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Bridget T., 3

Da Vuessegaudio

Bridget T., 3

Il punctum T




3. Il punto T, il naso della Tigre La foto di quella immediatezza frattale, di cui non c’è né equazione né sommatoria in nessun altro luogo che in quell’Henley Regatta del 1984 del 7 luglio, ha la vertigine del momento perpetuo, in cui Bridget T., nella sua evidenza perfetta perché vista nel dettaglio, lungo i suoi frammenti, la linea spezzata del suo essere Tigre del Thames, in questa forma segreta, che in quella luce e con quelle linee del 7 luglio 1984, interrompendo il mondo, o la Henley Regatta, impose la sua istantaneità artificiale, il suo spezzettamento, la sua discontinuità, fece implodere un ingrossamento del senso nell’attimo stesso in cui, colto dalla luce dell’obiettivo, il suo principio di deplezione mostrò l’universo da cui il soggetto si è ritirato.
Baudrillard dice che la fotografia rende conto dello stato del mondo in nostra assenza(1) :
questa assenza, piena di assolutezza anonima, colmatura insostenibile di un paradigma sentimentale, è in questa foto che dopo 20 anni, in cui il punto del Mullar si fece per Bridget virtù orale con quella tenerezza con cui teneva la libido del poeta tra le labbra, sottile acqua
Thames che scorreva sul prato così lieve,
dopo aver vogato per 2112 metri nel suo tenero e stretto fiume
o aver immerso il remo, o averlo tenuto orizzontale nella sua gora,
come se si andasse di bolina tra le chiappe di quella maiden londinese
in modo che l’attacco,dopo la verticalizzazione dell’immersione,venga passato bagnato orizzontalmente;
questa inumanità l’obiettivo fotografa,
come se, per questo, questo essere-tigre, non si riflettesse, essendo selvaggiamente estranea a se stessa
o è questo l’esotismo radicale dell’oggetto,
questa curva del tempo, che è nel Thames
ma è anche nella parte alta della Temptation,
o in quello della Tigresse,
o nel Tuesday, che è il giorno in cui l’anamorfosi della longitudine e della latitudine, in anticipo sul mercoledì che dà l’avvio alla Henley Regatta,
che fa culminare il punto T, il naso della Tigre,
nel visionatore, il poeta che, a tale ora, nel tal posto, sotto quella determinata luce, aveva goduto di Bridget T. alla Henley Regatta.
L’inesorabilità di Bridget T. con cui irrompe nella vita del poeta, questa donna, questo volto potrebbe avere un segreto, o non averne per la mappa cognitiva del poeta;
essendo la regata della seduzione, il segreto sa che la seduzione non è mai dove l’enunciato cancella l’artificio.
Questa faccia è il luogo del desiderio, e della vertigine, dell’eclissi dell’apparizione e della sparizione:
il luogo di chi ci sfugge, attraverso cui il poeta sfugge a se stesso.
L’Henley Regatta è dunque il luogo di Bridget T. che sfugge al poeta, attraverso cui il poeta sfugge a se stesso:
è là Bridget che è pervenuta all’incanto della Tigre(2) ,
grazie alla sua riproduzione fotografica
questa sua banale esattezza la rende prossima al nulla dell’oggetto, che si è fatto grazie a un supplemento di artificio che il 7.7.1984, colto di sorpresa e
fattosi cogliere perché è questo il suo essere-Tigre, diventare, nel mostrarlo, segreto a se stessa, è ora il marchio del suo segreto:
per questo il poeta si è messo ugualmente sulle sue tracce, per cancellarle e farla sparire.
[1] Cfr:Jean Baudrillard,L’esotismo radicale, in: J.B., La trasparenza del male[1990],trad.it. Sugarco edizioni,Milano 1991: pag. 166. [2] “Non c’è tempo della seduzione né tempo  per la seduzione:essa ha il suo ritmo,senza il quale non ha luogo. Non si distribuisce secondo una strategia strumentale,che procede per fasi intermedie. Opera nello spazio di un istante, con un solo movimento, ed è sempre, per se stessa, la sua propria fine”:Jean Baudrillard, Della seduzione, trad .it, Cappelli, Bologna 1980: pag.112. Leggi anche: 
Fbridget-t-2 Fbridget-t-1


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