Su La Stampa di ieri leggo una notizia che dovrebbe essere tragica ma che rinfranca il mio bisogno di logicità.
Ad Agrigento un 29enne appassionato di culturismo è morto, molto probabilmente tradito da quell'anabolizzante acquistato su internet. Giuseppe Urso conosciuto in città per questa sua attività agonistica, è giunto in condizioni gravissime all'ospedale "San Giovanni di Dio" dove è deceduto due ore dopo a causa di un arresto cardiaco. Lascia due figli di 3 e 5 anni, cosa che dovrebbe intenerire il lettore mentre fa solo crescere in me la furia, verso un uomo che, arrivato ben oltre l'età della ragione, avrebbe dovuto rendersi conto che è pura follia acquistare prodotti anabolizzanti sul web ed iniettarseli da soli, senza nemmeno consultare un medico o uno sciamano. Io non so cosa succeda nelle palestre ma sono abbastanza sicuro che il trust di cervelli che vi circola non sia proprio di prima scelta. Quello che rimane è solo un corpaccione morto e dei corpi vivi che dovranno sopravvivere a lungo con questo avvenimento dentro e sugli scaffali di casa i premi ai quali Urso teneva tanto. Una morte pietosa, lo strappo all'idiozia.
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