Umberto e Silvio forever
Chissà per quale motivo tutta questa sporca faccenda della Lega è così piena di dejà-vu. Frasi banali, datate, prive di fantasia. Concetti nebulosi e asfittici. Vecchio armamentario politico e quella voglia tutta berlusconiana di stravolgere la realtà semplicemente negandola e sperando che basti. In Italia spesso basta. Se uno viene infatti accusato di aver commesso un reato, non deve mica dimostrare di non averlo commesso ma nega, il fatto e il reato. Se poi ha un po’ di potere depenalizza il reato appena commesso, ma questa è un’altra storia. Dopo un giorno di pianto a dirotto nella sua camera da letto, abbracciato alla statua fluorescente di Alberto da Giussano (che tanta paura incute alla moglie che se la ritrova ogni notte davanti), Umberto è tornato ad attaccare tutto e tutti. Nel frattempo, ci dicono fonti ben informate, ha ricevuto una telefonata di Silvio che, con voce ferma e tono deciso, gli ha imposto di negare tutto. È la storia vecchia come il mondo, riconducibile a Adamo ed Eva, del marito puttaniere e della moglie un po’ zoccola che, colti in flagranza di adulterio negano tutto, fino alla fine, compresa l’evidenza. Per cui se uno dei due mostra all’altro una foto dell’investigatore privato che li ha colti durante una fellatio o un cunnilingus, ribattono che stavano facendo la respirazione bocca a bocca a un amica o ad un amico che si era sentito male. Per cui se Silvio si tromba Ruby minorenne, la colpa non è dell’arrapato cronico che è in lui ma di Ruby che, dietro il pagamento di una modica cifra, gliel’ha data senza violenza alcuna ma così, d'emblée. Potremmo parlare di Scajola, della casa di Fini a Montecarlo, dei voli di Stato di La Russa e Calderoli, delle feste galanti del Trombador furente ma il risultato sarebbe sempre lo stesso, la colpa non è dei politici colti con le mani nella marmellata ma delle persone, delle cose, degli oggetti, degli aerei e delle case che gli si sono offerti a titolo gratuito. Dopo il preambolo, il fatto. Bossi è tornato a parlare, oddio si fa presto a dire 'parlare', a mugugnare. Leggiamolo: “A mio parere questa storia sa tanto di organizzato, noi siamo nemici di Roma padrona e ladrona, dell’Italia, uno Stato che non riuscirà mai a essere democratico”. Poi: “La Lega è pericolosa perché è sotto l’occhio non solo di Roma farabutta che ci ha dato questo tipo di magistrati ma anche della militanza, quindi bisogna fare le cose giuste che interessano la gente”. A proposito di Bobo “Blues” Maroni: “Non è un Giuda, ha fatto semplicemente una specie di corrente, questa qua, i ‘barbari sognanti’, quella roba lì. Non penso che sia con me, però non è neppure contro”. Dell’auto anfibia del Trota: “Mio figlio mi ha portato le prove che l’automobile è sua e l’ha pagata lui, di questo sono certo perché l’ho visto con i miei occhi”. Della villa di Gemonio: “Hanno sbagliato a rifare il balcone che perdeva acqua. Abbiamo chiamato uno della Lega bergamasca, il quale è venuto e ha detto ‘mando mio cugino’ che ha un’impresa. La colpa è nostra. Questo perché lui (il cugino del leghista, nda.), è un tipo che da tanto non si faceva vivo e non ha mandato la fattura, può darsi che lo ha fatto da un’altra parte, però vediamo, ci sono molti lati oscuri”. Sui contatti di Francesco Belsito con i mafiosi: “Il nuovo tesoriere deve rintracciare tutta una faccenda molto scura, anche l’avvento di questi che poi si scoprono legati alla mafia, degli stessi che lavorano per imprese di Stato che produco armi”.Ora. Ripartiamo dall’inizio. C’è qualcuno che ha capito qualcosa delle dichiarazioni (testuali) di Umberto se non che vale la regola del “negare sempre” di cui sopra? Silvio ha fatto scuola anche se il povero Umberto, a provare di difenderlo in qualche modo è rimasta la Padania e Radio Padania Libera. Non ha, lui, tre quarti di Rai, tutta Mediaset, Il Giornale, Libero, Chi, Sorrisi e canzoni Tv, Il Tempo, I Quotidiani Nazionali, Il Foglio, Il Messaggero, Il Corriere Adriatico, la Gazzetta del Mezzogiorno, Il Giornale di Sicilia, metà Corriere della Sera, un quarto di Mentana e tutti gli organi di informazione diocesani, Bossi ha soltanto la voce di Matteo Salvini che, onestamente, ci sembra poco per tentare una difesa mediatica che sia quantomeno sostenibile. E poi Bossi non ha i miliardi di Silvio e, a parte la pensione di invalidità alla quale ha diritto, avrà solo il vitalizio da politico per sostentare la sua vecchiaia. Ce lo hanno detto in tanti che in alcuni momenti “negare sempre” è l’arma migliore per controbattere un fatto anche se accertato. E Bossi fa parte dei seguaci di uno dei prìncipi ispiratori del berlusconismo. Proprio come un marito puttaniere e una moglie un po’ zoccola.