strage mafiosa dei Georgofili del 1993 si sono detti «fortemente preoccupati per l' ordigno», ritenendo che possa essere un segnale inquietante. «Preferiamo correre il rischio di essere tacitati di allarmismo piuttosto che tacere», hanno sottolineato. R. F tratto da corriere.it edizione Romana 30.11.2011


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