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BRICS, nuovo ordine economico mondiale e modernizzazione della Russia

Creato il 11 aprile 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
BRICS, nuovo ordine economico mondiale e modernizzazione della Russia

Proponiamo ai nostri lettori il testo dell’intervento pronunciato da Aleksandr Zezjulin, consigliere dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, in occasione della conferenza “BRICS: opportunità politiche per l’Italia nel nuovo contesto multipolare” tenutasi a Roma il 24 febbraio scorso a cura di “Geopolitica” e dell’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) assieme allo Studio Legale Associato NCTM e a ISIAMED. Il consigliere Zezjulin ha parlato ad un folto pubblico, composto per lo più d’imprenditori, del ruolo del BRICS nella riforma del sistema economico mondiale e degli sforzi in atto in Russia per modernizzare la struttura portante del paese. Il suo intervento sarà incluso negli Atti del convegno di prossima pubblicazione.

 
I cambiamenti globali in corso favoriscono la formazione di meccanismi più flessibili, basati sulla cooperazione multilaterale anziché sulla filosofia dei blocchi. Si aprono così possibilità d’avviare una nuova fase delle relazioni internazionali, priva degli stereotipi della Guerra Fredda e volta alla ricerca pragmatica di risposte congiunte alle sfide comuni.

Siamo testimoni delle turbolenze dell’economia globale che sembrano dover perdurare ancora a lungo. La crisi economica del 2008 sta passando ad una nuova tappa, rivelando i problemi di fondo quali la crisi del debito sovrano e quello delle compagnie, gli squilibri del settore finanziario gonfiato, speculatorio e troppo avulso dall’economia reale. È ormai evidente che il mondo non sarà più quello di prima. I maggiori centri della crescita si spostano al di fuori delle aree tradizionali. È in forte aumento l’importanza della regione dell’Asia-Pacifico e dei BRICS. Il BRICS, che unisce i Paesi con economie in crescita e con approcci simili verso i problemi internazionali, è già diventato un fattore di portata globale. La cooperazione in questo formato rappresenta una delle priorità della politica estera russa. Non c’è da nascondere che la nostra partecipazione è finalizzata anche a favorire la creazione delle condizioni favorevoli per la modernizzazione dell’economia e il consolidamento delle posizioni politiche russe nel mondo multipolare.

Il BRICS è la forza motrice dell’economia mondiale. Lo confermano i ritmi della crescita dei Paesi che ne fanno parte. Essi creano la metà del surplus annuale del PIL globale. Conseguentemente sta aumentando la loro quota nell’economia internazionale. Il prestigio dei BRICS è aumentato anche grazie agli sforzi dei suoi Stati membri, che hanno consentito di rafforzare le posizioni nel FMI e nella BM dei Paesi in via di sviluppo e di quelli con economie di mercato in corso di formazione. L’adesione nel dicembre 2010 della Repubblica del Sud Africa, uno dei leader dell’Unione Africana, ha consolidato il calibro globale del BRICS ed ha allargato il suo potenziale d’azione politica ed economica.

Stiamo seguendo la logica del mondo multipolare. Il BRICS non è il tentativo di creare un nuovo polo che si contrapponga ad altri organismi interstatali di matrice economica o politico-militare. Anzi, ci posizioniamo come una struttura pronta a collaborare con tutti i partner. La cooperazione tra i Paesi BRICS nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU sta diventando un importante fattore del rafforzamento della pace internazionale. I nostri Stati ritengono fermamente che nel risolvere i conflitti la comunità internazionale debba basarsi sui metodi politico-diplomatici e non sulla forza militare.

Tuttavia il focus delle attività del BRICS è centrato sulle questioni economico-finanziarie, soprattutto sull’agenda del G20. Questo atteggiamento ha le sue ragioni. Tutti i membri del BRICS sono a favore di una profonda riforma dell’architettura finanziaria globale, che possa adeguarla alle nuove realtà che vedono il sorgere d’inediti centri di potere. Come ha dimostrato la crisi finanziaria, dall’efficienza della struttura economico-finanziaria mondiale ormai dipende non solo la stabilità economica ma la stessa sicurezza internazionale. Una peculiarità attuale sta nell’accento dei Paesi BRICS sullo sviluppo della cooperazione non solo nel G20 e nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ma anche all’interno del nostro gruppo.

Un contributo significativo all’espansione degli scambi commerciali e d’investimento è stato dato con la firma dell’Accordo quadro sulla collaborazione finanziaria nell’ambito del meccanismo interbancario del BRICS. Questo è il primo passo pratico verso l’uso delle valute nazionali per facilitare i rapporti economici tra i membri del BRICS. I settori prioritari della nostra cooperazione per il prossimo futuro sono energia, compresa quella nucleare, aumento dell’efficienza energetica, tecnologie spaziali e delle telecomunicazioni, tecnologie avanzate nel campo della medicina, altri settori d’innovazione e agricoltura. In quest’area tutti e cinque abbiamo un forte e complementare potenziale, una base scientifica sviluppata, una forza lavoro qualificata, ed enormi mercati di consumo dei prodotti tecnologici. Siamo fiduciosi sulle buone prospettive dell’interazione dei Paesi BRICS poiché essa risponde perfettamente agli interessi dei nostri popoli, alle esigenze dell’evoluzione dell’economia globale ed al compito del mantenimento della sicurezza internazionale.

Tornando al contesto esterno in cui operano i BRICS siamo costretti a constatare che rimane alto il rischio della recessione globale. Il superamento della crisi e la costituzione del nuovo modello di crescita possono richiedere tempi assai lunghi. Vediamo due scenari. Quello negativo è l’aggravamento dei problemi attuali come conseguenza dell’incapacità di adottare decisioni drastiche sia a livello internazionale sia a quello nazionale. In tal caso sono prevedibili ulteriore indebitamento, calo del livello di vita ed erosione del ceto medio, rafforzamento delle politiche di protezionismo, guerre commerciali e conseguente instabilità politica. Quello positivo consiste nella rinuncia all’economia delle bolle finanziarie, nel ritorno all’economia di valori e attivi reali, che crea non derivati finanziari ma occupazione.

Crediamo che la transizione allo sviluppo e alla crescita sia in funzione con la svolta tecnologica. Siamo consapevoli che il passaggio dell’economia mondiale al nuovo livello tecnologico comporta anche nuove sfide per molti Paesi. Per esempio, la possibile rivoluzione energetica con l’abbandono delle fonti energetiche tradizionali a favore di risorse alternative sarà accompagnata dal calo dei prezzi di petrolio e gas, che oggi sono i principali prodotti esportati dalla Russia. Per noi è una sfida concreta e grande. Abbiamo un po’ tempo a disposizione, tenendo conto delle stime dell’ONU che parlano dell’aumento del consumo di idrocarburi nel corso dei prossimi 20 anni. Abbiamo intenzione di utilizzare questo arco di tempo per impiegare i proventi dalle nostre risorse naturali ai fini della modernizzazione dell’economia russa.

Vent'anni di Russia: il primo numero di Geopolitica
Vorrei attirare la vostra gentile attenzione sulla situazione del mio Paese. Abbiamo definitivamente chiuso la fase post-sovietica della nostra evoluzione. La Russia è riconosciuta come economia di mercato. È stata raggiunta l’intesa internazionale sull’ingresso della Russia nel WTO a cui aderiamo nel 2012. Dal 1 gennaio 2012 ha cominciato a funzionare lo spazio economico comune tra la Russia, la Bielorussia ed il Kazakhstan. Stiamo lavorando all’ulteriore integrazione – verso la creazione dell’Unione Eurasiatica. Già oggi il mercato comune dei nostri Paesi conta più di 170 milioni di persone. Il PIL aggregato ammonta a 3 trilioni di dollari. La Russia è la sesta economia mondiale e ci poniamo l’obiettivo di scalare la classifica. I presupposti ci sono. L’anno scorso è stato positivo per l’economia russa. È cresciuta di più di 4%. Abbiamo raggiunto il livello d’inflazione più basso negli ultimi 20 anni, 6%, che prossimamente secondo le nostre previsioni scenderà fino a 4%. Il nostro bilancio pubblico è in proficit. Abbiamo accumulato consistenti riserve valutarie che continuano a crescere. Il debito pubblico è molto più basso rispetto a diversi nostri partner: 10,4% del PIL, di cui l’indebitamento estero è pari solo al 2,5% del PIL. Ma ci sono altri vantaggi forti e durevoli ancora più importanti degli indicatori macroeconomici. La nostra risorsa principale è la popolazione dotata di talenti, creatività, ben preparata e con alto livello di istruzione. È la ricchezza colossale che forma la base per il rilancio economico.

Certo che non ci mancano dei difetti. Ma siamo consapevoli dei problemi che dobbiamo affrontare. Purtroppo siamo molto indietro per quel che riguarda il clima per gli investimenti. Secondo alcuni dati nella classifica mondiale occupiamo la posizione numero 120, di cui ovviamente non possiamo essere fieri. Una delle maggiori sfide da superare è la bassa efficienza. Il volume dell’economia russa è poco infieriore a quello della tedesca. Invece la produttività del lavoro è ben 2,6 volte più bassa. Per efficienza e quindi risparmio energetico siamo addirittura 3 volte indietro. La bassa efficienza caratterizza tutti i nostri punti dolenti, dall’economia basata sull’industria estrattiva all’arretratezza tecnologica e al clima per gli investimenti poco competitivo.

La strada maestra è il cambiamento della struttura dell’economia e dell’occupazione. Puntiamo sulla creazione di industrie altamente tecnologiche e di posti di lavoro per specialisti qualificati e ben remunerati. Abbiamo in programma di creare e aggiornare a tale livello 25 milioni di posti di lavoro nell’arco dei prossimi 15 anni. È noto che per creare l’occupazione bisogna saper attirare gli investimenti diretti. Nei settori come le infrastrutture non si può far a meno di finanziamenti pubblici. E il Governo russo è pronto a investire in grandi progetti laddove il business da solo non riuscirà a sopportare i rischi. Però sappiamo che il ruolo decisivo spetterà agli investimenti privati. E questi affluiscono alle economie che creano per loro le condizioni favorevoli. In sostanza nel mondo di oggi si compete principalmente per attirare capitali e imprenditori.

Nel nostro Governo è maturata la convinzione che dobbiamo impegnarci per salire in quella classifica di 100 posizioni, arrivando al posto numero 20. È un obiettivo ambizioso. Ma già adesso è chiaro su quali punti dobbiamo concentrarci. Sono concreti. Per esempio bisognerà ridurre considerevolmente la durata della procedura di connessione degli operatori economici alla rete elettrica, della preparazione della documentazione per gli enti tributari, del passaggio della dogana. Dovremo facilitare al massimo l’ottenimento di autorizzazioni e permessi. Vorrei informarvi che sono stati adottati o sono in corso di preparazione i seguenti provvedimenti:

  1. in Russia verrà istituita la figura dell’incaricato per la tutela dei diritti degl’imprenditori. Gli sarà attribuito uno speciale status processuale e quindi potrà rappresentare gli interessi degl’imprenditori presso le istanze giudiziarie, avanzare su iniziativa degl’imprenditori proposte presso le istituzioni pubbliche. Avrà anche il diritto di sospendere atti normativi di enti pubblici finché non verranno emmesse le rispettive decisioni giudiziarie;
  2. sarà abbreviata e semplificata la procedura di arbitrato nelle dispute tra imprenditori e enti pubblici per dare maggiori garanzie agli imprenditori. Nel contempo per gli imprenditori sarà prolungato il periodo durante il quale possono rivolgersi alle istanze giudiziarie d’appello;
  3. nel codice penale saranno eliminate le possibilità di avviare un processo penale contro uno di partecipanti ad una disputa economica. Questo passo dovrebbe ridurre notevolmente il livello di corruzione;
  4. le associazioni di imprenditori avranno il diritto di lanciare cause giudiziarie per difendere gli interessi di singoli imprenditori. Ciò permetterà anche alle piccole imprese di contendere con i potenti organi burocratici;
  5. intendiamo aggiornare la nostra legislazione che riguarda il diritto civile e privato ai rispettivi ordinamenti dei nostri principali partner, soprattutto tra i Paesi europei.

Queste misure rappresentano solo il primo pacchetto finalizzato a rendere l’economia russa più trasparente. Seguiranno altri passi in diversi campi. Ovviamente saremo riconoscenti per tutti i suggerimenti e segnalazioni da parte degli investitori stranieri che possano contribuire al miglioramento del clima d’investimento in Russia.


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