Riformare il sistema monetario e finanziario internazionale – Nuove regole per il FMI – No alla destabilizzazione della Siria
Tito Pulsinelli
Selvas Blog
Il IV vertice del BRICS di Nuova Delhi passa alla fondazione di una propria struttura finanziaria unificata. Disporranno d’una banca per lo sviluppo alimentata con le risorse monetarie crescenti di questo nuovo polo di potere. I Governatori delle banche centrali e i ministri delle finanze si riuniranno periodicamente. Sono favorevoli alla soluzione pacifica del conflitto in Siria, soprattutto a non alimentarlo sotterraneamente, con iniziative al margine della legalità. Hu Jintao sottolinea il ruolo positivo del BRICS a favore della pace e d’una nuova governabilità, messa a dura prova dal crescente disordine dei mercati. Ribadiscono la critica al FMI, e chiamano ad una sua ristrutturazione che
rispecchi la nuova realtà contemporanea. E’ insostenibile che continui ad essere un feudo degli USA e dell’Europa, come all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale.
L’economia del BRICS sfiora il 21% del PIL mondiale, l’Unione Europea era al 24% ma controlla il 32% dei voti nel FMI; stessa cosa vale per la declinante economia nordamericana. E’ insostenibile, visto che ora Washington e Bruxelles batton cassa con insistenza per ricapitalizzare il FMI. Si rinnova l’appello per la riorganizzazione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, dove dovranno sedere l’India e il Brasile come membri permanenti.
Dilma Roussef, a nome del Brasile, ha detto con chiarezza che USA ed UE hanno dichiarato una vera e propria guerra monetaria contro il resto delle economie (qui) ed ha messo in luce che questo è il frutto finale del modello globalista, che fa della crescita un feticcio da erigere -costi quel che costi- al di sopra di ogni cosa. Al Brasile conviene la crescita, però finalizzata all’inclusione sociale ed una redistribuzione che faccia fuoriuscire dalla miseria milioni di cittadini.
Questo vertice consacra definitivamente il protagonismo del BRICS, imperniato sulla forza demografica, produttiva, risorse di materie prime ed energetiche, potere scientifico, tecnologie per l’autodifesa e massa d’urto finanziaria dei 5 Paesi-continente. E’ un’istanza rilevante del nuovo quadro multipolare, che si basa sulla complementarietà e coordinamento di economie e sistemi-Paese, giunti a disputare e sottarre spazi strategici all’egemonismo scaturito dalla seconda guerra mondiale.
Hanno varato una struttura finanziaria propria, dopo una fase di scambi basati sull’accantonamento del dollaro e il ricorso alle rispettive monete nazionali. Cominciano a delinerasi alternative ad una architettura internazionale che aveva fatto dell’ONU, FMI, BM e Bretton Woods le colonne portanti dell’autolegittimazione automatica dei PIAI (1). Persino quando agiscono prevalentemente con il linguaggio delle armi.
A Nuova Delhi, il potere multipolare del BRICS si posiziona come fattore globale per la ridefinizione degli equilibri internazionali, sia in campo politico che economico. I PIAI hanno di fronte una diga intercontinentale, la cui sistematica irrisione o sottovalutazione non serve per diminuirne la forza reale già acquisita. Sono sulla via del tramonto storiche rendite di posizione, indesiderata eredità degli autolesionisti colpi di maglio inferti dal globalismo. Si profilano alternative concrete, parziali ed antagoniste. I PIAI marciano a passo sostenuto verso una recessione deliberata e pianificata, ma non per questo meno letale; ormai abbagliati da ideologismi passatisti, dovranno tenerne conto loro malgrado. Meglio presto che tardi.
(1) Paesi Industrializzati Altamente Indebitati