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Borghezio show: “Balotelli? Un padano un po’ scuro…”

Creato il 01 luglio 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Pessima uscita dell’europarlamentare leghista, che al congresso del Carroccio non manca di far parlare di sé per una dichiarazione a metà strada tra il razzismo ed il derisibile…

A noi di IPQMP non importa molto della finale odierna tra Italia e Spagna: simpatizzeremo per l’Italia, ma vinca il migliore come nella tradizione sportiva ormai perduta, quella lasciataci in eredità dal Barone De Coubertin ai tempi in cui Nike era solo la dea della vittoria, Puma un felino sudamericano  e il calcio era solo un gioco.

Chi invece è ben consapevole del potere delle armi di distrazione di massa è quel Mario Borghezio, fine ideologo ed intellettuale leghista: ci si passi la battuta, è domenica ed anneghiamo così la nostra voglia di mare.

Borghezio show: “Balotelli? Un padano un po’ scuro…”

un intellettuale. Mario Borghezio.

l’Italia arriva in finale agli Europei, succede che il popolo dalla memoria corta dimentica quello che ha subito negli ultimi mesiun caso di omonimia tra il premier ed il calciatore (attualmente) più rappresentativo della nazionale di calcio, scateni una ressa di commenti e di paragoni tra l’Italia calcistica e quella strangolata e violentata dalla finanza

Le elezioni si avvicinano di gran carriera, i partiti devono provare a resistere allo tsunami antipartitocratico che potrebbe raderli al suolo, in occasione delle politiche di aprile 2013. Ed è così che il più impreparato e folkloristico degli onorevoli padani, si lancia in una campagna di difesa dell’orgoglio padano, rappresentato in questo caso da quel Mario Balotelli che ha portato in finale la nazionale italiana.

Adesso, per bocca del più estremista dei leader leghisti, il centravanti del Manchester City diventa un “padano a tutti gli effetti”. E’ un po’ scuro di carnagione, aggiunge. Ricorda vagamente un’altra battuta infelice, quella di un tale che ebbe a dire di Obama che era un po’ abbronzato.Vi lasciamo qualche secondo per le risate che l’ilarità di una battuta simile finisce per ingenerare. Gli ideali di superiorità razziale, sbandierati a destra e manca per accumulare consensi, vengono adesso svenduti: o questi ideali erano finti prima, o Borghezio sta fingendo adesso. Più di un indizio ci fa propendere per questa seconda ipotesi.

Balotelli, nato a Palermo da genitori Ghanesi ed adottato da una coppia bresciana, è un ragazzo come tanti, forse solo un po’ più viziato. Ce ne infischiamo del colore della sua pelle, del fatto che le sue origini affondino magari nell’immigrazione (clandestina?)dei genitori, e persino del fatto che abbia giocato nell’Inter (ci si passi un po’ di sano campanilismo per sdrammatizzare le considerazioni in analisi).

Quel che più conta è il prendere atto di come Borghezio cerchi di vestirsi con l’abito del vincitore: il problema del razzismo è essenzialmente economico, nessuno sano di mente baserebbe una differenza sul colore della pelle, mentre è più semplice basarne sulla differenza di grado sociale, economico, culturale. Pertanto, se di soldi non ne abbiamo molti, di certo possiamo vantare un livello culturale superiore a quello di Borghezio, conseguentemente è giustificabile un blando atteggiamento razzista da parte nostra nei suoi confronti.

Mario Borghezio sdogana Mario Balotelli il padano: è un gesto di profonda incoerenza da parte del leghista che più d’ogni altro ha basato la propria attività politica esclusivamente sull’esaltazione delle differenze razziali.

Che Borghezio si stia ricredendo? Neanche per sogno, è solo in campagna elettorale e cerca di alzare il tiro, non sappiamo quanto consapevolmente.

Ma quanti voti in meno porterebbe, in questo momento, lo schierarsi contro un calciatore naturalizzato che sta permettendo alla nazionale di calcio di ritornare alla ribalta del mondo del pallone? 

L’incoerenza non lo deve aver preoccupato più di tanto, consapevole forse della capacità media dell’elettorato padano di districarsi tra statisti e politici da una parte, e politici leghisti dall’altra (leggi Borghezio-Speroni, un tandem d’attacco che manco Balotelli con Cassano…).

Mario Borghezio passa dalla xenofobia all’adulazione, dallo sporco negro al “padano a tutti gli effetti”: si sottomette all’indiscussa superiorità della cresta dorata di SuperMario, perché andarvi contro significherebbe perdere consensi.

Quello che più duole è il dover constatare che una dichiarazione, come quella resa dal leghista a margine del congresso che ha acclamato sua Maestà Roberto Secondo di Lombardia, non sia attendibile. Stiamo parlando di un personaggio che l’anno scorso, nel corso di una diretta radiofonica, difese pubblicamente l’operato di Breivik, il killer di Utoka in Norvegia.

E’uno strampalato Oronzo Canà de Turin, che danza con Aristoteles Balotelli non perché questi ha salvato la  Longobarda dalla retrocessione, ma perché può aiutare la (Lega) Lombarda a guadagnare qualche preferenza, ed è pertanto opportuno cavalcare l’onda dell’entusiasmo, la stessa che fino a ieri avrebbe generato disgusto.

Tanto, i leghisti dello zoccolo duro, lo sanno bene che il Mario (quello padano!) è sempre il solito, noto, imbarazzante xenofobo in camicia verde. E non lo sanno solo i leghisti…


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