RECENSIONE
Avevamo lasciato Bella neo-vampirizzata, agonizzante in seguito al parto molto gore che l’aveva vista dare alla luce la figlia Renesmee; la ritroviamo veloce, forte, con lo smokey eye e gli occhi rossi: affascinante vampira che aiuta Edward ad allestire un esercito di variegati testimoni (molti dei quali apparentemente usciti da video musicali di Mtv anni ’80-‘90) per dimostrare che sua figlia non è una bambina vampirizzata, condizione che la renderebbe vittima della rabbia cieca dei vampiri italiani Volturi. Se il capitolo precedente aveva brillato per staticità, scene inutili, un’ora di matrimonio e quasi altrettanto di viaggio di nozze – tanto da far assistere ad assopimenti improvvisi pre-comatosi da parte dei non adepti della saga –, questo capitolo si contraddistingue, invece, per una maggiore mobilità d’azione e una buona dose di simpatia in più: potrete non credermi, ma ci sono addirittura un paio di scene in cui Robert Pattinson arriva ad accennare un sorriso vero (e non sghembo!), cosa che nei quattro film precedenti non era mai successa. Per il resto, duole dirlo, la prova degli attori si attesta sulla media delle antecedenti: Bella ha sempre la stessa espressione tra lo stizzito e l’angosciato (anche quando raggiunge l’orgasmo), per Jacob vale la stessa regola, anche se la sua espressione-tipo è sempre giocosa e benevola, la famiglia Cullen fa sempre da confortevole e ingessato sfondo, il crudele Aro, capo dei Volturi, ha una risata che finirà presto su YouTube per il timbro ridicolo che il doppiaggio italiano gli ha inferto, la ieratica e cerea Jane (Dakota Fanning) si distingue sempre per come tiene la scena nonostante la marginalità del suo ruolo. Le menzioni d’onore di questo episodio vanno rispettivamente al padre di Bella (Billy Burke, sempre efficace nella sua rude bonarietà, qui protagonista di un siparietto equivoco e molto divertente insieme a Taylor Lautner), il vampiro lunatico Alistair (un espressivo Joe Anderson) e Renesmee (la conturbante mezza vampiretta interpretata dalla giovanissima attrice di film horror Mackenzie Foy).Sulla strada che porta al lieto fine, gli autori hanno avuto un’idea che si è rivelata autenticamente geniale, con cui sono riusciti ad ovviare al problema di quanto potesse rivelarsi anticinematografica una battaglia finale che, nel libro, non viene combattuta: non vi anticipo niente per non rovinarvi la sorpresa, vi dico soltanto che rimarrete a bocca aperta.
In sostanza si tratta di un blockbuster programmatico, che serve un modello letterario stabilito, senza invenzione né iniziative, come i precedenti e come, in ottemperanza alle pretese dei fan e di mamma Stephanie, è previsto che sia: sfora la sufficienza solo grazie a questa trovata del sotto-finale, all’inattesa buona prova di alcuni interpreti, ad alcuni momenti divertenti, alla suggestiva fotografia e ai titoli di testa, che trasformano la solita ripresa aerea dei soliti boschi innevati in una sottile metafora della vampirizzazione, con i colori che variano dal rosso al bianco, incorniciando una natura fragile che trova la sua eternità solo nella cristallizzazione. Più scontati, invece, i titoli di coda: ricordano un po’ quelli delle fiction televisive italiane, con la carrellata di tutti i protagonisti dell’intera saga, dall’ultimo personaggio secondario fino a Bella e Edward. E voi? Siete rimasti soddisfatti o delusi da questo film? Aspettiamo il vostro parere.