Vivo in Emilia Romagna.
E’ una terra bellissima, piena di gente con tanta forza e voglia di lavorare.
Piena anche di contraddizioni.
C’è parte del territorio che vive prevalentemente di agricoltura, una parte industriale ed una parte turistica.
Ci sono marchi famosi in tutto il mondo, basti pensare al parmigiano reggiano e all’aceto balsamico!
Abbiamo la Pianura (!!!) Padana, il mare e l’Appennino Tosco Emiliano.
Come potete capire è una regione particolarmente “particolare”, anche se penso che sia così per ogni persona che debba descrivere il luogo dove ha le radici.
Mare monti e pianura sono concentrati a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altra e questo comporta che anche il clima ne risenta in modo evidente.
Passiamo dal freddo polare (quest’anno abbiamo avuto per un mese la neve e temperature di dieci gradi sottozero) al caldo tropicale, dalla nebbia al gelo!
Un giorno indossiamo il maglione e il giorno dopo la camicia a manica corta.
Il giorno dopo di nuovo il maglione.
E’ così, non c’è nulla da fare.
In questi giorni è scoppiato il caldo, è arrivato Scipione, così i giornali hanno battezzato l’ondata di caldo proveniente dall’Africa.
Spiritosi questi meteorologi, almeno fanno sorridere ricordandoci i personaggi storici che studiavamo a scuola.
E’ arrivato Scipione, l’Africano, e ha portato con sè un’ondata di caldo, di temperature insolitamente elevate per questo periodo.
E qui tutti boccheggiano come pesci fuor d’acqua!
Ieri mattina sono andato in bicicletta con i miei amici e abbiamo deciso di andare verso la montagna per cercare un pò di refrigerio.
Siamo partiti presto, alle 7 di mattina, ma il caldo ci ha colti anche ad un’altitudine di circa 800 metri.
Ci siamo fermati in un bar, disidratati ed accaldati.
Il bar aveva un arredamento fine anni ’60. Di fianco c’era anche la bottega di generi alimentari, chiusa però …aperta, nel senso che la porta era aperta ma sbarrata, con un legno a forma di freccia sopra il quale c’era scritto “entrata” ed indicava la porta del bar stesso.
Infatti il proprietario del bar serviva indifferentemente ai vari avventori un cappuccino oppure un chilo di pane!!
All’interno vari vecchiettini, ovviamente del posto, chiacchieravano ad alta voce commentando i fatti del giornale locale.
Erano vestiti tutti bene, in modo non raffinato e costoso come noi “cittadini” potremmo supporre, ma vestiti in modo decoroso, con pantaloni e maglioni non all’ultima moda però puliti, lindi, stirati.
Qui nei giorni lavorativi si utilizza il vestito di “tutti i giorni” mentre alla domenica, quando si esce, si va fuori in ghingheri, a fare la sfilata e poco importa che in paese non ci siano più di una cinquantina di persone!
Uno di loro ha ordinato una (mega) tazza di caffè d’orzo (di almeno un litro circa!!!) e subito dopo cappuccio dove andava ad intingere con sommo diletto un buondì motta appena preso dallo scaffale dove batteva un sole spietato, mangiandolo con evidente soddisfazione.
L’aspettava subito dopo un bicchiere di roba gialla che abbiamo battezzato essere fresca spuma al cedro.
Anche i miei amici non erano da meno perchè, alla faccia della dieta mediterranea, si sono fatti il solito spuntino ordinando cappuccio e due paste cadauno!!!!
Mentre li vedevo, vecchietto compreso, mangiare avidamente con gusto, leggevo il listino prezzi attaccato alla parete del bar, avete presente quelle lavagnette rettangolari in …pelo raso di moquette verde, con le lettere da attaccare e formare le parole e di fianco il prezzo?
In una riga c’era scritto “BRENDI 2,20 euro“
Fantastico!!
Niente da dire.
Nel bar il caldo non riusciva ad entrare causa pareti di pietra spesse un metro circa!! Non scherzo.
Si stava bene, c’era un bel fresco, e, al momento di riprendere le biciclette, eravamo tutti dispiaciuti di lasciare quella gradevole temperatura.
Fuori ci aspettava l’aria torrida.
Appena inforcata la bici l’asfalto sotto le ruote ci ha dato un “caloroso” ed ardente benvenuto.
Mano a mano che ci avvicinavamo a casa la temperatura saliva e ho iniziato a sognare il mare!
C.