“I’m not saying you shouldn’t pursue dreams and goals. Just don’t forsake the present for the unknowns of the future. A lot of happiness is bypassed, overlooked, postponed to a time years from now that may never come. Don’t bide your time and miss out on this moment for a tomorrow with no guarantee.”
“Bright side” è finito nelle cose da leggere grazie all’adorabile @zikaren28 che amo/odio. Amo perché mi ha permesso di leggere una storia bellissima, emozionante, ricca di spunti di riflessione e di amore, odio perché ho letto fino all’una per finire il libro in una valle di lacrime. Perché è reale, è pieno di emozioni forti, ma non è un libro semplice da leggere. Perché parla della vita e la vita a volte è una maledetta bastarda, che ti getta addosso un sacco di macigni da sopportare, ma anche tanti doni, anche se per poco tempo. Kim Holden ha la forza di una guerriera e la delicatezza di una madre. Il connubio ideale per scrivere un libro indimenticabile.
Segreti. Ogni persona ne ha uno. Alcuni più grandi di altri. E quando i segreti vengono rivelati, alcuni ti guariscono… e alcuni ti finiscono.
La vita di Kate Sedgwick non è stata mai normale. Ha sopportato durezza e tragedie, ma è sempre rimasta felice e ottimista (c’è un motivo se il suo migliore amico Gus la chiama “Bright Side” il lato luminoso). Kate è forte, divertente, intelligente e musicalmente dotata. Non ha mai creduto nell’amore. Così quando lascia San Diego per frequentare il college nella piccola cittadina di Grant, Minnesota, l’ultima cosa che si aspetta è innamorarsi di Keller Banks.
Entrambi lo sentono. Ma hanno ragioni per combatterlo. Ognuno di loro ha un segreto. E quando i segreti vengono rivelati, alcuni ti guariscono… e alcuni ti finiscono.
Questo è uno di quei libri che non ti aspetti. Se ne guardi la copertina, quell’arancione uniforme, il font quasi infantile, non ti verrebbe mai da leggerlo. Ed è qui che ci si sbaglia. Perché Bright Side è una piccola gemma che va coltivata. Non lo avrei mai letto se non fosse stato per Karen e avrei perso molto. La Holden ha scritto un libro difficile, assolutamente non pretenzioso che mi porto ancora nella testa e a cui non riesco a smettere di pensare. Perché è crudele come lo può essere solo la vita vera. Non si risparmia niente al lettore, ogni più piccolo atroce particolare è esposto per essere esaminato e vivisezionato, ogni momento non viene mai sminuito o ridicolizzato o esagerato. Certo alcune cose sono un po’ esagerate, sembra che le abbiano prese tutte i personaggi di questa storia, ma in fondo non è questo il messaggio del libro, ma quelle regole finali che inducono a vivere appieno ogni momento, che non ti fanno solo sopravvivere o vegetare ma ti spingono ad assaporare ogni attimo come se fosse l’ultimo.
È Kate che per la maggior parte del libro racconta la sua storia in prima persona dal suo arrivo a Minneapolis per l’inizio del college fino alla fine, in marasma esistenziale che non lascia spazio alla sua forza. Kate è una di quelle protagoniste che riempiono la pagina, che non danno nulla per scontato, che istruiscono senza far nulla. È una combattente, un’ottimista cronica, una di quelle ragazze che riescono sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno. Una di quelle persone che non giudicano, che cercano sempre di comprendere, che mettono il prossimo al primo posto, che non esitano a mettersi in gioco. E Kate lo fa davvero, con sua zia che nega l’evidenza dei suoi problemi, con Clayton la matricola diciottenne che non si nasconde dietro ad una maschera e proprio per questo viene sminuito nella sua persona, con Sheila la figlia della proprietaria del negozio di fiori in cui lavora part-time e di cui scopre la “inner dancing queen”, di cui riesce a scuotere il guscio e farla uscire per quella che è. E soprattutto lo fa con Keller. È una ragazza che teme di perdersi in quel miscuglio di sofferenza e incapacità collettiva ma che tenta disperatamente di perdersi nella sua vita e accogliere in lei le persone che ama, per aiutarle ad essere felici. Ma è anche una che nega che si nasconde dietro la sua corazza altruistica per mascherare la sua sofferenza e il suo dolore, atti di una dolcezza unica che le permettono di vivere ogni attimo, in pienezza, ma nascondendo ciò che è davvero, soprattutto precludendosi la possibilità di essere felice.
Kellar, che appare come un personaggio secondario, acquista un’importanza stupefacente e piena, che si prende le sue responsabilità. Anche lui non ha avuto una vita facile e anzi si è sempre fatto in quattro per realizzare i propri sogni ed essere una persona affidabile e genuina. Dolcissimo, attento, premuroso, è anche pieno di difetti, geloso, incosciente, cede all’ira e alla sua passione, ma allo steso è adorabile. Anche a lui vengono concessi dei momenti di introspezione e la Holden gli dedica dei capitoli, fondamentali per capire cosa pensa, anche se inizialmente non vengono sfruttati appieno. Ci sono dei momenti della narrazione in cui il suo punto di vista sarebbe stato necessario. Questo ha fatto perdere il ritmo.
Altro personaggio fondamentale è il migliore amico di Kate, Gus, il leader della band Rook. Genuino, un serfista, un cantante eccezionale è l’uomo che vorrei al mio fianco. Mi dispiace ma sono Team Gus. Attaccato alle sue radici, non perde il senso della famiglia e dell’amicizia neanche quando la popolarità della sua band tocca cime mai viste. Dalla lunga chioma bionda, Gus è un ragazzo memorabile, con il vizio delle sigarette, incosciente, prende tutto di petto e vive appieno ogni singolo istante. Attaccatissimo a Kate è disposto a mettere in standby tutta la sua vita pur di starle vicino nei momenti più delicati. Un uomo d’oro! Ma reale e palpabile come non lo sono di solito i ragazzi dei libri.
Tutto il libro è un crescendo di sentimenti, dalle prime pagine non si riesce a capire la potenza della storia, né i reali risvolti, la speranza è l’ultima a morire. È una specie di diario, ma in tutta franchezza scivola via, lo stile, lineare è magico e pieno di buoni sentimenti. Ma allo stesso tempo è puntuale e micidiale come un pugnale. Temi come la malattia, la morte, il bullismo e l’omosessualità sono sviluppati con competenza e sicurezza, senza dare risposte facili, senza mettersi su un piedistallo a dare bacchettate, ma lasciando al lettore il tempo di riflettere e affezionarsi ai personaggi. La meraviglia sta nelle piccole cose, in quei momenti magici del caffe preso rigorosamente nero e amaro, la delicatezza di una pizza di compleanno, una tartaruga, le lettere e le lezioni di guida con il ghiaccio. Niente è dato per scontato, ogni momento ha la magia dell’amore. I valori, quelli che sono sedimentati dentro di noi, acquistano una valenza di immensa portata.
L’ambientazione è ghiacciata, l’inverno in Minnesota può essere crudele e pungente, con tempeste di neve che ghiacciano tutta la popolazione, soprattutto una ragazza come Kate che viene dal Sud della California, da San Diego, con il mare e il surf nel cuore. Tra il dormitorio del college e il Ground il bar dove lavora Kellan, la storia si consuma in pochi luoghi chiave, che restano a contornare un libro magico e assolutamente imperdibile.
Il particolare da non dimenticare? Un cd…
Sono incapace di rendere giustizia ad un libro bellissimo, minimalista ma indimenticabile, dove personaggi meravigliosi si uniscono per una storia d’amore a trecentosessanta gradi, tale da illuminare le fredde giornate invernali e gridare al mondo che conta ogni attimo, ogni secondo, ogni gioia e ogni dolore. Non va sprecato niente, neanche un libro. Leggete e amate “Bright Side” non ve ne pentirete! Io intanto aspetto buona buona il seguito il tanto agognato “Gus”.
Buona lettura guys!
“Go, do epic!”