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Brad Mehldau: Solo Live in Marciac 2006

Da Gerovijazz @GEROVIJAZZ
Repost from Splinder (7 apr. 2011)
È uscito da poche settimane un nuovo interessante album doppio del pianista statunitense Brad Mehldau, un “solo live” registrato al festival di Marciac nel 2006.cover
Questo album, pubblicato con colpevole ritardo, costituisce una specie di consacrazione ufficiale di Mehldau come miglior pianista della generazione post-Jarrett e rappresenta, a mio avviso, nella sua carriera quello che è stato il Köhln Concert per Keith Jarrett. Un disco che gli appassionati del piano jazz non possono perdere. (In rete è disponibile anche la versione scaricabile legalmente in mp3 a un prezzo contenuto).Dal video seguente, tratto dal DVD registrato in occasione del concerto e acquistabile insieme al disco, si può avere un'idea di quanto sopra affermato. Questa lettura di My Favorite Things era il primo bis di quella irripetibile serata.
Brad Mehldau lo scorso anno ad agosto ha compiuto 40 anni ed è ormai alla ribalta da più di 16.bradmehldau

Fece il suo esordio internazionale nel 1994 con una tournée europea del quartetto del sassofonista Joshua Redman comprendente anche il bassista Christian McBride il batterista Brian Blade. Il quartetto suonò anche a Umbria Jazz, lasciando una ottima impressione.Il video seguente ci mostra il gruppo in quell'occasione, mentre esegue una composizione del leader The Deserving Many.


In quello stesso anno Mehldau formò con il bassista Larry Grenadier e il batterista Jorge Rossy un proprio trio che si ispirava a Bill Evans e con il quale cominciò a realizzare diversi album a proprio nome. Nel 1998, vivendo all'epoca a Parigi, ebbi modo di ascoltare per la prima volta quel trio a Jazz à la Défense.

mehldau paris

Allora conoscevo Mehldau solo di nome e non ne avevo ascoltato ancora nulla e quel primo approccio fu nel complesso convincente, anche se il contesto festivaliero non ne favoriva l'ascolto. Quell'esperienza mi indusse, nel tempo, ad approfondirne la conoscenza con i suoi dischi ed in particolare attraverso la serie The Art of the Trio, cinque album nei quali egli gradualmente affina la sua poetica e tende a superare il concetto tradizionale di standard, dedicando la sua attenzione anche a brani pop di artisti contemporanei come i Radio HeadNick DrakePaul Simon, ecc..Nel video successivo lo troviamo alle prese con un brano dei Radio Head che ripropone spesso nei suoi concerti.Dopo l'esordio nel 1994 Mehldau è stato spesso presente nel cartellone di Umbria Jazz in diversi contesti. Uno di quelli che mi ha maggiormente affascinato è stato il “piano summit” del 1999 con Kenny Barron. Nel video seguente è possibile apprezzare l'esecuzione del noto brano di Charlie Parker: Billie's Bouce. (Su Youtube si trovano diversi altri estratti di quel concerto).
Negli ultimi 10 anni la produzione discografica di Mehldau è cresciuta a dismisura, fra dischi a suo nome e collaborazioni, suscitando anche perplessità e critiche non sempre favorevoli, e sulla quale non mi dilungo, esistendo in rete decine di pagine che ne parlano diffusamente.Personalmente ho apprezzato le ripetute collaborazioni con Joshua Redman il musicista che lo ha lanciato e che Mehldau ammira moltissimo. Il loro lavoro in duo, che l'anno scorso ha girato l'Europa, è stato decisamente interessante, come si può constatare dal video tratto dal concerto tenuto a Bruxelles, in cui eseguono un brano dei Nirvana Lithium.
L'altra esperienza degna d'attenzione è stata quella fatta fra il 2006 e il 2007 con Pat Metheny in un acclamatissimo tour e sfociata in ben due diversi dischi Metheny Mehldau (2006) e Metheny Mehldau Quartet (2007). L'accostamento fra questi due virtuosi ha prodotto dei risultati straordinari come è possibile verificare nel seguente video tratto da un concerto tenuto nel 2007 a San Sebastian in Spagna in cui eseguono un vecchio brano di Metheny: Better Days Ahead.

In conclusione questo artista dopo anni in cui è stato lodato e criticato, acclamato e discusso, finalmente sembra aver realizzato con questo Solo Live in Marciac l'opera tanto attesa, che lo consacra definitivamente nel Pantheon dei grandi del jazz.
Brad Mehldau nel Web

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