Bourne Legacy
Creato il 10 settembre 2012 da Veripaccheri
Nato dalla penna di
Robert Ludlum e trasformato dal cinema in una variazione in chiave americana
dell'agente di sua maestà 007, Jason Bourne e la saga che gli appartiene è
dominata da due caratteristiche: la prima è l'identità del protagonista,
fantomatica al punto tale da morire insieme all'attore (Matt Damon) che gli
prestava la faccia - differentemente nella saga dell'agente a 3 cifre i volti
sono intercambiabili perché il nocciolo della questione si mantiene lontano da
questioni fisiognomiche - mentre la seconda è l'archetipo dell'uomo in fuga, in
primo piano anche in questo nuovo episodio affidato alla faccia irregolare e
dura di Jeremy Renner oramai specializzto in ruoli adreanalinici e d'azione. Ed
infatti neanche a farlo apposta "Bourne Legacy" dopo un apertura che
ricalca quella del primo film, con un corpo esanime e galleggiante in uno
specchio d'acqua - in realtà quello che vediamo non è il risultato di un
agguato mortale ma fa parte
dell'addestramento a cui si sta sottoponendo Aaron Cross - quello che segue è la lunga fuga
dell'agente braccato dai servizi segreti che stanno eliminando tutti i
componenti di Treadstone, il programma per la creazione di super soldati utilizzati per missioni top secret. Siccome c'è di mezzo anche il virus
necessario ad affrancarsi dalle
modificazione geneticiche che l'anno reso invincibile e la biologa
coinvolta nel progetto è l'unica che lo può somministrare Cross provvederà a
salvarla dai cattivi e ad arruolarla nella missione.
Diretto dallo
sceneggiatore delle altre puntate, quel Tony Gilroy già regista di
"Michael Clayton", Bourne Legacy nonostante le molte new entry - anche nella CIA i ruoli di comando
sono stati rinnovati - è un restyling che di fatto non cambia la sostanza dei
fatti, con l'Agenzia ancora una volta costretta a mettere le pezze ad
un'organizzazione che fa acqua da tutte le parti e con l'eroe impegnato a far
vedere anche il cuore oltre ai muscoli (ed infatti anche qui finirà per
innamorarsi della sua compagna). Diversamente dai film diretti da Greengrass
questa volta la telecamera abbandona il ritmo frenetico e sincopato, lo stile
pur dinamico diventa meno frammentato, le riprese d'azione a respiro long take
permettendo allo spettatore di ammirare la spettacolarità dell'esibizione. A
giovarne è anche l'umanità della storia con attori messi in grado di sviluppare
il proprio ruolo pur nei limiti di una produzione messa a punto per compiacere
il botteghino. Oltre a Renner ci sono Rachel Weisz e Edward Norton, brava lei,
un pò sacrificato lui.
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