“La cultura non è solo estetica, ma anche etica”
(Daniel Barenboim)
Parlare oggi di Cremona città della Cultura, sembra oggi più che mai pleonastico ed in alcuni casi persino fastidioso. Troppo spesso la parola cultura porta con se atteggiamenti elitari e autoreferenziali, su questo occorre davvero cambiare.
La scarsità di risorse ci impone una maggiore attenzione all’utilizzo del denaro pubblico per questo è necessario che tutta la comunità (e non solo quella culturale) si riconosca nelle nostre politiche culturali.
Parlare di cultura, infatti, significa prima di tutto parlare di comunità, di storia, di persone.
Senza cultura una comunità muore.
Cultura deve essere per noi sinonimo di futuro e di sviluppo economico e sociale
Cremona ha davanti a se una scelta: provare a rilanciarsi oppure rassegnarsi ad un lento e sonnolente declino accentuato da una progressiva emigrazione di giovani.
Crediamo che solo attraverso una vera proposta in termini culturali Cremona può imboccare la strada di un nuovo sviluppo a partire dalle realtà presenti in città.
Per fare questo occorre mettere a conoscenza i cittadini dell’enorme patrimonio che abbiamo come città e quali sono le possibilità reali di costruire realtà vitali e produttive.
Aprirsi verso l’esterno e provare a mettere in campo idee ambiziose.
Solo così sarà possibile superare questo declino.
Occorre che anche su questo tema invertire lo schema per il quale la polis tende a divenire funzionale all’io, non alla comunità.
Un paradigma che il Pd dovrebbe provare ad invertire, riportando l’accento sul “noi”, sulla comunità civica.
Dobbiamo provare a ricostruire l’idea di una comunità produttiva, che riesce a creare relazioni virtuose tra l’eccellenza culturale e il tessuto più ampio dei produttori di cultura.
Due sono le macro-aree su cui incentrare i nostri sforzi
Cremona centro del binomio Liuteria-Musica
Cremona centro di Innovazione e Impresa culturale
Criticità di fondo e questioni di metodo
La Giunta Perri non ha intrapreso un percorso organico di governo rispetto al tema cultura.
Si assiste ad un atteggiamento passivo rispetto a quanto si muove in città, che comporta quindi continue incertezze rispetto all’offerta culturale di anno in anno.
Il che, paradossalmente, è il loro punto di forza.
Da anni infatti il pensiero per il quale la cultura rappresenti solamente un costo per chi può permetterselo ha consentito alla destra di avere un’ egemonia culturale anche in città.
I pochi provvedimenti in campo culturale della giunta Perri vanno in questa direzione.
Questa debolezza/forza comporta l’apertura di spazi di delega alle realtà private che di per se sono lodevoli, ma rischiano di diventare i veri attori culturali della città a discapito dell’amministrazione democraticamente eletta.
Si tratta certo di un tema che va ben oltre la giunta Perri e coinvolge il tema delle fondazioni culturali che sono state un nostro modello, ma che rischiano di diventare “incontrollabili” per via della scarsa presenza della politica e del suo pensiero sulla città.
Oltre alla tendenza, tipica della destra italiana, che intende la cultura come “costo” o come risorsa monetizzabile a disposizione degli interessi economici, a Cremona ci scontriamo con le peculiarità cioè della società cremonese, con le sue contraddizioni e i suoi ritardi. Contraddizioni tra ansie di rinnovamento e difesa di interessi consolidati, ritardi nella comprensione del punto di ricaduta dei processi intrapresi e nella metacognizione del proprio agire con conseguente incapacità di tenuta del sistema cultura nel suo complesso.
I grandi attori istituzionali di questa città (Teatro, MdV solo per citare i più importanti…) sono infatti ormai slegati dall’assessorato Cultura fatta eccezione dei Musei Civici. Certamente la presenza del sindaco (o suo delegato) nei vari cda è comunque un presidio importante, ma come notiamo la sola presenza non basta. Occorre pensiero e visione che non può essere affidata al singolo, ma necessita la partecipazione di una comunità.
Questo non significa “abbandonare le Fondazioni”, ma occorre consapevolezza al nostro interno che sarà sempre più necessario un pensiero forte e una autorevolezza tale da poter governare questi soggetti in un ottica complessiva di città.
Il Pd dovrà essere al centro di questo pensiero avvalendosi del contributo e dell’esperienza maturata nelle scorse amministrazioni, senza però aver la paura di andare oltre e proporre visioni nuove.
La nuova amministrazione dovrà non solo fungere da semplice coordinatore delle iniziative culturale, ma dovrà assumersi la responsabilità di essere ruolo di guida attivo. La scarsità di risorse impone questa scelta anche rispetto ai cittadini. Questo non significa sostituirsi alle figure tecniche, ma dare senso alla propria idea sul futuro della città.
Festival di MezzaEstate
Nel corso del 2013 l’attuale amministrazione ha tolto il contributo per la realizzazione di questo festival con la conseguenza dell’effettiva chiusura di questa realtà. Si tratta di una perdita per uqnto riguarda l’offerta culturale della città.
Occorre però fare un’analisi, anche critica, rispetto all’evoluzione che questo festival nato sotto l’amministrazione Corada.
Il Festival ha visto nel corso del tempo una diminuzione di spettacoli e anche una diminuzione di presenze. Non possiamo non sottolineare la “stranezza” nel aver costruito questo festival al di fuori dei circuiti e degli enti preposti alla cultura in città. Nel contesto attuale tale opzione risulta non più sostenibile, non solo da un punto di vista finanziario, ma anche dal punto di vista politico/strategico. Nel futuro occorrerà riconsiderare questi aspetti per una maggiore organizzazione delle proposte culturali e una maggiore sostenibilità.
Il comparto cittadino dei Musei
Il sistema museale presenta problemi specifici e di sistema, fra loro correlati.
La Pinacoteca non è più un centro di proposta culturale, a parte per i concerti, ora a pagamento e qualche evento artistico, molto commerciale e poco scientifico. Non si valorizzano a sufficienza i depositi e non si sfrutta il patrimonio cittadino. Oggi si possono fare mostre di rilievo a costi bassissimi, utilizzando il patrimonio museale. Milano insegna. Bramantino e i Bembo ad esempio, per altro con storici dell’arte cremonesi, come Tanzi che, a Cremona ha allestito una bella mostra con alcuni dipinti di San Domenico dai Mascarini: per l’occasione il comune ha brillato per la sua assenza.
Dal punto di vista progettuale il museo è un motore culturale in stand-by: una fuoriserie in vetrina.
In più oggi ha perso la Collezione degli strumenti ad arco ed il conservatore si lamenta. Spesso le sue proposte cadono nel vuoto.
Il Museo Archeologico è stato iniziato dalla giunta Corada e non è stato mai finito. Vi sarebbero altri materiali da esporre e manca un’aula didattica. La conservatrice ha già individuato due corpi di fabbrica di proprietà comunale per la possibile espansione.
L’introduzione del biglietto a pagamento anche per le scuole pone un problema per le classi che aderiscono ai progetti.
Il Museo di Storia Naturale dal 2011 è nella nuova sede di via U. Dati. La sistemazione è buona. Vi è una grande attività didattica e una piccola biblioteca aperta alle famiglie. Anche qui si sottolinea la necessità di allargamento dell’intera struttura museale di Palazzo Affaitati verso Palazzo Soldi (polo: Biblioteca Governativa, Pinacoteca e Museo di Storia Naturale).
Il Museo della Civiltà Contadina appare quello in maggiore sofferenza anche perché più periferico e meno collegato alla rete museale. Va analizzato con attenzione anche in rapporto al tema del degrado delle Periferie e delle possibili risposte culturali.
I problemi di fondo comuni prioritari sono:
Il rapporto sinergico e di rete tra le strutture conservative pubbliche di Palazzo Affaitati, di San Lorenzo e del Cambonino.
Il rapporto con il Museo del Violino che viene vissuto come entità estranea, come struttura privata che compete in maniera non virtuosa.
La sottovalutazione politica e la lentezza con cui si sta affrontando l’occasione Expo 2015 da parte dell’Amministrazione. La struttura è pronta a coglierla ma manca direzione politica a tutti livelli.
Ad esempio, per quanto riguarda l’offerta didattica e la relazione con la città ciascuno si organizza come crede e come può (la Pinacoteca ne ha affidata la gestione ad una società privata).
La cultura non è concepita oggi come motore di sviluppo della città in un’ottica di indirizzo e di coordinamento entro l’offerta pubblica e nel rapporto tra pubblico e privato.
In questa prospettiva andrebbe approfondito il tema del rapporto col comparto provinciale dei musei e con altre strutture cittadine che possono essere supportate e valorizzate: Fondazione Città di Cremona; Biblioteca Governativa; Archivio di Stato; Museo Diocesano.
In conclusione il sistema sta perdendo coesione con la città e con la provincia, mentre non si sfruttano le poche opportunità. In un quadro di crescenti difficoltà dunque si spiega, ad esempio, come un’importante manifestazione quale la Mostra di Grafica Internazionale sia stata costretta a lasciare Cremona.
Cremona città del Liuteria-Musica
Museo del Violino
Il Mdv non può essere considerato solamente “un museo”.
Si tratta appunto di una opportunità che deve necessariamente rivolgersi all’intero sistema della città. Non si tratta di una iniziativa solamente culturale, ma un vero e proprio luogo di promozione di Cremona e delle sue specificità.
Per questo motivo occorre che vengano coinvolte il maggior numero possibile di realtà istituzionali e non, che portino contributi, idee e progetti per evitare che il MdV diventi appannaggio solo di tecnici e specialisti del settore.
In un periodo di scarsità di risorse economiche è necessario fare alcune scelte di priorità.
Ecco perchè se consideriamo il MdV un progetto valido, occorre che l’interno bilancio del settore culturale, ma non solo, venga ampiamente rivisto e orientato di conseguenza. L’azione che si dovrà portare avanti sarà sempre più un concentramento di risorse, ma in particolare idee su questa struttura. Lo stanziamento previsto di circa 300.000 euro risulta essere quantomeno insufficiente per la prima fase di partenza del Museo dove sono necessari investimenti più consistenti. Per questo motivo occorrerà fare delle scelte poiché alla situazione attuale non è possibile mantenere lo status quo. Non potrà però essere solo il Comune a sobbarcarsi dei costi e per questo motivo è necessario un coinvolgimento di tutte le istituzioni pubbliche: Regione, Ministero e Unione Europea. Infine la Camera di Commercio dovrà giocare un ruolo sicuramente più importante di quanto lo faccia ora.
Occorre che tutti facciano uno sforzo per garantire la riuscita del progetto perchè da solo il Comune non è in grado di far fronte a tutto.
Il MdV deve essere visto anche come un’opportunità per quanto riguarda le prospettive del mondo giovanile. É necessario infatti un maggior dialogo con l’UniPv per quanto riguarda il laboratorio di restauro e il PoliMi per quanto riguarda i corsi di ingegneria del suono.
É possibile valutare un percorso di collaborazione più stretta di queste realtà, che possa portare Cremona ad essere anche una città dell’artigianato musicale e di formazioni di giovani professionisti non esclusivamente legati al mondo della liuteria.
Analogo discorso va legato alla formazione musicale. La presenza dell’auditorium può aiutare in solo se vi è però una volontà di sistema volta alla sua completa valorizzazioni.
Quindi masterclass e corsi di perfezionamento potrebbero avere un nuovo slancio ben oltre la nostra comunità locale. Infine è assolutamente necessario un coinvolgimento massiccio dell’intero sistema liutario cremonese. Ad oggi infatti il mondo della liuteria non è stato minimamente coinvolto in questo progetto. Infine occorrerà anche affiancare al MdV eventi e realtà popolari per evitare che la città e i cittadini si sentano “corpi estranei” rispetto a questa struttura.
Mondomusica a NY
Si sono sottolineate le grandi contraddizioni che questa manifestazione ha portato con se.
La mancanza ad esempio di una vera e propria promozione del MdV testimonia l’assenza di regia politica da parte dell’amministrazione. Anche in questo caso il sistema non esiste più e assistiamo a pezzi del territorio che in piena autonomia propongono iniziative di questo genere senza alcuna condivisione con la città e le realtà interessate. Buona parte del mondo della liuteria ha giudicato questa manifestazione come dannosa al tessuto produttivo del territorio e rischiosa per la riuscita stessa fiera di Mondomusica a Cremona.
Occorre ribaltare lo schema e cercare di attrarre in città i visitatori vista l’apertura del MdV.
La prossima amministrazione dovrà incanalare sul territorio tutto lo sforzo possibile per dare a questo nuovo museo la possibilità di partire e diventare un riferimento vero per tutta la città e il territorio circostante. Tutti i soggetti che in parte finanziano attività culturali inerenti alla liuteria dovranno essere coinvolti per evitare, anche in questo caso, un spreco di risorse e di energie.
Istituto Superiore di Studi Musicali C. Monteverdi
Le recenti vicende hanno mostrato tutta la difficoltà che questo Istituto sta affrontando. Si tratta di una struttura in ogni caso di una struttura virtuosa, ma che necessita, almeno per il momento, importanti stanziamenti pubblici per poter rimanere attiva. Per il 2012 il Comune ha stanziato tra contributi fissi e straordinari 710.000 euro. Si tratta ovviamente di una cifra ingente e non più sostenibile nel lungo periodo.
Occorre quindi attivarsi con tutti gli attori istituzionali affinché questa struttura continui la sua attività in maniera stabile. Questa continua precarietà infatti impedisce una programmazione di lungo periodo e questo, anche a detta dei docenti, produce effetti negativi.
Come Partito Democratico ci siamo impegnati a più livelli istituzionali affinché questa struttura possa nel breve periodo mantenersi in piedi. Per quanto riguarda il suo futuro, la sola alternativa possibile sembra, al momento, la statalizzazione definitiva della scuola.
Solo così infatti è possibile il mantenimento di un presidio pubblico per l’istruzione superiore musicale. In caso contrario occorre un serio ripensamento nella consapevolezza che Cremona potrà caratterizzarsi come città della musica e della cultura solo se si ricostruisce una sinergia vera tra diversi attori (sia pubblici che privati) e non potrà essere il solo Comune ha garantire i finanziamenti.
Collegato naturalmente a questa realtà occorre pensare a tutto il sistema di insegnamento musicale in città. Si tratta di un tema a valenza nazionale, ma credo che sia nostra responsabilità trovare soluzioni affinché davvero si cominci a insegnare musica partendo dalle scuole. Provare a lanciare una campagna vera di “alfabetizzazione” musicale a partire dal basso può vederci come città pioniere in questo senso. Proviamoci.
Cremona città d’Innovazione ed Impresa.
In città si sono sviluppate varie realtà che portano avanti progetti culturali di grande interesse.
La loro grande debolezza sta nella difficoltà di mettersi in rete in quanto l’Ente pubblico risulta quantomai assente. Con queste realtà abbiamo la necessità di ricostruire un dialogo profondo. Occorre infatti capire che la politica culturale non può più essere solo appannaggio delle grandi istituzioni, ma esiste tutto un ricco mondo di realtà associative che fanno cultura. Dobbiamo coinvolgere, mettere al centro dell’offerta culturale evitando sempre più la logica dei progetti calati dall’alto che spesso non trovano riscontro nelle reali esigenze degli attori in campo.
Le domande che emergono da parte di queste realtà sono quelle di una richiesta di maggiore visibilità; della messa in rete delle iniziative in modo che realtà piccole possano sviluppare massa sinergica; della valorizzazione della propria attività da parte dell’amministrazione pubblica; della gestione di spazi pubblici e della creazione di sbocchi economico produttivi. Fare della cultura il motore di sviluppo per la città significa favorire tali “imprese” attraverso la messa a disposizione di veri e propri incunaboli d’impresa. Alcune di questa realtà infatti hanno già creato di per se vere e proprie realtà imprenditoriali.
In questo senso interessante è sicuramente la struttura del teatro Monteverdi nata proprio con l’intento di essere uno “spazio” per sviluppare idee e progetti.
Si è di vendita o di gestioni a privati di questa struttura da parte della giunta Perri.
Al momento sembra tutto fermo, ma possiamo cogliere l’opportunità di mettere in campo un progetto che coinvolga tutte quelle realtà che faticano a trovare una sede per la propria attività e ridare al teatro Monteverdi una sua valenza anche di sviluppo non solo culturale, ma anche economico. Quello spazio infatti risulta oggi poco valorizzato e visto anche l’impegno economico che le scorse amministrazioni si sono accollate per la sistemazione della struttura, non possiamo non studiare alternative per una reale valorizzazione e fruibilità di questo spazio.
Per fare un esempio rispetto alle realtà presenti in città occorre rilevare la grande quantità di scuole amatoriali (ma non solo) di danza. Alcune di queste realtà riunite nel coordinamento Danza Cremona hanno organizzato negli anni scorsi iniziative importanti in questo settore.
Sono realtà molto partecipate e costituiscono “per densità” un unicum della nostra città.
Credo che sia importante ricostituire questo coordinamento in modo da poter vedere le potenzialità che questo mondo più esprimere. Molto spesso si vanno a cercare esperienze fuori dall’ambito cittadino, ma in questo caso potremmo già avere molto in casa. Alcune di queste realtà, in particolare, hanno iniziato a costituirsi come realtà professionali anche di alto livello, non sottovalutiamole.
Bisogna scegliere una nuova rotta, in grado uscire allo scoperto il tessuto culturale e associativo forte di questa città, integrando l’eccellenza con l’insieme della produzione. E’ un modo per provare a creare ricchezza, materiale ed immateriale, che possa ricadere, direttamente o indirettamente, su tutta la città: concepire cioè l’eccellenza culturale come volano per le realtà, produttive e culturali, anche quelle a non profitto, che costituiscono il tessuto diffuso dei produttori di cultura.
Si può fare solo mettendo in relazione pubblico e privato ad ogni livello, in un rapporto tendente idealmente alla simmetria delle responsabilità ed alla convergenza degli interessi.
E’ necessario quindi:
favorire la nascita di una città ‘smart’ con alta vocazione all’innovazione e ad un nuovo modello di sviluppo urbano;
puntare sella Green Economy e sulla nuova imprenditoria per far emergere una nuova generazione di imprenditori con vocazione all’innovazione tecnologica e all’applicazione creativa;
investire in cultura, per la salvaguardia e la valorizzazione del nostro patrimonio e per creare ricchezza, in un ambiente favorevole allo sviluppo della creatività e dell’innovazione;
investire nel recupero urbano e integrazione con il rilancio economico nel settore artigianale (non solo liutario, anche se musica e liuteria sono l’eccellenza riconosciuta nel mondo), in quello commerciale e nella nuova imprenditoria);
curare la formazione: dalla scuola primaria all’università. Bisogna favorire opportunità per giovani laureati, per tecnici, per artisti e artigiani creativi;
riprendere i temi emersi sulla partita Turismo: in connessione con Cultura e sviluppo economico anche in relazione ad Expo 2015;
ricostruire rapporti con le realtà produttive esistenti: liuteria, artigianato, editoria ed imprenditoria culturale ed artistica, imprenditoria turistica. Soprattutto dove l’iniziativa privata è in sofferenza. Solo a titolo d’esempio: il problema delle sale cinematografiche che è molto sentito a livello cittadino.
Università e rapporto col territorio
Altro aspetto da considerare è il rapporto tra università e territorio. Sicuramente la presenza della Cattolica contribuisce a mantenere alta la caratterizzazione del nostro territorio in chiave agroalimentare. Il corso di laurea magistrale in economia e gestione agroalimentare è sicuramente una realtà importante che richiama studenti anche da fuori provincia e regione.
Occorre capire come questa realtà si confronti col territorio. In vista dell’appuntamento di Expo questa relazione diventa vitale. Oggi più che mai assistiamo ad una latitanza dell’amministrazione pubblica rispetto a questo tema. Si tratta di un errore strategico che rischia di far perdere a Cremona un’occasione vera per trovare nuove vie di sviluppo.
Sempre nel medesimo ateneo sono attivi corsi di economia aziendale per quanto riguarda la laurea triennale che raccolgono invece studenti della città che sono poi dirottati per i due anni di magistrale a Milano o Piacenza.
Il Politecnico ha attivi presso la sede di Cremona i corsi di laurea triennale di Ingegneria gestionale ed ingegneria informatica. Importante rispetto alla città è il ruolo del Polimi all’interno del CRIT (polo tecnologico). Questa realtà pruò rappresentare veramente una nuova possibilità di re-industrializzazione della nostra città. Occorre capire che questo settore rappresenta, al momento, una vera risorsa occupazionale per i giovani. Su questo dobbiamo lavorare molto anche qui in sinergia con le realtà attive in questo settore.
Rispetto al Mdv si dichiarava che era possibile attivare una collaborazione con il Polimi rispetto al corso di ingegneria del suono con sede attuale a Como. Occorre approfondire questa possbilità in quanto caratterizzerebbe il MdV non solo come un luogo di conservazione, ma come un vero e proprio laboratorio di ricerca e sviluppo.
Altra università presente a Cremona è la sede distaccata dell’università di Pavia. Attualmente sono attivati in città i corsi triennali di Musicologia e Lettere/Beni culturali, mentre l’unica laurea magistrale attivata è Musicologia e per il post laurea è presente un Dottorato di ricerca.
Nel corso dell’anno l’Università ha organizzato al teatro Monteverdi una serie di incontri pubblici nella rassegna “Università di Sera” spesso, come accade a Cremona, con una sovrapposizione di date (cosa tipica in città) con le altre istituzioni culturali della città.
Questa realtà nell’idea di città del violino e della musica credo che giochi un ruolo fondamentale.
Occorre valorizzare di più questa realtà perchè forma giovani musicologi e in molti casi anche musicisti che possono trovare spazio nella nostra città. La città potrebbe diventare, ovviamente nel piccolo, una realtà in cui far crescere giovani artisti e legare questo processo con la nostra vocazione liutaia e quindi musicale.
Ultima università presente a Cremona è la sede distaccata dell’università di Brescia presso l’ospedale. Ha attivi 3 corsi di laurea: Fisioterapia, Infermieristica, Tecnica di Radiologia. Essa può e deve integrarsi con il nostro sistema del welfare.
45.284840 9.845945