Magazine Diario personale

Bovarismo (da Madame Bovary)

Creato il 22 febbraio 2015 da Ritacoltellese
Novella già pubblicata nella raccolta "Mostri e Ritratti" in cartaceo alcuni anni fa
Bovarismo
"Lo sai che mio figlio mi è venuto a dire che non devo frequentarti più?"
L'uomo sorrideva alla donna mentre la guardava. Il sorriso voleva essere seduttivo e stuzzicante ma, sarà stato per l'età dell'uomo che aveva passato da un pezzo la sessantina, dall'esterno appariva ridicolo e, a causa dell'atteggiamento forzato che aveva assunto, anche un po' volgare.
"Davvero?" Sorrise incerta la donna. Aveva un'espressione evasiva che dava al suo sorriso un'aria sciocca.
Anche lei era in là con gli anni: il viso triangolare aveva le rughe di una donna che aveva oltrepassato la cinquantina da un po', ma dovute anche alla mania dell'abbronzatura a tutti i costi, solare e non. Il suo desiderio di piacere agli uomini, però, agiva da calamita su chi aveva voglie insoddisfatte, come il maturo seduttore con cui stava parlando. La frase di lui le aveva provocato un certo disagio. Non perché le importasse cosa pensava il figlio dell'uomo, ma perché attraverso quel figlio, di cui conosceva alcune frequentazioni, qualcosa poteva arrivare a persone che non dovevano sapere che piega aveva preso il loro rapporto.
Non si preoccupava di suo marito. Da sempre faceva finta di niente perché gli conveniva così. Era un vigliacco e preferiva dissimulare una tranquillità che non provava, ma che riusciva ad imporsi per vivere senza scossoni e cambiamenti. Il disagio che provava era dunque dovuto solo al fastidio che le dava l'idea che il figlio di lui si fosse accorto che la loro non era un'innocua amicizia di famiglia e che, conseguentemente, potesse parlarne con alcuni suoi amici legati all'ambiente dove lei viveva. Già erano girate chiacchiere su di lei e, insieme a suo marito che le faceva da spalla, aveva buttato la cosa in risa ed insinuazioni su chi aveva creduto a quelle dicerie. Era un gioco vecchio come il loro matrimonio: ogni volta che si rivelava a qualcuno il suo girare come una lupa lui la sosteneva, ridendo sornione su questa e su quella vicina un po’ pettegola che, diceva: "Parlano degli altri, poi non si sa dove vanno quando escono dicendo di andare a fare la spesa".
Anche quel vecchio seduttore aveva saputo da qualcuno che lei "aveva degli amanti occasionali" e lei, nell'apprenderlo da lui, aveva dimostrato di scandalizzarsi molto e, spudoratamente, l'aveva invitato a pranzo con sua moglie per parlarne, insieme ad un'altra coppia, formata da un uomo del suo ambiente di lavoro, che temeva si fosse appreso essere un suo amante in quel momento, con la di lui consorte.
Suo marito si era prestato a quella sceneggiata mostrando una calma innaturale e solo un osservatore attento e sensibile si sarebbe accorto che era un po' troppo rilasciato nella sedia dove sedeva e le braccia, poggiate sui braccioli, lo erano così tanto che doveva tenersi le mani, altrimenti sarebbero scivolate giù come quelle di un fantoccio.
Il vecchio seduttore sperava solo di riuscire anche lui ad ottenere i favori della donna. Da tempo ormai la moglie non lo interessava più. Lei lo sapeva ed accettava i suoi tradimenti anche se non li gradiva. Una volta si era proprio innamorato ed era andato a vivere con un'altra donna. Dopo due anni la relazione era finita e lui era tornato ad abitare nella casa coniugale. Forse anche lei lo aveva tradito una volta: si era parlato di "una sbandata", ma non ne era certo, forse l'aveva detto solo per orgoglio, per rendergli un po' la pariglia.
La consorte dell'uomo che lavorava con la chiacchieratissima donna, durante quel pranzo rise disinvolta, dicendo che chi accostava il nome di suo marito a quello della loro ospite era matto di sicuro! Però al viaggio successivo, che suo marito faceva tutti gli anni per lavoro, si aggregò anche lei e scoprì che c'era anche la collega dal volto triangolare che, poco tempo prima, aveva voluto quella riunione in cui avevano riso tanto sulle loro presunte corna.
Per tutto il viaggio di andata stette male: vomitò. Avevano la stessa età lei e suo marito, poco più che cinquantenni entrambi, ma lui, anche se un po' rotondetto e con gli occhiali, dimostrava gli anni che aveva e nulla più, mentre lei ormai era una donna senza più attrattive femminili: la classica donna di mezza età, grassoccia ed informe, con un viso senza alcuna grazia deformato dal sottomento. La collega di suo marito, invece, era piccola di statura ma con il punto vita ben disegnato, fianchi ad anfora, seni da quarta misura e gambe diritte. Ma, soprattutto, aveva un marito così defilato....
La donna dal volto triangolare odiava le chiacchiere che si facevano su di lei, irragionevolmente la irritavano molto. Voleva sentirsi libera di andare in giro senza quei limiti. Odiava in particolare una conoscente che, ingenuamente,  aveva informato il suo maturo corteggiatore su quel che si diceva di lei. Avrebbe dovuto esserle grata perché le aveva spianato la strada: l'uomo aveva avuto così la certezza che, nonostante il marito, era una donna accessibile. Invece, irrazionalmente, riunì una combriccola di gente composita e, sempre presente suo marito, disse: "Non capisco perché gli abbia detto questo, perché proprio a lui?"
Qualcuno ridacchiava divertendosi e basta, ma un'anziana donna con un forte accento romanesco ed una intonazione altissima, con cadenza triviale proferì: "E je sarà piasciuto!"  Ben conscio della sua disgrazia, intervenne il marito della donna affetta da bovarismo che, pavido, si affrettò a dire: "Ma lo conosce appena, lo avrà visto solo due o tre volte." Temeva che qualcuno dei presenti potesse riportare l'insinuazione all'ingenua conoscente e paventava querele. Ma la vecchia, che sembrava una prostituta in disarmo, per far piacere a chi l'aveva invitata a pranzo strappandola ad un giorno di festa in solitudine, insistette: "E  allora je sarà piasciuto du vorte, tre vorte...Ah! Ah! Ah!" Il marito della fedifraga tacque, ma era molto preoccupato. Finché faceva generiche allusioni sulle varie chiacchierone di turno senza fare nomi, era una cosa, ma questa stupida vecchia era andata proprio sopra le righe pur di dare soddisfazione a sua moglie.
Non ci furono querele perché l'ingenua conoscente forse non lo seppe neppure o, anche se lo seppe, non intese sporcarsi con quella gente con inutili carte bollate. Qualcuno che aveva ascoltato quei commenti, invece, notò l'incongruenza in ciò che aveva detto la vecchia trivialona: se l'ultrasessantenne voglioso fosse piaciuto all'ingenua conoscente, questa avrebbe avuto tutto l'interesse di dire il contrario, e cioè che la donna era onestissima ed inaccessibile, per togliergli ogni aspettativa.
///////
"Ma.....Come se ne è accorto tuo figlio?" Chiese cauta.
"Non se ne è accorto, - rispose l'uomo con aria seria ed annoiata – E’ stata mia moglie."
"Co..come tua moglie?" Il sorrisetto sciocco sulle sue labbra si era fatto tirato.
Il gioco della schermaglia amoroso-sessuale era finito, l'uomo non si divertiva più.
"Mia moglie è andata più volte a lamentarsi da mio figlio perché le hanno riferito che ci hanno visto insieme. Ti ricordo che viviamo in un piccolo centro.....".
"Ma c'è un'amicizia di famiglia fra noi....Non capisco..."
"E si vede che chi ci vede insieme ha avuto un'altra impressione... - Sorrise ironico l'uomo. - Ma soprattutto mia moglie, evidentemente, non ha trovato normale che io stia sempre con te, ti accompagni anche a fare la spesa al mercato...."
La donna era sempre più tesa; non era intelligente, per questo pensava di manipolare l'altrui giudizio come voleva.
"Anna, tua moglie, è mia amica, avrebbe dovuto rispondere a queste persone che c'è un'amicizia di famiglia, ridendo tranquillamente ..."
"Invece è andata più volte a piangere dal figlio. Lui ha voluto fare l'uomo che difende la madre e mi ha parlato. Ma io, come vedi, faccio come mi pare, come ho sempre fatto. Facesse come vuole, mia moglie, se non se ne va avrà il suo tornaconto."
"Ma cosa ti ha detto di me tuo figlio?" Chiese sempre più tesa la donna.
"Ma cosa te ne importa? - E l'uomo, indifferente a tutto tranne che alle sue voglie, allungò un braccio sulle spalle della piccola donna.
"No, voglio sapere!" Ora era una maschera di tensione ed il suo tono era insistente ed imperioso. Un tono che l'uomo conosceva bene ma che volutamente ignorava, l'importante era ottenere da lei quello che gli interessava. Ma quella non si rilassava più ed insisteva, insisteva. Alla fine, come altre volte, cedette: "Ha detto: "Perché vai in giro con quella squilibrata?" "
La donna era tutta tesa, anche il corpo. Si serrava le braccia intorno al tronco: "Ha detto proprio così“?! U..una squilibrata?!! Io?!! Ma è matto tuo figlio!"
L'uomo era sempre più annoiato ed indifferente, non c'era più da divertirsi ormai.
"Ma che te ne importa? Vivi come ti pare e allora che te ne importa dell'opinione della gente? Fai come me. Te ne dovrebbe importare se io gli avessi dato retta, ma visto che sono qui..."
Ma la donna voleva anche il "buon nome" e quel giudizio l'aveva sconvolta. Salutò in fretta il maturo spasimante e tornò a casa.
Quando era insicura suo marito era il suo rifugio. E' vero, in passato l'aveva anche picchiata, ma era successo tanti anni prima. C'erano state scene terribili, poi lui aveva scelto di restare ed ora erano complici.
Lei doveva vincere, vincere sempre, non sopportava di perdere, altrimenti andava in depressione. Un'invidia feroce per tutto e per tutti la divorava e cercava una rivincita a modo suo.
Suo marito non era che un modesto impiegato ma lei lo spingeva ad essere di più e là dove era impossibile lo spingeva a recitare ridicole sceneggiate. Come quella volta che, appreso che un loro conoscente ingegnere aveva ottenuto un brevetto europeo per una sua invenzione, lo spinse a dire in pubblico che anche lui aveva inventato qualcosa che era stato acquistato da una ditta di Pescara e, a riprova che diceva il vero, raccontò di essere andato in quella città con lei, poi i titolari della ditta lo avevano accompagnato all'aeroporto di quella città e di lì lui e sua moglie avevano preso un volo per Monaco ed erano andati all'ufficio brevetti per fare il brevetto europeo. Qualcuno, in vena di divertirsi, si collegò tramite "Internet" con l'aeroporto di Pescara ed ebbe conferma che da lì partivano solo voli nazionali e, soltanto da poco tempo, erano stati istituiti due soli voli internazionali a settimana: per Parigi e Amsterdam.
La cosa fu riportata all'ingegnere inventore il quale stupito disse: "Ma cosa hanno capito questi? I brevetti europei si fanno qui, in Italia, all'ufficio brevetti dove si richiedono anche quelli per il nostro Paese. Per quelli europei risponde l'ufficio di Monaco di Baviera, ma per scritto, ed in tedesco per di più. Non usano nemmeno l'inglese, che ormai è la lingua che fa da tramite per capirsi in tutto il mondo.
Sono andati a Monaco? A fare che? Con un aereo privato, visto che da quell'aeroporto non ci sono voli diretti! Caspita! Che invenzione importante deve aver fatto quest'uomo per mettergli a disposizione un aereo privato?! Ma poi parlano il tedesco o l'inglese costoro?"
Nel piccolo centro si rise molto perché si conosceva l'ignoranza di entrambi i coniugi.
///////
Il figlio del maturo spasimante della donna affetta da "bovarismo", visto che il suo tentativo su suo padre era fallito, rassegnato, commentò con qualcuno l'agire del marito di costei: "Faccio un paragone da dentista: "Le corna sono come i denti, fanno male quando spuntano, ma poi ci si mangia tanto bene!" ".
 


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