Come recita un vecchio detto popolare “tutti i nodi vengono al pettine” basta solo saper aspettare!In questo caso bastava invece aspettare il congresso leghista tenutosi ieri a Milano, tra aspettative nazionaliste e vecchie idee antimeridionali, per vedere emergere il pensiero forse più genuino e reale che animava (e probabilmente anima ancora) la Lega Nord.
Come ribadito in un articolo de ilFattoQuotidiano più che uno scontro generazionale, a sentir parlare vecchi e nuovi esponenti del Carroccio, sembra assistere ad un vero e proprio scontro politico: perché quel Salvini pronto ad “arraffare” voti un po’ ovunque compreso al Sud, sembra non piacere a nessuno, soprattutto alle vecchie leve leghiste come Bossi che, dalle nuove aspirazioni nazionaliste, sembra prendere ampiamente le distanze. Umberto Bossi, l’uomo del “ce l’ho duro” e del dito medio sempre in vista, torna a parlare del Sud e dei meridionali adottando il solito tono sprezzante e discriminatorio.
Una cosa del tutto normale a metà degli anni ’90 quando il motto separatista era praticamente all’ordine del giorno, cosa che oggi, grazie al sentimento populista abbracciato dai nuovi leghisti (sempre meno separatisti e più nazionalisti) sembra essersi dimenticata, così come si sono dimenticati gli insulti che i dirigenti della Lega hanno riservato per anni ai “parassiti”del Sud. Ma bastava attendere, appunto, la giusta occasione per veder emergere nuovamente dal partito il cui motto è sempre stato “Prima il Nord” i veri sentimenti che lo hanno animato. “Sono venuto qui per vedere che partito sta venendo fuori” ha detto l’ex storico segretario ai giornalisti“Se esce un partito nazionale, Salvini resta da solo a farlo” affermando poi che i meridionali i voti “non glieli danno, perché quelli vogliono i soldi e non vogliono cambiare il Paese” aggiungendo che (i meridionali) “hanno sempre compartecipato con Roma nei banchetti con i soldi rubati al Nord”.
A queste dichiarazioni Salvini risponde:”“Io ho imparato tutto e devo tutto a chi mi ha preceduto, ma se c’è qualcosa di diverso rispetto al passato sono i voti e i voti contano in politica”. E forse proprio in questa risposta si annida il vero senso di questa nuova virata nazionalista che sembra preoccuparsi anche dei pescatori della Sicilia o dei disoccupati Campani: i voti!
Perché rinunciare a quella seppur esigua manciata di voti provenienti dal Sud? Che importa se noi siamo ancora quelli del passato, ciò che conta è farci votare anche da chi, fino a ieri, abbiamo definito parassita e ladrone!