Nelle ultime tre settimane ho trascorso piu’ tempo a Madrid che a casa mia. Il progetto e’ giunto alla scadenza, indietro non si torna. I primi giorni con il nuovo sistema gestionale sono i peggiori. Sembra che tutti si siano dimenticati di cosa devono fare. Sembra che lo schermo sia diventato un mostro orrendo da combattere.
Il flusso di informazioni e’ confuso, caotico, contraddittorio.
I documenti si perdono e si ritrovano per caso dopo ore e ore. Quelli su cui avevi riposto completa fiducia crollano mentre improvvisamente quelli da cui meno te lo aspettavi diventano i tuoi migliori alleati.
Sei stanca, fai mille cose contemporaneamente, ti interrompono in continuazione con domande nuove e domande vecchie a cui hai già’ risposto decine di volte. Impari anche tu cose nuove e le metabolizzi con velocità’ inaudite e ti dimentichi per strada altre informazioni che avrebbero dovuto essere scontate.
Tieni duro, resisti davanti alle proteste, fai piccole concessioni ben studiate e ancora resisti fino a quando sembra che, forse, stiamo scollinando. Stiamo passando dalla parte in cui il nuovo e’ meno nuovo e il disegno d’insieme comincia ad essere chiaro nella testa di alcuni.
Non ti fai molte illusioni: ci vorranno ancora giorni perché’ tutto ritorni ad uno stato di calma apparente.
Pero’ stasera e’ concesso staccare la spina, mangiare in compagnia ed innaffiare la cena sontuosa a base di pesce con vino favoloso e concluderla con una teoria di chupitos. Molti chupitos, fino a non saperli più’ contare, io che non bevo se non di rado, fino a terminare in risate allegre e senza senso che non i fermano più.
Sono ubriaca, ho la testa che gira e sto crollando addormentata. Domani ricomincio, per un altro giorno di guerriglia e resistenza, di successi e piccole conquiste, di delusioni ed elogi.
Stanotte e’ pausa alcolica. Hic!