Posted 11 gennaio 2014 in Bosnia Erzegovina with 0 Comments
di Alfredo Sasso e Giorgio Fruscione
Il quotidiano di Sarajevo Dnevni Avaz ha pubblicato venerdì scorso, 10 gennaio, i dati provvisori del Censimento 2013 relativi all’appartenenza nazionale. Il censimento è stato realizzato in Bosnia-Erzegovina nell’ottobre 2013, a 22 anni di distanza dal precedente e per la prima volta dopo il conflitto del 1992-1995 (East Journal vi ha dedicato diversi approfondimenti nei mesi scorsi). Secondo Avaz, i dati provengono da una fonte anonima “attendibile e informata” che ha partecipato ai lavori del censimento. Vi sono però, come vedremo in seguito, molti dubbi sull’attendibilità di questi dati. Ovviamente, non sono arrivate né conferme né smentite ufficiali: l’Agenzia statistica della BiH si è presa un tempo molto lungo per pubblicare i dati definitivi (entro metà 2016).
Secondo questi dati, i bosgnacchi costituiscono il 48,4%, i serbi il 32,7%, i croati il 14,6% e “gli altri” il 4,3% della popolazione totale.
Traducendo le percentuali in cifre, i bosgnacchi sarebbero 1.836.603, i serbi 1.239.019, i croati 553.000, mentre “gli altri” 163.000, per un totale di 3.791.622 cittadini censiti.
Per quanto riguarda la popolazione delle entità, i bosgnacchi costituiscono il 69% della Federazione BiH, i croati il 20,9%, i serbi il 4% mentre il 6% si è dichiarato “altro”. Nella Republika Srpska, i serbi costituiscono l’83,2%, i bosgnacchi il 13,2%, i croati il 2,5% e “gli altri” l’1,1%. Infine, nel distretto di Brčko, i serbi sono il 43%, bosgnacchi e croati al 26,9% ciascuno mentre “gli altri” il 3,2%.
Un dettaglio interessante riportato dalla “talpa” di Avaz è che questi dati sarebbero stati comunicati al governo della Turchia in quanto richiesti esplicitamente da Ankara. I dubbi sull’attendibilità, però, sono tanti. Anzitutto, salta all’occhio una strana coincidenza: due dati su quattro (cioé le percentuali relative a bosgnacchi e croati) sono praticamente identici alle stime indicate nel “CIA World Factbook” e risalenti al 2000. Questi ultimi sono i dati più citati nella stampa e nelle pubblicazioni riguardanti la Bosnia-Erzegovina, assieme a quelli del censimento del 1991. O la CIA ci aveva visto giusto già 15 anni fa oppure qualcuno (la stessa “talpa”, o il creatore della notizia?) potrebbe aver abbozzato un copia-incolla partendo da quei dati.
Inoltre, è interessante notare che il resto della stampa bosniaca sembra aver snobbato il presunto ‘scoop’ di Avaz. Non sembra trattarsi di gelosia per la testata rivale, ma proprio di scarsa attendibilità attribuita ai dati. Persino lo stesso ‘Avaz‘ ha tolto velocemente la notizia dalla propria home page. Infatti, sembra esserci stanchezza e disinteresse per la continua comparizione di dati più o meno fasulli. Non è la prima volta dalla conclusione del censimento (15 ottobre) che circolano statistiche e dati provvisori rivelatisi privi di fondamento.
Spesso queste illazioni provengono da partiti ed associazioni – molti di stampo nazionalista – che non vedono l’ora di lucrare politicamente dai risultati del censimento, oppure intendono tastare le reazioni suscitate da questi numeri. Il caso più eclatante fu quello della campagna “E’ importante essere bosgnacchi” (“Bitno je biti Bošnjak“, ‘BBB’, nata per promuovere l’identità bosgnacco-musulmana proprio alla vigilia del censimento). Secondo i dati comunicati da ‘BBB’ il quadro nazionale della Bosnia-Erzegovina sarebbe stato il seguente: 54% Bosgnacchi, 32,5% Serbi, 11,5% croati, 2% altri, e furono subito tacciati come privi di fondamento. Va ricordato che lo stesso ‘Dnevni Avaz’ non è certo una forza neutrale nel sistema politico bosniaco, essendo di proprietà di Fahrudin Radončić, il controverso magnate che è oggi ministro della sicurezza nazionale e leader di un partito in costante ascesa, l’Alleanza per un Futuro Migliore della BiH.
Per ora, gli unici dati provvisori ufficiali sono quelli della popolazione totale residente in Bosnia-Erzegovina città per città, pubblicati a metà novembre dall’Agenzia per le Statistiche della BiH. I dati hanno portato alla luce una “catastrofe demografica”, come riportava Rodolfo Toé su Linkiesta: il paese registra infatti 3.791.622 abitanti, quasi 600.000 meno del 1991.
La redazione di East Journal aggiornerà la situazione sul censimento non appena verranno pubblicati i dati ufficiali governativi.
FOTO: oslobodjenje.ba
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