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Braccia forzatamente conserte

Da Eucuri

Guardo le punte delle mie scarpe nere. Non posso toccarle, posso fare solo alcuni movimenti poco pratici. Non posso toccare niente. Un tempo potevo. Potevo toccare anche te. Potevo dirti tutto. E ti dicevo di tutto. Un giorno mi hai detto che era finita, che era per me. Perché ero troppo. Ero eccessivo. Sono con le braccia conserte perché secondo te ho insitito troppo. Maniche più lunghe delle mie braccia, braccia conserte. Vedo le teste delle persone da un vetro sulla porta, e prima di vederle le immagino dai passi. Per te era troppo. Da manicomio. E li hai chiamati. Io volevo darti me stesso, ma quando non ti sei fermata allora ho dovuto farlo io. Quando mi hanno visto sorridere hanno creduto che fossi pazzo, ma io ero sereno. Non hanno capito che così non ti saresti potuta dare a un altro e nessun altro poteva essere minimamente vicino a ciò che ero io. Ho le braccia forzatamente conserte, ma il cuore e la mente sono libere. Forse più di prima.

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