La domanda per i Bot a 6 mesi è stata alta ma i rendimenti sono ritornati ai livelli di gennaio
Ieri il Tesoro è tornato sul mercato primario, per rifinanziarsi con BoT a 6 mesi per un controvalore di 8,5 miliardi. La domanda per i nostri titoli pubblici è stata abbastanza alta, pari a 14,5 miliardi. Tuttavia, nemmeno le alte richieste hanno impedito che si verificasse quanto già previsto dagli analisti, ossia un ennesimo rialzo dei rendimenti, che da un mese a questa parte sembra essere una costante.
I tassi medi lordi sono cresciuti all’1,772%, dall’1,119% di marzo. Circa 66 centesimi in più, frutto delle tensioni riaffacciatesi sui mercati finanziari e captate anche sul mercato secondario, dove lo spread, il differenziale decennale tra i nostri Btp e i Bund tedeschi, è ritornato in zona 400 punti, dopo una discesa agli inizi di marzo fino a 278 punti.
Rispetto a quanto quotava il BoT a 6 mesi sul “grey market”, il tasso offerto all’asta è
stato superiore di una quindicina di punti base, mentre le attese erano per un rendimento anche in zona 1,9-2%.
A marzo i Bot a 6 mesi erano scesi ai minimi da settembre 2010, mentre l’asta di ieri ci ha fatti ripiombare ai livelli di gennaio, sebbene distanti dai massimi di novembre, quando il semestrale era esploso a rendimenti oltre il 6%.
Alla comunicazione dei dati odierni, il mercato secondario ha reagito con un allargamento dello spread sui dieci anni, tornato a 400 punti, dopo un’apertura in calo a 390, dovuta essenzialmente alla cattiva asta tedesca dei Bund.
Oggi il Tesoro tornerà ad offrire titoli, ma a scadenze più lunghe. In particolare, saranno collocati tra 1,5 e 2,5 miliardi di Btp con scadenza maggio 2017, tra 1,5 e 2,5 miliardi di Btp con scadenza settembre 2022 e titoli off-the-run, con scadenza 15 aprile 2016 e febbraio 2019. Questi ultimi ammonteranno complessivamente da 750 milioni a 1,25 miliardi, portando il collocamento totale dell’asta fino a un massimo di 6,25 miliardi. Quanto alla domanda, c’è un relativo ottimismo, dato dal fatto che lunedì scadranno bond per un valore di 9,5 miliardi, il ché dovrebbe auto-alimentare le richieste.
Anche in questo caso ci si attende, però, una risalita dei rendimenti, mentre è difficile fare previsioni a lungo, per via dello scenario incerto e mutevole sui mercati. Quel che sappiamo è che il Tesoro avrà ancora bisogno di rifinanziarsi sul mercato per altri 270 miliardi entro la fine dell’anno, di cui 120 miliardi sono titoli su scadenze medio-lunghe.
Ricordiamo ai risparmiatori che nonostante il cambiamento della normativa sulla tassazione delle rendite finanziarie, i rendimenti dei titoli di Stato continueranno ad essere tassati con aliquota agevolata del 12,5%.
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