La presenza della bellezza femminile in tutte le sue sfaccettature fisiche, caratteriali e morali è un paradigma immancabile delle serie di James Bond, nella letteratura come nel cinema, dove l’aurea di splendore delle donne che hanno circondato 007 ha sempre conferito una massiccia dose di erotismo. L’assoldamento della nostra Monica Bellucci come Bond girl per il prossimo episodio genera in parte stupori e meraviglie perché chi ha attenzioni storiche per la serie ricorda che i personaggi femminili della saga hanno avuto età medie assai diverse, ma questa è una scelta pienamente comprensibile e inserita nel contesto di una società che cambia e che ha imparato a rendere più longeva l’attrazione verso la bellezza fisica.
Photo credit: jingdianmeinv / Foter / CC BY-SA
Ogni Bond girl è una stella che forma- negli infiniti film dell’agente segreto – un firmamento abbacinante. Parlare con elogio di ognuna è un’impresa che meriterebbe un romanzo di tolstojana portata. Poiché la prima non si scorda mai, indimenticabile è Ursula Andress (in realtà prima del personaggio di Honey Ryder J. Bond si imbatte in altre due bellezze) che senza appello nel 1962 poteva vantarsi di rappresentare ogni canone di bellezza anche solo pensabile; rimarrà un punto fisso nell’ immaginario degli amanti della serie allo stesso modo in cui Connery rappresenta ancora oggi l’icona classica di Bond o perlomeno la più amata dai cinefili “conservatori”. Suggestiva fino all’ inverosimile fu Shirley Eaton, perché apparve nuda e completamente ricoperta d’ oro in Goldfinger. Per non farci mancare nulla, in You Only Live Twice, quinto episodio e penultimo con l’interpretazione di Connery, il fortunato Bond si accompagnava ad un poker d’assi di bellezze orientali in occasione della trasferta in Giappone, mentre in Never say never trovò una giovanissima Kim Basinger al culmine del suo splendore di ventennale fresca bellezza.
Da Sophie Marceau a Eva Green – bellezza truce in linea con il cambio di marcia del Bond interpretato da Craig, uno 007 tenebroso più vicino al thriller nero che alla disinvolta ironia britannica – nell’ultimo quindicennio i grandi nomi si sono sprecati. Un inserto di originalità esotica fu conferito dall’energica Halle Berry, accanto al carismatico Pierce Brosnan.
“Monique” è la quinta bond girl italiana. Chi sono le altre? Procedendo a ritroso nel conteggio ritroviamo Caterina Murino, anch’ella – come la Bellucci – espatriata presso i cugini francesi, la nota Maria Grazia Cucinotta, che tiene fede alla tradizionale idea di bellezza mediterranea e, nel periodo classico, due donne d’ eccezione che forse a giovani non cultori dicono poco: Luciana Paluzzi, magnificamente tirata a lucido per Thunderball – 1965 – che in seguito bazzicherà il cinema poliziottesco italiano degli anni Sessanta e soprattutto la bellissima Daniela Bianchi. Romana e biondissima, dominava da coprotagonista From Russia with love, secondo episodio della serie (ambientato a Istanbul e non in Russia), ancora oggi ricordato da molti come uno dei più frizzanti e riusciti in tutto il cinquantennio di successi; paradossalmente la nostra Daniela vestiva alla perfezione i panni di Tatiana Romanova, agente sovietico con forti inclinazioni al sentimentale rivelate nel finale. Innamorata e romantica, distante dal modello classico di bond girl glaciale e un po’ arrogante, rimane ancora oggi uno tra i più radiosi personaggi femminili scolpiti dalla lunga avventura di 007.
QUI potete consultare la pagina wikipedia dedicata alla figura della bond girl.
Tags:007,bondgirl,daniela bianchi,james bond,monica bellucci,ursula andress
Inviato il 10 dicembre a 03:19
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