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Bosnia: il 20° della republika srpska tra celebrazioni e polemiche

Creato il 17 gennaio 2012 da Pasudest

BOSNIA: IL 20° DELLA REPUBLIKA SRPSKA TRA CELEBRAZIONI E POLEMICHE

Milorad Dodik brinda con Boris Tadic
(Foto Taniug)

Di Marina Szikora, corrispondente di Radio Radicale Gli interessi nazionali serbi sono stati ben presenti in Bosnia Erzegovina, o meglio nell'entita' a maggioranza serba, in occasione della celebrazione del ventennale dell'istituzione della Republika Srpska. Lunedi' [9 gennaio, n.d.r.] a Banja Luka, il capoluogo della RS, la celebrazione dell'anniversario ha avuto come ospite d'onore il presidente della Serbia Boris Tadić ma anche il premier Mirko Cvetković nonche' il ministro degli interni Ivica Dačić. In questa occasione, il capo della Serbia ha detto che la politica di violenze e di aspirazioni etnocentriste radicali e clericali a danno di un altro popolo devono per sempre essere eliminate da quest'area, ma che il popolo serbo, sia in Serbia ache nella RS, ha il diritto legittimo di difendere i suoi interessi legittimi.
Parlando della RS, Tadić ha detto che questa entita' e' stata creata come comunita' in cui il popolo serbo protegge i suoi interessi nazionali e la sua identita', rispettando gli interessi e l'identita' degli altri due popoli costituenti. Secondo le sue parole, i popoli della regione possono avere l'appoggio dell'Ue per un pacifico superamento dei loro contenziosi, per lo sviluppo economico e politico nonche' per la realizzazione dei valori e standard democratici. Tadić ha rilevato che la Serbia e' consapevole di tutti gli obblighi e diritti che risultano dall'Accordo di Dayton e ha ribadito che la Serbia sara' sempre pesente quando bisogna manifestare solidarieta' con il popolo della RS.
Il presidente della RS Milorad Dodik, in occasione dell'ventennale ha consegnato a Boris Tadić l'onorificenza di Santo Stefano. L'ospite serbo ha espresso gratitudine alla RS per il sostegno alla soluzione del problema kosovaro in modo tale che essa possa essere nell'interesse di tutta la popolazione del Kosovo, senza che vi siano perdenti o senza che la soluzione sia base per il triunfalismo di una parte. La Serbia – ha assicurato Tadić – continuera' ad essere garante dell'Accordo di Dayton appoggiando l'integrita' territoriale e la sovranita' della Bosnia Erzegovina, l'esistenza delle due entita' e dei tre popoli costituenti nonche' le soluzioni sulle quali vi e' un consenso all'interno della BiH. "Cosi' come in ogni occasione insistiamo sulla difesa dei diritti di tutti gli altri popoli nei Balcani occidentali, non rinunceremo mai a difendere gli interessi legittimi del popolo serbo laddove esso vive" ha detto Tadić.
Nel suo piuttosto lungo intervento, il presidente della RS Milorad Dodik ha dato invece tutta la colpa per la guerra in BiH ai bosgnacchi affermando che loro stessi sono responsabili anche per il genocidio che l'esercito dei serbi bosniaci ha commesso a Srebrenica. Per l'istituzione della RS ha detto che e' stato "un atto legittimo e democratico" e che e' stata creata "in modo pacifico" mentre le repubbliche che nel 1991 decisero di proclamare l'indipendenza dall'ex Jugoslavia, secondo Dodik hanno compiuto un atto "illegittimo". L'uomo forte della RS ha ripetuto tutta una serie di accuse sul conto della comunita' internazionale soprattutto tutti i tentativi di rafforzare la BiH come stato.
Secondo il presidente Tadić, la data dell'istituzione della RS e' stata una data storica e "una risposta politica" dei serbi bosniaci alla decisione relativa all'indipendenza della BiH. Come osservano i media croati, Tadić ha mancato pero' di menzionare che il referendum sull'indipendenza della BiH si era svolto soltanto a fine febbraio, un mese e mezzo dopo l'autoproclamazione della RS.
Va anche detto che i rappresentanti bosgnacchi hanno ignorato la celebrazione a Banja Luka. La radio e televisione della RS nel corso dell'intera giornata ha trasmesso un programma straordinario in cui sono stati eloggiati gli eventi del gennaio 1992, incluso il ruolo degli imputati dell'Aja per i piu' gravi crimini, Radovan Karadžić e Ratko Mladić. I media di Sarajevo hanno ricordato invece che il Tribunale dell'Aja per l'ex Jugoslavia fino ad oggi ha pronunciato oltre settanta sentenze contro i responsabili dei piu' gravi crimini di guerra commessi contro bosgnacchi e croati sul territorio dell'odierna RS.
[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda giovedì 12 gennaio

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